Come se avessi le ali. Le memorie perdute
- Autore: Chet Baker
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: minimum fax
- Anno di pubblicazione: 2009
Le memorie di Chet Baker, la sua storia personale, dolorosa, narrata senza reticenze e raccolta da Carol Jackson, sua moglie, la bellissima modella inglese che per amor suo abbandonò tutto. Solo le donne arrivano ad amare così tanto! In Come se avessi le ali. Le memorie perdute (traduzione di Marco di Gennaro) l’angelo del Jazz racconta con profonda sincerità, da lasciare senza fiato, la sua musica, le donne, l’amore, la dipendenza dall’eroina, gli arresti e la sua difficoltà nel non esser riuscito a sconfiggere i suoi demoni.
“C’è sempre in una persona molto più di quello che il pubblico riesce a vedere, e mai come nel caso di Chet Baker si può fare questa affermazione.”
Paolo Fresu ed Enrico Rava hanno conosciuto e suonato con Chet Baker negli anni Ottanta e nelle loro postfazioni lo ricordano con parole commoventi. Fresu scrive del suo genio, della sua sregolatezza e della sua storia che rimarrà sempre oscura e tormentata come la sua carriera. Rava lo ricorda come il musicista con la magia in tasca; il quartetto di Mulligan, le registrazioni nel ‘52 di Bernie’s e Lullaby of the leaves che in pochi mesi arrivarono in vetta alle classifiche consacrando il jazz come musica degli dei.
Uno dei più grandi trombettisti della storia del jazz, il migliore tra i bianchi, si abbandona ai ricordi e scrive del padre, cresciuto in una fattoria con un enorme granaio rosso, un uomo semplice che amava la musica e suonava bene la chitarra. Il nonno fu uno dei pionieri arrivati nell’Oklahoma e dopo poco tempo era proprietario di molti ettari di terra. Al tempo della Depressione la sua famiglia decise di trasferirsi in California a cercar fortuna. Chet già da ragazzino suonava la tromba, eseguendo i brani a orecchio: non era mai riuscito a imparare a leggere la musica. Amava suonare ma saltava la scuola fino a quando entrò nell’esercito. Marce, campi notturni, esercitazioni con bombe a mano; a sedici anni con l’amico Dick destinati al fronte occidentale, Berlino, con i suoi palazzi rasi al suolo e i carri armati russi per le strade della città. E con la sua tromba nella Banda della 298° Armata.
Dopo il congedo iniziò il suo periodo più propizio, con l’incontro con Charlie Parker nell’estate del 1952, che ne intuì la genialità e le session con il Gerry Mulligan Quartet in giro ovunque nei locali di Los Angeles. Il cool jazz aveva trovato nella voce di Baker uno dei suoi massimi interpreti, ma fu anche l’inizio della dipendenza dall’eroina.
Una lunga lista di donne tutte pazze per lui, fino all’incontro con Carol, bellissima, che lasciò il suo lavoro per viaggiare con lui. Scrive Carol:
“Quanto ai miei ricordi personali su Chet, mi ci vorrebbe un libro intero per scalfire appena la superficie: come la luce del sole ridisegnava i suoi zigomi pronunciati; la curva ampia e morbida del suo braccio quando reggeva la tromba; come i suoi occhi si facevano intensi e distanti quando suonava. Rapide immagini di lui che tornano su all’improvviso facendomi venire un nodo alla gola.”
Album da registrare e i tour all’estero in Europa, anche in Italia alla Bussola di Viareggio. Arresti e case di cura per la disintossicazione: Chet era sempre più stanco e mal messo a causa della droga, gli era difficile potersi bucare, le sue vene collassavano e scomparivano sempre più. Magrissimo, con lo sguardo smarrito, gli zigomi sporgenti e le rughe che gli segnavano il viso ricordandogli gli eccessi. Nella sua musica trovava conforto e si rifugiava sotto le ali protettive della sua tromba. Ballate struggenti indimenticabili, e tra le tante Everything Happens to Me e la malinconica My Funny Valentine, che ancora oggi emozionano i cuori e l’anima di chi le ascolta.
Come se avessi le ali. Le memorie perdute
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