Carlo Emilio Gadda è stato uno scrittore, poeta e ingegnere italiano che ha influenzato la narrativa del Novecento tramite un originalissimo impasto di linguaggi differenti come dialetti, neologismi e termini gergali. Ha anche avuto il merito di stravolgere in modo interessante e inedito la classica struttura del romanzo. Fin da giovane è parso subito orientato allo studio della letteratura e delle materie umanistiche in generale, ma non ha potuto realizzare i suoi desideri nell’immediato per via delle precarie situazioni economiche della famiglia in seguito alla morte del padre. Vediamo maggiori dettagli sulla vita di Carlo Emilio Gadda, le sue opere e le caratteristiche del suo stile.
Carlo Emilio Gadda: la vita
Carlo Emilio Gadda nasce a Milano in data 14 novembre 1893. Lo scrittore studia a Milano, dove vive con la famiglia di media borghesia col padre imprenditore e la madre insegnante di lettere. Sin da ragazzino manifesta la sua attitudine per le materie letteraria ma, dopo la morte del padre nel 1909, è costretto a pensare alle precarie situazioni economiche della sua famiglia e, sotto consiglio della madre, si iscrive alla facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano, rinunciando alla letteratura.
Dopo l’esplosione della Prima guerra mondiale il futuro scrittore si arruola come volontario nel corpo degli alpini e proprio su questa sua esperienza scrive il "Giornale di guerra e di prigionia”, pubblicato solo nel 1955. L’opera ha la struttura di un diario e comprende diversi punti e una serie di temi come l’affetto per il fratello, l’orrore per la guerra e il disprezzo delle gerarchie che saranno poi presenti in tutte le sue opere future.
Nel 1920 si laurea in ingegneria elettrotecnica e, in seguito, lavora in Italia, Belgio e Argentina. Nel 1924 decide di iscriversi alla facoltà di Filosofia e assecondare la sua vera passione finalmente. Termina tutti gli esami e, tuttavia, non arriva mai a discutere la tesi. Comincia però una collaborazione con la rivista fiorentina “Solaria” nel 1926 e l’anno seguente esordisce sulle pagine di critica con il saggio "Apologia manzoniana".
Tra il 1928 e il 1929 poi scrive "Meditazione milanese", un trattato filosofico, iniziando a comporre il romanzo "La meccanica", che porterà a termine solo nel 1970.
La prima vera opera narrativa dell’autore è "La Madonna dei filosofi" (1931), con la quale abbandona definitivamente il lavoro come ingegnere per diventare scrittore a tempo pieno. Nel 1934 vince anche il premio Bagutta grazie al suo "Il castello di Udine".
Nel 1936 muore sua madre, con la quale non ha mai avuto un rapporto sereno, e proprio in quell’occasione prende forma una prima bozza de "La cognizione del dolore", un romanzo che verrà pubblicato sulla rivista "Letteratura" tra il 1938 e il 1941.
Nel 1940 Gadda decide di andare a vivere a Firenze, dove rimane fino al 1950. Di questo periodo sono "L’Adalgisa", raccolta di racconti di ambiente milanese, e "Disegni milanesi", un quadro storico e satirico della borghesia milanese.
Nel 1950 va a vivere a Roma e qui lavora per la RAI a servizi di cultura fino al 1955. A questo periodo appartiene la produzione letteraria più matura, quella che fa si che la personalità di Gadda sia annoverata tra le più grandi in campo letterario del Novecento. Di questi anni sono le opere "Il primo libro delle favole" (1952), "Novelle del ducato in fiamme" (1953), "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana" (1957), "Eros e Priapo: da furore a cenere" (1967).
Carlo Emilio Gadda ci lascia nel 1973, il 21 maggio, all’età di 79 anni. Ci sono alcune opere pubblicate postume, tra cui "Meditazione milanese" (1974) e "Romanzo italiano di ignoto del Novecento" (1983).
Carlo Emilio Gadda: opere e stile letterario
Ecco una lista delle opere di Carlo Emilio Gadda in ordine cronologico, comprese quelle pubblicate postume:
- La madonna dei filosofi (1931);
- Il castello di Udine (1934);
- Le meraviglie d’Italia (1939;)
- Gli anni (1943);
- L’Adalgisa (1944);
- Il primo libro delle favole (1952);
- Novelle dal ducato in fiamme (1953);
- I sogni e la folgore (1955);
- Giornale di guerra e di prigionia (1955);
- Quer pasticciaccio brutto de via Merulana (1957);
- I viaggi e la morte (1958);
- Verso la Certosa (1961);
- Accoppiamenti giudiziosi (1963);
- La cognizione del dolore (1963);
- I Luigi di Francia (1964);
- Eros e Priapo (1967);
- La meccanica (1970);
- Novella seconda (1971);
- Meditazione milanese (1974);
- Le bizze del capitano in congedo (1981);
- Il palazzo degli ori (1983);
- Racconto italiano di ignoto del novecento (1983);
- Azoto e altri scritti di divulgazione scientifica (1986);
- Taccuino di Caporetto (1991).
Per quanto riguarda lo stile letterario, si può tranquillamente definire quello di Carlo Emilio Gadda come sorprendente. Egli non utilizza la lingua della comunicazione corrente ma un linguaggio personalissimo che la critica ha definito “plurilinguismo gaddiano”.
Lo stile dell’autore deriva dal mescolare una serie di ingredienti e di linguaggi, come diversi dialetti, il linguaggio quotidiano, il gergo, termini tecnici e scientifici e vocaboli aulici ed arcaici.
Nelle opere di Gadda ci sono anche citazioni letterarie dalla letteratura latina, soprattutto Catullo, e da quella italiana; non mancano nemmeno parola straniere (francese, inglese, tedesco e spagnolo) e neologismi da lui stesso coniati. Tutti questi livelli linguistici trovano un perfetto equilibrio mescolandosi sistematicamente nell’opera di Gadda e costituendo un linguaggio nuovo e inedito. Nel suo linguaggio ci sono anche richiami alla lingua maccheronica del ‘500.
Come già accennato, si parla di plurilinguismo gaddiano, ma cosa si intende esattamente? Si tratta di un linguaggio che unisce, per esempio, termini provenienti da più dialetti a un linguaggio scientifico. Gadda ha anche un’altra precisa caratteristica quando scrive, ovvero che accumula caoticamente lunghe elencazioni di realtà tra loro differenti.
Nelle sue opere crea anche un gioco di metafore e paragoni strani, improbabili e unici nel loro genere. Questo si intende quando di parla di sperimentalismo linguistico, la principale peculiarità stilistica gaddiana. La scrittura di questo autore altro non è che lo specchio di quello che è il rapporto dell’autore con una realtà e una visione del mondo molto complesse.
Dalla critica Gadda è stato anche definito ingegnere della letteratura per via della sua costante ricerca dell’ordine scrivendo, paradossalmente, derivante dalla sua formazione tecnico-scientifica di base. Nonostante lo ricercasse, l’ordine per Gadda era impossibile da raggiungere poiché il mondo stesso era un pasticcio, ovvero un garbuglio di caos puro, come un gomitolo impossibile da districare.
Questa idea del mondo e del caos che regna viene evidenziata benissimo nelle sue opere, che sono un’esplosione di diverse strutture narrative con il suo plurilinguismo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Carlo Emilio Gadda: vita, opere e caratteristiche dello stile
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