In occasione del centenario della nascita di Italo Calvino la casa editrice Mondadori ha riportato in libreria le opere dello “scoiattolo della penna” (come lo chiamava affettuosamente Pavese) in un nuovo sgargiante formato grafico presentato in uniform edition.
Viene così a comporsi un autentico arcobaleno di libri colorati, dal giallo all’indaco al violetto, che conferisce una forma precisa alla molteplicità dei mondi calviniani.
La bellezza di questa nuova edizione non è data solo dalla sua varietà cromatica, ma soprattutto dal fatto che ogni copertina coglie un aspetto fondamentale del romanzo di Calvino e lo racchiude in un dettaglio che fornisce al lettore, a colpo d’occhio, una possibile interpretazione della storia.
Negli anni le opere di Calvino, uno dei maggiori autori del nostro Novecento, hanno cambiato veste numerose volte - dal bianco spoglio degli esordi einaudiani alla riproduzione delle sculture astratte di Fausto Melotti - ma quella scelta in occasione del centenario è esattamente ciò che voleva essere, ovvero una grafica esemplare e rappresentativa della visione calviniana. Perché a crearla è stato un grafico eccellente, ma soprattutto un lettore appassionato di Calvino.
Sapete chi si nasconde dietro le nuove copertine dei libri di Italo Calvino? Si tratta del grafico irlandese Jack Smyth, scopriamo come è giunto a illustrare l’opera di uno dei maggiori autori italiani del Novecento.
La nuova “uniform edition” Mondadori dell’opera di Calvino
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La nuova grafica Mondadori delle copertine calviniane ha un’origine lunga e complessa che inizia con largo anticipo rispetto alla ricorrenza del centenario. L’art director di Mondadori si è mossa per tempo, decidendo di indire un bando internazionale per un professionista grafico e illustratore che potesse dare una veste nuova, fresca e più contemporanea all’opera di Italo Calvino.
I paratesti dei libri dello “scoiattolo della penna” sinora si erano basati sempre su una stretta sinergia con il linguaggio artistico: proponendo quindi in copertina le opere di Francesco Clemente , artista della Transavanguardia, poi di Fausto Melotti - artista amato da Calvino da lui citato come ispirazione per le sue Città invisibili - e infine di Luigi Ghirri che dal 2016 con le sue fotografie perfette dava forma alla contemplazione del reale del signor Palomar.
Per il centenario dalla nascita dell’autore, Mondadori cercava uno sguardo che distaccasse Italo Calvino dalla tradizione scolastica per mostrare la freschezza e l’adattabilità dello scrittore, che si è affacciato con lungimiranza al nuovo millennio, anche al pubblico contemporaneo e soprattutto ai più giovani, che ancora non hanno provato l’emozione di leggere per la prima volta Il cavaliere inesistente, Il barone rampante o Se una notte d’inverno un viaggiatore.
Infine il bando di Mondadori è stato vinto dal graphic designer irlandese Jack Smyth, un giovane e appassionato lettore di Italo Calvino. Poter dare un volto e una fisionomia all’opera calviniana era uno dei sogni nel cassetto di Smyth e se, come ci insegna Calvino, le “fiabe sono vere,” ecco che la sua si è realizzata.
Chi è Jack Smyth, l’illustratore di Calvino
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Jack Smyth è di origine irlandese ma da tempo vive a Londra ed è considerato uno dei migliori progettisti di copertine di libri a livello mondiale. Si è avvicinato al mondo del graphic design intorno ai venticinque anni, spinto dalla pura passione e, dopo un master di un anno a Londra, ha partecipato al concorso Penguin Design Award che gli ha permesso di esplorare il fantastico mondo delle copertine. Dopo cinque anni di lavoro in casa editrice, Smyth ha scelto di essere freelance e ora è considerato uno dei migliori graphic designer della sua generazione.
Lui oggi si definisce soprattutto come “interprete visivo di un testo” e afferma che illustrare i libri di Italo Calvino è stata una delle sfide più emozionanti e, al contempo, più difficili della sua carriera proprio per il grande amore che fin da ragazzo ha avuto per “questo autore italiano”.
La profonda conoscenza di Jack Smyth dell’opera calviniana ha avuto senza dubbio un ruolo cruciale nella riuscita finale dell’ardua impresa: realizzare ben trentatré copertine diverse connotate dallo stesso stile che riuscissero a dare una precisa interpretazione dell’opera dell’autore.
Smyth ha dichiarato di sentire risuonare intensamente la voce di Calvino, di averla come interiorizzata durante la sua lunga esperienza di lettore. Questo processo di ascolto è stata una parte fondamentale per la realizzazione delle copertine: poteva dare un volto al linguaggio dell’autore delle Città invisibili solo chi lo conosceva bene. Quindi Jack Smyth ha optato per una grafica essenziale - come essenziale e preciso è il linguaggio di Calvino - e sull’uso di pochi colori, ma decisi. E ha optato per una sola illustrazione che, come ha imparato dal suo Maestro, doveva essere giocosa, leggere, ma mai superficiale. Ogni illustrazione scelta da Smyth racconta infatti un tratto essenziale dell’opera di Italo Calvino e ne dà un’interpretazione.
Le copertine di Calvino realizzate da Jack Smyth
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Nello spiegare la nascita del suo progetto per le copertine calviniane, Jack Smyth ha dichiarato di aver puntato soprattutto sulla flessibilità e la semplicità. Per dare evidenza al nome dell’autore, Italo Calvino, ha scelto di optare per un preciso tipo di font, ovvero il grassetto busorama ideato da Tom Carnase che ricreava le o del nome e del cognome in un cerchio quasi perfetto.
Le illustrazioni scelte da Smyth combinano elementi grafici con altri tratti disegnati a mano e, soprattutto, sono l’unico elemento - oltre al colore di sfondo - a variare di copertina in copertina. Ogni disegno di copertina è in dialogo aperto con un dettaglio o con la trama stessa del libro. Per realizzare il suo progetto Jack Smyth è partito dall’unico libro di Calvino che ancora non aveva letto: Il barone rampante, e afferma che l’intuizione per l’illustrazione gli sia venuta mentre leggeva il libro sdraiato sul letto. Dovevano essere due occhi - quelli del protagonista, Cosimo Piovasco di Rondò - che fissavano il mondo attraverso il fogliame di una pianta, la stessa su cui il protagonista si rifugia dopo un litigio con i genitori.
Nella copertina de Il cavaliere inesistente vediamo, per esempio, un’armatura vuota sul fondo della quale luccica un cielo stellato; rappresentazione esemplare del dramma interiore vissuto da Agilulfo che non ha corpo ma solo la sua armatura di cavaliere, è puro pensiero, e in sé racchiude l’infinito di un cielo stellato.
Ne Il sentiero dei nidi di ragno vediamo invece raffigurata la testa del giovane protagonista, Pin, che ha la forma intricata e labirintica di una ragnatela e in cui è possibile entrare attraverso un varco.
La copertina di Palomar invece ricorda un quadro di Magritte; con quell’occhio in primo piano, a simboleggiare l’esercizio contemplativo del protagonista, e sullo sfondo un omino magrittiano con un rappresentativo cappello a bombetta.
Ne Gli amori difficili troviamo l’emblematico disegno di una rosa appassita che ricorda un cuore capovolto, simbolo del dramma vissuto dai protagonisti dei racconti calviniani.
La copertina forse più poetica realizzata da Jack Smyth è quella dedicata alle Città invisibili, in cui sembra essere raffigurata un’altra città, quella che forse Italo Calvino non ha scritto: una città evanescente che sembra continuamente annullarsi e ricomporsi, svanire e riapparire, come un cielo stellato con la luna sullo sfondo come unico riferimento. L’immagine raffigurata è visibile eppure astratta, sembra pulviscolo, pioggia o, forse, polvere di stelle.
Jack Smyth è riuscito perfettamente nel suo intento e l’insegnamento più ammirevole che ci dà questo giovane graphic designer irlandese è che la copertina “non ha il compito di illustrare il contenuto di un libro”, ma di restituire la voce dell’autore che l’ha scritto. Chapeau a Smyth che è riuscito in questa difficilissima impresa di ascolto. Da qualche parte, forse in un’altra città invisibile, Italo Calvino ammira il suo lavoro e ne sorride contento, felice di essere stato custodito nella “molteplicità” delle forme possibili, “essenziali”, “visibili” ed “esatte” come la sua scrittura.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi si nasconde dietro le nuove copertine dei libri di Italo Calvino?
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