Che significa la parola coprifuoco? Perché si dice così? In questo anno di pandemia e di emergenza sanitaria abbiamo spesso sentito o letto questa parola: coprifuoco. È una parola che siamo soliti abbinare a un contesto di divieti e di guerra, ma che significa e perché si dice così? Cosa c’entra il fuoco? Scopriamolo insieme.
Coprifuoco è una parola che negli ultimi mesi abbiamo sentito e letto ovunque: nei decreti del Governo, su internet, negli articoli di giornale; ne abbiamo parlato al telefono con amici e parenti (che non possiamo andare a trovare così facilmente). Infatti tra le restrizioni e le nuove norme anti-covid ci sono anche severe regole sugli spostamenti e sui divieti di assembramento: tra questi c’è anche il coprifuoco, che vieta di spostarsi dalla propria abitazione dopo le 22 se non per motivi di comprovata necessità.
Ma cosa significa coprifuoco? Con questa parola si indica un ordine imposto solitamente dalle autorità statali o militari ai civili che prevede l’obbligo di restare nelle proprie abitazioni durante le ore notturne.
Sul Vocabolario Treccani leggiamo questa definizione: "Divieto straordinario di uscire durante le ore serali e notturne imposto dall’autorità per motivi di ordine pubblico, in situazioni di emergenza. Estens., scherz.: non vengo al pub, mia madre ha messo il coprifuoco."
Si tratta dunque di un ordine, un divieto che appunto impedisce ai civili di uscire di casa durante la notte. Ma da dove viene questa parola?
Coprifuoco: perché si dice così?
La parola coprifuoco vede le sue origini in un’usanza medioevale nata per prevenire e evitare incendi durante la notte. A un orario prestabilito infatti, al segnale dello squillo di una tromba o al rintoccare di una campana speciale, gli abitanti delle città avevano l’obbligo di soffocare sotto la cenere tutti i fuochi e le fiammelle accesi per riscaldarsi o illuminare gli spazi, e dunque di coprire le fiamme con la cenere per spegnere il fuoco senza generare fumo.
Più avanti nei secoli il termine è rientrato d’uso comune nel gergo soprattutto militare: in guerra infatti con il termine coprifuoco si segnala una fascia oraria in cui i cittadini, se in strada e non al riparo, corrono il rischio di cadere vittime di bombardamenti o sparatorie. Per lo stesso motivo, nel caso di bombardamenti aerei, durante il coprifuoco è vietato esporre qualsiasi tipo di luce, in modo da rendere più difficile identificare la posizione di un centro abitato.
Nel nostro caso, il coprifuoco sanitario dovuto a contrastare la pandemia non prevede che si debbano estinguere tutte le fonti di luce, ma comunque non ci si può recare fuori dalla propria abitazione negli orari prestabiliti per limitare gli spostamenti e cercare di limitare la diffusione del virus.
Conoscevate le origini di questa parola? Vi aspettiamo nei commenti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Coprifuoco: che significa e perché si dice così
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ottimo!! davvero utile per ben comprendere l’uso di termini che usiamo quotidianamente senza conoscerne il vero signoficato.
GRAZIE