L’Adalgisa. Disegni milanesi
- Autore: Carlo Emilio Gadda
In questo bel volume i tipi di Adelphi ripropongono nel 2012 “L’Adalgisa, disegni milanesi”. Durante gli anni ’30 Gadda prova a dare vita a un romanzo di ambientazione milanese, “Un fulmine sul 220”, che non vedrà mai luce. Di questo abbozzo di romanzo restano però dei piccoli affreschi, dei disegni, come dice giustamente il sottotitolo, pubblicati una prima volta nel 1944 (in poche copie dato il tempo di guerra) e una seconda nel 1955, con due capitoli in meno.
La storia raccontata è quella dell’amore extra-coniugale della signora Elsa per Bruno, ex garzone di macelleria, che verrà però verso la fine spazzata quasi del tutto via dall’irrompere impetuoso dell’Adalgisa, sua cognata, vedova del “povero Carlo”, da sempre bistrattata dalla famiglia del marito a causa della sua provenienza sociale.
Attraverso i dieci capitoli/racconti di cui la storia è composta, Gadda, con le sue iperboli linguistiche un po’ difficili da seguire per chi non è pratico del dialetto lombardo, offre un divertentissimo quadro della società borghese milanese di quel periodo, facendoci entrare nel quotidiano del vecchio Milan, circolo chiuso in sé stesso, dove tutti sanno di tutti e dove l’etichetta è l’etichetta e va rispettata, mostrando questa capitale della produttività per quello che è, un grande paesone permeato di un certo qual spirito calvinista, tratteggiando ritratti di matrone e garzoni, uomini d’affari, ragazze da sposare e giovani ingegneri laureatisi al Politecnico, vanto cittadino.
Oltre alla storia vera e propria ciò che rende prezioso questo racconto sono le note alla fine di ogni capitolo, che mostrano lo scrittore intento ad analizzare la sua lingua, a metterne in luce derivazioni e inflessioni, uso e continuità con i dialetti delle zone vicine, a divertirsi anche con osservazioni argute che alle volte indugiano sui difetti dei suoi concittadini.
Di estremo interesse la Nota al testo di Claudio Vela, che racconta la nascita del romanzo e se si vuole anche del Gadda scrittore, con continui stralci della corrispondenza tra questo e i suoi editori o i suoi amici, mettendo in luce anche l’indolenza con il quale l’autore si muoveva, le sue incertezze a riguardo del riscontro del romanzo e soprattutto mettendo in evidenza le differenze che intercorrono tra la prima edizione, quella del 1944, e la seconda, quella del 1955, calandole nel contesto storico in cui si iscrivono e con un occhio all’evolversi della fortuna del loro autore. In Appendice anche tre sequenze da “Un fulmine sul 220”.
L'Adalgisa. Disegni milanesi
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