Dal buio alla luce con la forza della preghiera di Vittore De Carli

Dal buio alla luce con la forza della preghiera (Libreria Editrice Vaticana 2018), come indicato quale sottotitolo, se fosse necessario, è la storia personale del giornalista Vittore De Carli attraverso l’esperienza di un infarto e 47 giorni di coma durante i quali ha subito un’operazione con innesto di 5 bypass e la sostituzione di una valvola.

Dopo una vita operosa guidata dalla fede e dalla passione per il giornalismo, il cuore cede il 13.08.2015. L’autore racconta dei suoi vissuti durante la fase del coma e della sua successiva lotta per la riabilitazione fisica lunga e penosa.
Dopo il coma torna la “lucidità” e con lei l’angoscia legata ai vissuti di abbandono e di impotenza immobilizzato nel reparto delle cure intense.

Immaginate di stare in un corpo che non sentite più vostro e di non poter comunicare, in una condizione di impossibilità a dialogare e quindi di entrare in relazione con qualcuno, oltre a non riuscire a chiedere niente. Penso che la fatica più grande sia stata vivere questa solitudine immensa pur essendo vivo e circondato da persone intente a prendersi cura di me.

Dopo due mesi di immobilità i muscoli si sono rattrappiti e ogni gesto costa fatica immane, per non parlare della fatica a reggerne l’incomprensione altrui.

(…) anche gesti semplici come aprire il tappo di una bottiglietta di plastica o infilare le calze erano diventati un problema. Nella nostra testa ci sentivamo ancora quelli di prima ma anche una telefonata era sufficiente a stancarci, per non parlare della fatica delle visite, le domande sul nostro stato di salute e quelle esortazioni condite da “fatti forza, vedrai che tra poco tutto ritornerà come prima” che innervosiscono.

Sono i vissuti di che è sì riuscito a rimettere in discussione la propria vita, le proprie priorità, ma solo dopo aver accomodato quello che è sostanzialmente un trauma profondo che ha portato una cesura definitiva della sua vita.

Anche se la malattia, il dolore e la morte fanno parte integrante dell’esistenza, quando irrompono in modo improvviso e violento nella propria vita, mettono in discussione la quotidianità (…)

Tutto il percorso è stato sostenuto da una fede profonda, coltivata sin dall’infanzia in famiglia e poi con l’attività di volontariato a sostegno dei malati all’Unitalsi. A essi è dedicato questo elaborato e a essi è donato il provento della vendita del libro. In particolare, al fine della costruzione di alloggi temporanei dedicati ai parenti dei bambini ricoverati in ospedale per i trattamenti medici.

Questo testo si aggiunge alle testimonianze della malattia da parte di chi se n’è occupato da sano. Un cambio di prospettiva che in alcuni romanzi di successo hanno visto come protagonista il medico (che diventa paziente). La sostanza non cambia. Non si tratta però di un diario intimo, né di una denuncia ma di un’esortazione alla comprensione dei vissuti sia dei malati che dei loro parenti (in guerra si parla di “vittime collaterali”).
Lo stile è fortemente giornalistico, soprattutto nella strutturazione dei capitoli. Poi c’è anche lo stile del comunicatore e il bisogno di esprimere la propria gratitudine verso le persone che l’hanno sostenuto, incoraggiato e accompagnato, assieme alla sua profonda fede.

L’autore, Vittore De Carli (Como, 1958), figlio di contadini nel comasco, è cresciuto nella fede cristiana portando avanti negli anni un impegno di volontariato che l’ha condotto a divenire presidente regionale dell’Unitalsi.
Professionalmente ha a lungo lavorato come giornalista, come pure in funzione di comunicatore e quale docente di giornalistica.