Cassandra al matrimonio
- Autore: Dorothy Baker
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2014
Peter Cameron nella postfazione al romanzo di Dorothy Baker, appena pubblicato da Fazi, afferma:
“Capita raramente di questi tempi di essere scioccati da un libro… Dorothy Baker dà l’impressione di un provetto giocoliere che, con uno stile e un controllo stupefacenti, tenga in vorticoso equilibrio le tante palline e i piattelli di cui dispone.”
Non trovo miglior presentazione per questo modernissimo romanzo che apparve negli Stati Uniti nel lontano 1962.
La storia si svolge in poche ore, quelle che precedono il matrimonio di Judith Edwards, la sorella gemella (monozigota) della voce narrante Cassandra, con un giovane medico Newyorkese; Cassandra sta tornando al ranch dove abita suo padre con la nonna, dopo che Jane, la madre delle ragazze, è morta di cancro poco tempo prima.
Le due sorelle sono legate da un rapporto particolare, quasi incestuoso, dal quale Judith vuole liberarsi dopo che ha incontrato in John Finch il grande amore. Lo aveva conosciuto dopo che aveva abbandonato l’appartamento al campus di Berkeley, California, che divideva con Cassandra, lasciando la sorella sola con un pianoforte a coda di marca Bösendorfer di proprietà comune, simbolo del loro amore per la musica, per l’arte, per una qualche sorta di superiorità, eccentricità ed unicità di cui la loro famiglia si sentiva portatrice.
Ora Cassandra, arrivando al ranch, è risoluta a mandare a monte il matrimonio della sorella, che, lei ne è certa, non ha ben valutato il passo definitivo che sta per compiere; di fronte alla prospettiva di essere definitivamente abbandonata dalla sua altra metà, Cassandra beve, sproloquia, insulta, critica, oltraggia... e alla fine, comprendendo che Judith è decisa a sposare l’uomo che ama, ingurgita le pillole che la sua psicoanalista le ha prescritto, e si addormenta: è questo il macabro regalo di nozze che ha deciso di fare alla sorella. Verrà salvata in extremis, proprio dal medico-cognato, l’oggetto del suo odio, l’uomo che le sottrae l’amore esclusivo della sorella.
I dialoghi, il succedersi degli avvenimenti che hanno luogo in poche ore, la profondità e conflittualità dei rapporti che intercorrono tra i vari membri della strampalata famiglia (il padre astratto filosofo, la nonna che vive nel mito delle nipoti dopo che ha perso l’unica figlia), il caldo opprimente che sembra annientare le volontà, il coté piccolo borghese di Mrs Rowena Abbots, la nonna, contrapposto alla imprevedibile genialità di Cassandra, anticonformista ante litteram, l’arrivo imprevisto della analista Vera Mercer, che si sente responsabile del tentato suicidio di Cassandra (già una volta l’aveva salvata dal tentativo di gettarsi dal Golden Gate Bridge, meta di tanti aspiranti alla morte), l’immancabile ma inatteso lieto fine, fanno di questo romanzo imperdibile una folgorante sorpresa.
Cassandra al matrimonio (Fazi, 2014) è un romanzo sul significato della vita, sulla strada da intraprendere per percorrerla senza perdersi, una metafora sulla unicità dell’amore che vince il possesso egoistico dell’altro, che non necessariamente separa, se si accetta di assumere una propria definita individualità.
Riuscirà Cassandra, che porta il nome della sfortunata eroina troiana che ebbe il dono della profezia ma il castigo di non essere creduta, a trovare la propria dimensione ed accettare di vivere, sola con se stessa, privata delle radici e del legame inestricabile con Judith?
La letteratura serve per riflettere, conclude l’ammiratore del romanzo Peter Cameron, e non ha bisogno di risposte precostituite.
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