Come un ricordo che uccide
- Autore: Sabine Durrant
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sperling & Kupfer
- Anno di pubblicazione: 2015
Zach e Lizzie la verità ha sempre due facce (almeno) e due punti di vista
È San Valentino, Lizzie ha comprato dei fiori per il marito. Giacinti azzurri, Zach li voleva di un colore solo. È la prima volta che raggiunge quella curva e quell’albero, a un anno dall’incidente. Non riesce ancora a vedere un futuro senza di lui.
È consuetudine lasciare un mazzo sulla strada dov’è scomparso un proprio caro, ma si era sottratta a lungo a quel rito, tanto meno aveva raggiunto il punto a trecento chilometri e cinque ore da casa, la sera che Zach si era schiantato, mentre stava recandosi nella loro residenza in Cornovaglia. Adesso, davanti alla quercia si sente vicina a lui. Una spaccatura profonda causata dall’impatto. Ora la sua morte gli sembra reale.
Calpesta qualcosa in terra. Gigli bianchi legati alla base dell’albero. Un foglio. Un cuore disegnato. Un nome: XENIA. Una dedica: a ZACH.
Soprappensiero, pensa ad una singolare coincidenza, una disgrazia accaduta nello stesso punto a un omonimo. Chissà se anche la sua auto è andata a fuoco? Poi avverte una fitta di gelosia e il romanzo può avviarsi. Una storia piena di sorprese, un continuo capovolgimento, piacevolmente spiazzante per i lettori. È “Come un ricordo che uccide” di Sabine Durrant, pubblicato da Sperling & Kupfer, 374 pagine 17,90 euro.
Si erano contattati online. La sorella l’aveva iscritta a un sito di incontri. Al sesto appuntamento aveva conosciuto Zach. Davanti alla stazione le si era presentato come pittore e si era mostrato tutt’altro che anonimo, come i primi cinque o come lei stessa, lo ammette. Un uomo brillante, prestante, diretto. Non era la difficoltà di conoscere donne ad averlo spinto su internet, ma la voglia di ricominciare, le aveva detto.
Si può amare un uomo alla follia, per le sue qualità? Si può odiarlo, per l’insulto gratuito, le battute acide e maligne? Quel giorno stesso del viaggio Lizzie aveva inviato una lettera all’indirizzo in Cornovaglia, ma certo il marito non aveva potuto leggerla. Pensa con sollievo che sia morto senza sapere che lei lo aveva lasciato.
Arriva prestissimo anche questo colpo di scena e non sarà l’ultimo dei ribaltamenti che rendono la lettura davvero intrigante.
Lizzie raggiunge la casa di campagna ed ha la netta sensazione che Zach sia stato lì, contro ogni possibilità logica. D’altra parte, nell’anno si erano ripetuti momenti in cui aveva avuto la sensazione di incrociarlo, d’essere osservata, di avvertire il profumo inconfondibile della sua acqua di colonia. In un furto in casa, senza danni a porte e finestre, l’unico oggetto sottratto era stato l’iPod del marito.
Più scorrono le prime pagine, più Zach appare tutt’altro che adorabile. Lei rivela di avere sempre subìto con apprensione il suo giudizio severo, l’intransigenza, gli scatti d’ira. Non è l’uomo amabile che sembrava. E chi fosse si fa progressivamente chiaro ricostruendo il passato dal punto di vista dell’uomo, perchè comincia un’alternanza di capitoli, avviati dai nomi: Lizzie o Zach.
Il primo incontro, come lo ha vissuto lui: l’impressione iniziale non era stata favorevole. Minuta, scialba, uno scricciolo spaurito in jeans troppo grandi. Però il viso era grazioso e il fisico niente male, anche se ne sembrava inconsapevole, in modo quasi commovente.
Il primo bacio l’aveva trovato delizioso.
Sul conto di Lizzie Carter, aveva scoperto presto l’attitudine a relazionarsi meglio coi bambini che con gli adulti, l’affidabilità e la tendenza a vede solo il lato migliore delle persone. Casa sua, dentro, faceva schifo, invece. E viveva con la mamma, accidenti.
Lui aveva l’abitudine di pedinare costantemente le donne con cui usciva. Si introduceva nei loro appartamenti, rovistava nei cassetti.
Intanto, quando ha incontrato Lizzie era sposato.
Zach è una moneta falsa?
Come un ricordo che uccide
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