Cerignola sacra
- Autore: Angelo Disanto
Scriveva Carlo Levi nel suo racconto autobiografico Cristo si è fermato a Eboli (1965, p. 102):
«Nel mondo dei contadini non c’è posto per la ragione, per la religione e per la storia. Non c’è posto per la religione, appunto perché tutto partecipa della divinità, perché tutto è, realmente e non simbolicamente, divino, il cielo come gli animali, Cristo come la capra. Tutto è magia naturale. Anche le cerimonie della chiesa diventano dei riti pagani, celebratori della indifferenziata esistenza delle cose, degli infiniti terrestri dèi del villaggio».
Il denso lavoro di Angelo Disanto, Cerignola Sacra, con premessa di Roberto Cipriani, è un testo che si muove con organicità e rigore intorno alla vicenda culturale, religiosa, politica, sociale e produttiva della città di Cerignola, di cui permangono testimonianze evidenti. Disanto ha raccolto tre interventi e una quantità considerevole di documentazioni fotografiche su altrettante emblematiche interpretazioni della religione, della religiosità e della ritualità tradizionali di Cerignola, opportunamente collegati con un’introduzione che, fra l’altro, coglie il fatto essenziale del fenomeno propriamente spirituale, devozionale e direi sociale e culturale della fotografia, della trasmissione cioè della «memoria ri-costruttiva, cioè che ricerca, ripropone, decontestualizza qualcosa dal passato e lo fa irrompere nel presente». Possiamo dire che la devozione verso santi e madonne caratterizza da sempre la vita religiosa delle popolazioni meridionali, in molti casi al limite quasi – e forse pure sconfinandola – di una riscoperta delle origini delle comunità nella identità della figura di un santo o di una Madonna.
Disanto si muove proprio nel solco di una concezione della memoria storica locale che coinvolge nella sua globalità la dimensione del sacro, fenomeno quanto mai sensibile sia nell’attuale congiuntura geopolitica mondiale, per esempio nell’incontro/scontro fra Occidente e Oriente, sia nelle nostre situazioni quotidiane locali, se pensiamo al multiculturalismo e alla convivenza più o meno pacifica fra culti religiosi, inteso per di più come intima esperienza che, pur non scampandosi al controllo burocratico della religione di chiesa, trascende la sfera profana attraverso una sorta di deliberata ritualizzazione, che pone al suo centro il culto dei valori civili e sacrosanti degli antichi, quasi a compensare la perdita di importanza della dimensione religiosa nella società capitalistica avanzata. Il Centro Ricerche di Storia e Arte “Nicola Zingarelli” di Cerignola, presieduto da Disanto, completa così un programma già avviato da qualche anno con una importante interpretazione dei fenomeni socio-culturali e religiosi della città di Cerignola. Dopo una puntuale premessa di Roberto Cipriani alle linee fondamentali del volume, che giustamente collimano nella vitalità pedagogica delle immagini fotografiche, si innesta il breve intervento di Nicola Pergola, che rispolvera la bibliografia sulla città dell’autore ma non manca di farne affiorare il sottile fil rouge che mette in comune tutte le sue pubblicazioni e il significato della personalizzazione e della focalizzazione sull’immagine: in altre parole, il preciso intento di rapportarsi al sacro che dà spazio ad una nuova liturgia dell’immagine, che altro non è che lo sguardo di un uomo sopra un altro uomo, esperienza diretta di chi cattura la realtà attraverso gli occhi rinnovati della mente.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Cerignola sacra
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