Due scrittori in famiglia sono troppi, o forse no? Eppure la letteratura è piena di casi celebri: dai geniali fratelli Grimm (attenzione sono tre, c’è anche Ferdinand) all’irripetibile talento delle sorelle Brontë, dai fratelli Goncourt sino ad arrivare a Isaac B. Singer e Israel Joshua Singer.
Tra i due sicuramente il più celebre è il primo, Isaac B. Singer premio Nobel nel 1978, ma anche Israel J. Singer - il maggiore - non è da meno. Non da dimenticare neppure la sorella, Esther Singer, ingiustamente eclissata dalla fama dei due maschi della famiglia.
Tra le ricerche di Google a questo proposito si può trovare una query curiosa, ovvero “fratelli Singer quale leggere”. E, attenzione, un confronto comparato tra le opere dei tre elegge a sorpresa vincitore Israel Joshua Singer con l’opera La famiglia Karnoski (1943), considerata il suo capolavoro. Israel Joshua Singer non vinse il Premio Nobel per la Letteratura, ma fu uno scrittore di tutto rispetto capace di creare libri che erano anche mirabili affreschi di un’epoca.
Una nota citazione di Philip Roth dice che “Quando in una famiglia nasce uno scrittore quella famiglia è finita”; per fortuna Roth ebbe un solo fratello, Sanford (detto “Sandy”), che decise di dedicarsi all’arte della pittura. Nel caso della famiglia Singer, dove il demone della scrittura si impossessò di ben tre fratelli su tre, le cose andarono diversamente; tuttavia non fu una catastrofe, come profetizzava Roth, piuttosto un “prodigio”. Nei loro libri i fratelli Singer affrontarono spesso lo stesso argomento, scrivendo avvincenti saghe familiari, ma mostrarono uno sguardo sul mondo singolare e sempre diverso l’uno dall’altro. In occasione dell’anniversario della nascita di Israel Joshua Singer, nato a Bilgoraj il 30 novembre 1893, approfondiamo in particolare la sua vita e le sue opere.
Israel Joshua Singer: la vita
Un bell’articolo sul The New Yorker definisce Israel Joshua Singer come The Forgotten Giant of Yiddish Fiction, ovvero Il Gigante dimenticato della letteratura Yiddish, cercando di riscattare il maggiore dei fratelli Singer, definito “The Older Singer”, da un’eclissi immeritata. A estrometterlo dalla competizione letteraria con il fratello minore, il premio Nobel Isaac, fu a giudizio dei critici la sua morte prematura.
Negli ultimi anni infatti la prosa di Israel Joshua Singer è stata riscoperta e, secondo il parere dei lettori contemporanei, non ha nulla da invidiare a quella del fratello, anzi, a giudizio di alcuni è persino migliore.
Per i lettori americani del Novecento c’era un solo grande autore yiddish, ovvero Isaac B. Singer, eppure di recente è stato riscoperto anche il talento di Israel Singer e i suoi capolavori, quali I fratelli Ashkenazi. Buffo notare come alcuni, scoprendolo a posteriori, affermino di aver pensato che il nome dell’autore fosse dovuto a un errore di battitura: I. J. Singer, anziché I. B. Singer, salvo poi scoprire che gli autori erano due e che, no, le loro voci non erano intercambiabili, ma ciascuna inconfondibile a modo proprio.
Israel Joshua Singer nacque a Bilgoraj, in Polonia, nel novembre 1893. Era lui il primo figlio del rabbino Pichas Mendl Zinger, il maggiore dei fratelli Singer. E fu il primo a sviluppare un’autentica passione per la letteratura. Iniziò a collaborare, da giovanissimo, per diverse testate giornalistiche e riviste quali Literarishe Bleter e Khalyastre. Dopo aver pubblicato vari racconti, nel 1927 Israel Singer diede alle stampe il suo primo romanzo, Acciaio e ferro .
Il fratello più piccolo, Isaac, intanto ne seguiva le orme: fu Israel il primo ad addestrare il futuro premio Nobel lungo il percorso della sua carriera letteraria. Quando Israel, nel 1934, decise di emigrare negli Stati Uniti, Isaac lo seguì. Nella terra promessa d’America Israel Singer continuò a scrivere in yiddish, traducendo da solo le proprie opere in inglese, mentre anche il “fratellino” tentava i primi passi incerti nel mondo letterario pubblicando racconti.
Negli anni Trenta e Quaranta del Novecento il “vero gigante” era Israel. I. J. Singer all’epoca era il collaboratore di punta del Forward, scriveva sia narrativa che giornalismo e i suoi libri venivano tradotti in America e in Europa. Quando nel 1936 pubblicò I fratelli Ashkenazi, i giornali americani lo paragonarono a Tolstoj.
Isaac B. Singer e Israel J. Singer: chi era l’altro Singer?
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Impossibile individuare dove diverga la linea del destino dei due Singer; quel che è certo è che a un certo punto uno, Isaac, imboccò la strada del successo, mentre all’altro toccò la “strada sbagliata”, finendo lungo la via dell’oblio. Due strade divergevano in un bosco, diceva un certo Robert Frost; forse tra i due Singer è stato proprio Israel a imboccare la meno battuta “the less traveled by”.
Secondo quanto testimoniò il critico Irving Howe, in un saggio scritto nel 1966 dal titolo The Other Singer, si trattò di una vera e propria usurpazione letteraria, probabilmente dovuta alla precoce morte di Israel J. Singer che morì a New York nel 1944 a soli cinquant’anni stroncato da un arresto cardiaco.
Due decenni dopo, Israel Joshua Singer era diventato l’altro Singer, la cui esistenza spesso sorprendeva gli stessi lettori di Isaac. Oggi è stato meritatamente riscoperto e valorizzato. La sua intera opera in America è stata ristampata in una nuova edizione curata dalla studiosa di letteratura yiddish Anita Norich.
In Italia nel 2015 è uscito per Adelphi La pecora nera nella traduzione di Anna Linda Callow, un racconto esemplare in cui rivivono tutti gli irriverenti ricordi d’infanzia di Israel J. Singer. Ma siamo sicuri che sia stato proprio lui la “pecora nera” della famiglia?
Israel Joshua Singer: le opere
Tra i capolavori da non perdere di Israel Joshua Singer ricordiamo:
- I fratelli Ashkenazi (1936): esemplare la storia narrata da Singer in questa saga familiare che mette al centro proprio due fratelli, figli di una famiglia ebrea ortodossa vissuta nel quartiere ebraico della cittadina polacca di Łódź (vi ricorda qualcosa?)
I due fratelli, figli di un ricco commericante, sono tra loro speculari: Jakob Bunin, generoso e pieno di gioia di vivere, e Simcha Meyer, introverso e abile negli affari.
Attraverso le loro storie Israel J. Singer crea il potente affresco di un mondo in via di dissoluzione che per certi versi rieccheggia I Buddenbrook di Thomas Mann, ma con una forte impronta ebraica. Colpisce che i due fratelli, Jakob e Simcha, sia diversissimi tra loro e avranno un diverso destino, eppure non mancheranno mai di restare solidali l’uno con l’altro.
I fratelli Ashkenazi
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- La famiglia Karnowski (1943): una grande saga familiare, scritta in yiddish, che racconta la storia di tre generazioni di ebrei polacchi trapiantati a Berlino sino all’apoteosi della Germania nazista. Infine i protagonisti sono costretti a confrontarsi con l’ascesa violenta del nazismo e a emigrare in America in cerca di salvezza. Singer tratteggia in maniera mirabile il disagio emotivo provato dall’ultimo Karnowski che, approdato nell’America delle promesse, sentirà con struggimento il rimpianto della Germania abbandonata. Il libro ripropone un argomento di grande attualità, mostrandoci il disagio di un popolo sradicato dalla propria terra.
La famiglia Karnowski
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi era Israel Joshua Singer, il fratello scrittore di Isaac B. Singer
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