Come siamo. Liberare la mente da tutti i condizionamenti
- Autore: Jiddu Krishnamurti
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Astrolabio
- Anno di pubblicazione: 2008
"Come siamo. Liberare la mente da tutti i condizionamenti" è costituito da una raccolta di otto discorsi che il filosofo indiano Krishnamurti ha tenuto nel 1955 a Ojai, in California.
Egli incoraggiava sempre una ricerca che fosse essenzialmente individuale. L’uomo, sosteneva, deve indagare da solo la via alla libertà; quello che è importante è l’essere umano e non gli insegnamenti o le tecniche utilizzate nel percorso. Si deve comprendere il funzionamento della mente, ognuno della propria. Se essa è condizionata da abitudini o presupposti, dogmi o da tutto ciò che spinge ad uniformarsi, quello che deduce è, anch’esso, condizionato e, dunque, non vero. Spesso si cercano solo altre prigioni e tutto quello che può derivare da queste limitazioni non ha grande valore. Se si riesce a capire come agiscono questi condizionamenti, si può attuare un mutamento radicale. Bisogna essere attenti, cioè consapevoli, senza interpretare; la mente deve restare immobile. I problemi nascono quando c’è un movimento della mente stessa e questo implica uno sforzo, un conflitto, provoca attrito; per risolvere più facilmente tutto ciò occorre osservare senza fare paragoni. E’ necessario porsi la domanda giusta e la comprensione è a portata di mano.
Quello che deve fare l’uomo è riuscire a diminuire l’accumulo di conoscenza acquisita, il peso dei condizionamenti di svariato genere, per avere accesso a qualcosa di nuovo e sorprendente. Una mente senza movimenti rende una persona religiosa ma anche rivoluzionaria, non nel senso di antisociale, anzi, ma nel senso che non è condizionata dalla società. Ci si deve porre le domande fondamentali e, se si è capaci di far questo, la mente si trasforma. Oggi c’è grande competitività ed ognuno vuol diventare “qualcuno” e primeggiare; oppure ci si sente di una nazione o di un credo o di un partito: sono le divisioni di ogni genere che creano conflitto e violenza. Bisogna indagare la propria mente ma senza tecniche che indichino “come” fare: usare un metodo è un approccio errato. Se esiste confusione in essa è perchè, intorno, ci sono orpelli inutili come le opinioni; se si osserva, semplicemente, il caos sparisce. Sforzarsi di essere virtuosi non va bene poiché lo sforzo stesso provoca attrito; né, quando ci si presenta un problema bisogna pensare e ripensare, analizzare ma è necessario, in tal caso, metterlo da parte ed allora si verificherà che, improvvisamente, lo si comprenderà (non c’è più conflitto). Quando ci si attende una ricompensa o si ha uno scopo, non si sta osservando. Fino a che l’uomo tenterà di non essere violento o invidioso ecc. perpetuerà quello stesso stato in quanto c’è lo sforzo.
Il filosofo ci invita a notare cosa sia l’osservatore e l’osservato, il loro ruolo nel condizionamento e cosa significhi dare definizioni (es.: l’invidia) e cosa questo comporti; se non si definisce un qualcosa, quello cessa. E, ancora: quando ci ripromettiamo la felicità per l’indomani, nel momento presente si sta vivendo nel dolore (la felicità è posposta, non “è” ancora). Krishnamurti affermava la necessità di una rivoluzione psicologica sperimentando la coscienza, comprendendola. Dava valore al silenzio che è necessario affinchè si manifesti il nuovo. Le culture legano l’essere umano ma una mente che indaga ogni momento e che non si adagia sulle sicurezze né si àncora alle abitudini o ad altre acquisizioni è libera, anche se non è facile realizzare questa condizione. E’, comunque, necessario cercare questa libertà senza insegnanti o guru.
Come siamo. Liberare la mente da tutti i condizionamenti
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