

Cornacchie
- Autore: Giacomo Ceccarelli
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2025
Cornacchie di Giacomo Ceccarelli (Feltrinelli, 2025) è un romanzo surreale scritto in una prosa che assomiglia più alla poesia, per via delle sue frasi brevi, sonore, icastiche, mentre le storie che vengono raccontate, i personaggi che compaiono, i luoghi in cui la narrazione si svolge, sono a un tempo realistici e simbolici, attuali e mitici, fiabeschi e politicamente “scorretti”. 99 brevi capitoli, separati da un asterisco, con alternanza di caratteri tipografici: stampato, corsivo, maiuscolo, a seconda del contesto, e poi figure retoriche, onomatopee, anafore, ripetizioni di parole, citazioni, parentesi.
La storia è difficile da raccontare senza svelare a chi legge il senso del racconto. Le cornacchie del titolo sono gli uccelli che nelle primissime pagine del libro sono riprese da un video che l’ornitologa Olga Leffman ha girato nella contea del Lancashire, a nord dell’Inghilterra, riuscendo a riprendere un fenomeno stranissimo: un gruppo di cornacchie che, con rametti secchi nel becco, hanno costruito una sorta di nido su una pietra, mentre una di loro, più grossa delle altre, sfregando la pietra con qualcosa di rigido nel becco, è riuscita a dar fuoco ai ramoscelli. Il video, postato su twitter, diventa come si dice sempre ora “virale”, dando celebrità immediata ad Olga. Ma intanto in Italia sta andando in onda su Mediaset una diretta live del Grande Fratello Vip, a cui prende parte un uomo grosso e bellissimo, Pepo, che aspira alla fama mediatica per raggiungere la quale farebbe letteralmente qualunque cosa. E infatti il suo gesto sarà imprevedibile e drammatico. Poi c’è un selvaggio uccisore di cornacchie, il giovane Enzo, che le punta sul suo balcone romano uccidendone con una micidiale fionda a decine. Non manca la famiglia Grandi, due anziani che vegliano un’enorme gabbia nel loro salotto, in cui tengono relegati dei perrocchetti, ormai vecchi, tranne l’ultimo arrivato, Girolamo, dal manto rosso. Si occupa della pulizia della gabbia e delle faccende domestiche la domestica filippina Jasmine, che obbligata a lasciare il suo paese dove ha lasciato marito e figli, di cui uno malato, detesta i suoi datori di lavoro, la gabbia con i pennuti e la prigionia in cui si sente vittima in quella casa; decide così una sera, imprevedibilmente, di liberare il pappagallino Girolamo - che almeno lui si goda la libertà. La tv intanto sta mandando in onda il Grande Fratello e gli spettatori sono annichiliti da quello che sta succedendo, perché capiscono che non è uno scherzo, anche se la pubblicità vorrebbe annacquare l’orrore che è stato appena trasmesso.
Il tema della gabbia, della agognata libertà è al centro di questo romanzo stravagante, dove uomini e animali si confrontano e, come nelle fiabe, questi ultimi parlano, agiscono, fanno la rivoluzione, reagiscono ai soprusi degli umani, che si credono ancora padroni dell’universo. Molto belle le scene in cui Girolamo, che è nato in cattività, prova a volare, raggiunge il mare, salva una pernice quasi soffocata da una busta di plastica gialla “brandizzata” Esselunga, diventa alleata e compagna delle ormai potentissime cornacchie. Metafore facilmente leggibili in questa storia originalissima, esordio narrativo dello scrittore romano Giacomo Ceccarelli, nella quale l’amore per la libertà di uomini, donne e uccelli provenienti da tutto il pianeta si mescola in una specie di giostra fatta di parole, di affetti filiali, di amori finiti, di versi, di suoni, di angosce, nascite e morti. La poesia di Giorgio Caproni, che l’autore ha scelto per l’esergo del suo libro, si conclude con versi potenti ed efficaci, che sembrano anticipare l’intera narrazione di Ceccarelli, piena di sottile ironia:
[...] Come / potrebbe tornare a essere bella, / scomparso l’uomo, la terra.

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