Conoscenza Ignoranza Mistero
- Autore: Edgar Morin
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Raffaello Cortina Editore
- Anno di pubblicazione: 2018
“La sola cosa che so è di non sapere”.
Questa è di Socrate, intorno al V secolo avanti Cristo. L’ignoranza cui fa riferimento diventa preludio a un sapere umile, relativo, che tiene conto del Grande Enigma che ci circonda.
“Chi aumenta la sua conoscenza aumenta la sua ignoranza”.
A sostenerlo, Friedrich Schlegel a cavallo tra Settecento e Ottocento: la ricerca fenomenica ha già fatto sostanziali balzi in avanti.
Con Edgar Morin siamo ai nostri giorni, ma il succo del discorso resta uguale:
“Vivo sempre più con la coscienza e il sentimento della presenza dell’ignoto nel conosciuto, dell’enigma nel banale, del mistero in tutte le cose e, in modo particolare, dell’aumento del mistero in ogni aumento della conoscenza” (p. 13)
Edgar Morin è a tal punto interessato all’altra faccia (arcana) del sapere scientifico da farne oggetto di “Conoscenza Ignoranza Mistero”, il suo ultimo saggio (2018) in Italia pubblicato da Raffaello Cortina. Il titolo è scritto così, senza segni di interpunzione, a evidenziare una prossimità dialettica (una consequenzialità filosofica) tra i temi-cardini del libro. Un libro denso e accattivante com’è nel taglio e nell’acume di Edgar Morin, qui alle prese con le sfumature e le questioni prime della speculazione filosofica: origine dell’universo e della vita, avant tout; l’umano (in fondo “sconosciuto a se stesso”) e il post-umano del nostro tempo, poi.
“L’espansione delle conoscenze è irresistibile quanto l’espansione dell’universo. La mente umana non ha la capacità di captare, abbracciare, organizzare la loro crescente immensità. Se può accumularle con dizionari, enciclopedia, Internet, Big Data, e se può o potrebbe ‘algoritmizzarne’ alcune, non potrebbe però abbracciarne il tutto in espansione. Anche in seno a una disciplina come la biologia molecolare, la conoscenza è in espansione accelerata, e non vi è possibile alcuna conoscenza esaustiva o definitiva” (p. 15)
Per ogni avanzamento conoscitivo c’è dunque l’ombra che lo sottende. L’ombra dinnanzi alla quale sarebbe utile (sof)fermarsi. Riflettere. Ri-pensare. In altre parole: ciascun progresso gnoseologico deve confrontarsi se non altro con l’ignoto dell’origine e della fine di tutto, per non dire del mistero stesso che attiene la sostanza di cui si compone la realtà. Come in un reiterato gioco di scatole cinesi, più si confida sul piano della razionalità più esso apre a possibili anfratti refrattari alla ragione. Zone franche (buchi neri?) sottotraccia al nitore della conoscenza. L’esortazione sottotraccia di Edgar Morin è di non arrendersi allo scoramento: la ricerca scientifica - e con essa la ricerca strenua di un eventuale senso della vita - devono trarre rinforzo proprio da questa coniugazione inspiegabile, al contempo sublime e atroce dell’esistere.
Conoscenza Ignoranza Mistero
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