

Le notti della peste
- Autore: Orhan Pamuk
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2022
Le notti della peste di Orhan Pamuk (Einaudi, 2022, trad. di Barbara La Rosa Salim) è un lungo romanzo ambientato in un’isola immaginaria nel Mediterraneo orientale, nel 1901 durante un’epidemia di peste. La lotta all’epidemia è uno strumento utilizzato per disegnare un’epoca e una civiltà nella quale convivono gruppi sociali, etnie e appartenenze, dove ci sono idee che si incontrano, culture che dialogano o non dialogano e diventa infine metafora.
Le persone muoiono non solo perché contagiate ma anche perché vengono uccise, ed ecco che il romanzo, che sfiora la tipicità di tanti altri generi, si tinge anche di giallo.
Non tutti i delitti hanno un movente economico. A volte le persone uccidono per senso di ingiustizia o vinte dalla disperazione, a volte si ritrovano a commettere un omicidio per puro caso, senza averlo premeditato.
I temi trattati sono numerosi e appartengono a ogni epoca, come le passioni umane, l’informazione e la sua manipolazione per finalità più o meno oscure, la paura, il potere, i conflitti personali, i sentimenti, i desideri, i segreti, l’amicizia e l’amore, il rapporto tra scienza e superstizione, la gestione politica e sanitaria dell’epidemia.
La struttura narrativa è complessa e Pamuk ricorre a un efficace ma abusato artificio letterario che consiste nel ritrovamento di un manoscritto appartenuto ad altri e che qui si concretizza in centotredici lettere scritte da una principessa per sua sorella, riproposte, interpretate e integrate con altri materiali da una terza persona.
Ho passato molti anni negli archivi britannici e francesi a leggere i dispacci consolari delle città portuali dell’Impero ottomano.
Questa soluzione garantisce all’autore vaste possibilità espressive; gli consente di interpretare da diversi punti di vista la realtà narrativa e di avere prospettive che si alternano. L’espediente, rivelato nelle prime pagine, è sufficiente per mettere in guardia il lettore che conosce i numerosi ed eccellenti esempi - si pensi a Il nome della rosa di Umberto Eco, per citarne uno.
La scrittura è densa, storicamente minuziosa e attendibile, al netto, naturalmente, dalla finzione circa i luoghi, lo svolgimento dei fatti e i documenti citati. Come in molti romanzi, diventa difficile distinguere nettamente il vero dall’invenzione, ma questo può essere il mistero e il fascino di ogni letteratura, quando distinguere non è più importante.
Se un romanzo deve superare, nello spirito e nella forma, l’orizzonte del singolo individuo, e tendere a un tipo di storia che abbracci le vite di tutti, è preferibile che sia narrato da molti punti di vista diversi.
L’impressione complessiva che se ne ricava è che Pamuk, il quale ha ricevuto il Nobel per la letteratura nel 2006, abbia messo in piedi un universo fin troppo complesso che presenta qualche screpolatura, con un ritmo lento specie nel primo terzo del libro, il quale consta complessivamente di 720 pagine. Il rischio è quello di annoiare il lettore con l’eccessiva e a volte ridondante ricerca di particolari, con i numerosi personaggi che compaiono e scompaiono. Insomma si tratta di una lettura a tratti persino faticosa e sicuramente non all’altezza di alcuni suoi precedenti capolavori, perché qui sembra di intravedere tanto autocompiacimento e sicurezza di piacere comunque al lettore.

Le notti della peste
Amazon.it: 15,85 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le notti della peste
Lascia il tuo commento