Da porta a porta. Gli ultimi dribbling dei furbetti del calcio
- Autore: Antonio Felici
- Genere: Sport
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2012
C’era una volta lo “stile Juventus”, ricordate? Qualcosa tra il rigorismo da collegio militare e il bon ton di estrazione aristocratico-sabauda. L’Inter seguiva a ruota, con piglio altrettanto signorile, declinato in tinte neroazzurre e indole meneghina. Nemmeno Nostradamus avrebbe potuto immaginarne il restyling aggiornato al terzo millennio, da signore del calcio italiano a matrone di strada, destituite dal trono, rivali come sempre, ma adesso per robetta volgare: brutte storiacce di scudetti scippati e assegnati a tavolino, inciuci, carte-bollate, veleni e diversa altra fanghiglia sparsa.
Però mica il pasticciaccio brutto di calciopoli (il padre di cotanta perdita di bon ton) è prerogativa soltanto di nobili decadute. Tutt’altro: è un sistema trasversale, di denaro guadagnato male e sperperato altrettanto, accordi sottobanco, una affaire in nero spalmato nel tempo, per club, e persino per diverse nazioni. Una combine globalizzata, come dimostrerebbe il secondo atto del giro di vite & denaro di Scommessopoli, attecchita in sordina nelle stanze della procura napoletana, quindi deflagrata in una una rete affollata di liason dangereuses che annovera campioni e mezzi brocchi, gole profonde, allenatori (su tutti Antonio Conte, al tempo in cui era allenatore del Siena), presidenti, traffichini, delinquenti comuni, e chi ne ha ancora da mettere ne metta. “Da porta a porta” (Iacobelli, 2012) comincia dunque dove finivano “Le pagine nere del calcio”. L’autore è lo stesso, Antonio Felici (di questo passo ha assicurato un avvenire da cronista di nera più che da giornalista sportivo): questa sua ultima indagine aggiorna il discorso ai misfatti di Scommessopoli, spy-story con i crismi del romanzo corale, protagonista una più oscura (rispetto a quella operante in Calciopoli) ma non meno efficiente hall stars del malaffare pallonaro. Troppi soldi e troppo facili, la tentazione è in agguato, se si tratta di chiudere un occhio sulla figuraccia rimediata per un autogol galeotto, o una svirgolata a centrocampo che possa agevolare la marcatura avversaria.
Ancora una volta Felici accorre sui luoghi del disastro, non si tira indietro e non distoglie lo sguardo su quel che resta dell’etica sportiva: il suo nuovo libro è un florilegio serrato di documenti, verbali, intercettazioni, cronistorie, che ha radici nel passato e abbraccia un anno da molti vissuto pericolosamente, con tracimazioni persino nel campo della cronaca nera (vedi il “caso” del suicidio anomalo del calciatore del Cosenza Donato Bergamini). Come ogni sequel di estrazione "necessaria", “Da porta a porta” sgomenta, forse, più del precedente "Pagine nere...". Perché è segno che il peggio non è ancora passato, il malaffare è congenito, in progress.
Se gli ultrà avessero tempo per libri diversi dai manuali di guerriglia urbana, leggendo le inchieste di Felici capirebbero forse che il gioco non vale la candela, che il risultato di una partita di calcio, troppe volte, non è deciso sul campo ma nelle stanze di chi, a via di milioni, maneggi e altri intrighi internazionali, si è comprato anche l’ex sport più bello del mondo. Chiamatelo pessimismo cosmico, ma è così che la penso.
Da porta a porta. Gli ultimi dribbling dei furbetti del calcio
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