Ricorre oggi il decennale della scomparsa del poeta irlandese Seamus Heaney, premio Nobel per la Letteratura nel 1995, avvenuta il 30 agosto 2013. Per ricordarlo, scopriamo una delle sue liriche più belle e significative intitolata Digging traducibile in italiano come Scavare, tratta dalla prima raccolta poetica dell’autore Death of a Naturalist (Faber & Faber, London, 1966).
Digging è un testo cardine per comprendere la poetica di Heaney, vi ritroviamo infatti immagini arcaiche aperte allo spiraglio del “miracoloso” e tutte le cifre stilistiche in seguito sviluppate nella sua produzione. Trapela tra le righe l’interpretazione artistica di una violenza che stava segnando profondamente l’Irlanda del Nord in un periodo che passerà alla storia come “gli anni di piombo” e sfocerà nel sanguinoso massacro del Bloody Sunday (1972). La poesia, in questo contesto, esercita una forza salvifica consacrata da Séamus Heaney attraverso l’immagine - quasi sacrale - della mano che impugna la penna. L’atto, quasi primordiale, dello “scavare” diventa così metafora di un agire più profondo: la penna, l’azione di scrittura, viene paragonata a un’arma, a una specie di grimaldello che ha come scopo quello di dissotterrare una verità nascosta, a lungo celata.
Attraverso la metafora della scrittura Heaney prende una precisa posizione etica nei confronti della guerra civile che stava insanguinando la sua terra: la penna definita “comoda come una pistola” sarà la sua unica arma di lotta.
Digging è la prima poesia contenuta nella raccolta La morte di un naturalista pubblicata da Mondadori nella collana “Lo Specchio” nel 2014.
Scopriamone testo, analisi e commento.
“Digging” di Seamus Heaney: testo
Tra il mio pollice e l’indice riposa
la tozza penna, comoda come una pistola.Da sotto la finestra, un suono aspro e netto
quando la vanga affonda nella terra ghiaiosa:
mio padre, che scava. Mi affaccio e guardofinché la sua groppa tesa nello sforzo tra le aiuole
s’abbassa, si rialza vent’anni addietro
curvandosi ritmicamente tra i solchi di patate
dove stava scavando.Il rozzo scarpone annidato sulla staffa, il manico
saldo contro l’interno del ginocchio a fare leva.
Sradicava gli alti ciuffi, affondava la lama lucente
per sparpagliare le patate novelle che raccoglievamo
stringendole con piacere fredde e dure tra le mani.Per Dio, il mio vecchio la sapeva maneggiare, la vanga.
E così il suo.Mio nonno tagliava più torba in una giornata
di ogni altro nella torbiera di Toner.
Una volta gli portai del latte in una bottiglia
con un tappo di carta abborracciato. Si raddrizzò
per bere, poi si rimise subito al lavoro,
fendenti e affondi netti, gettandosi le zolle
sopra la spalla, andando sempre più giù
dove la torba era migliore. Scavare.L’odore freddo del terriccio sulle patate, il risucchio e lo schiaffo
della torba impregnata, i tagli netti di una lama
su radici vive mi si ridestano nella mente.
Ma non ho vanga per seguire uomini come loro.Tra il mio pollice e l’indice riposa
la tozza penna.
Scaverò con questa.(Traduzione di Marco Sonzogni)
“Digging” di Seamus Heaney: testo originale inglese
Between my finger and my thumb
The squat pen rests; snug as a gun.Under my window, a clean rasping sound
When the spade sinks into gravelly ground:
My father, digging. I look downTill his straining rump among the flowerbeds
Bends low, comes up twenty years away
Stooping in rhythm through potato drills
Where he was digging.The coarse boot nestled on the lug, the shaft
Against the inside knee was levered firmly.
He rooted out tall tops, buried the bright edge deep
To scatter new potatoes that we picked,
Loving their cool hardness in our hands.By God, the old man could handle a spade.
Just like his old man.My grandfather cut more turf in a day
Than any other man on Toner’s bog.
Once I carried him milk in a bottle
Corked sloppily with paper. He straightened up
To drink it, then fell to right away
Nicking and slicing neatly, heaving sods
Over his shoulder, going down and down
For the good turf. Digging.The cold smell of potato mould, the squelch and slap
Of soggy peat, the curt cuts of an edge
Through living roots awaken in my head.
But I’ve no spade to follow men like them.Between my finger and my thumb
The squat pen rests.
I’ll dig with it.
“Digging” di Seamus Heaney: analisi e commento
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L’intera poesia di Heaney è costruita su una metafora precisa: l’azione fisica dello scavare si trasfonde nell’atto intellettuale - quasi astratto - della scrittura. Emerge in particolare lo sguardo del poeta che è capace di trasfigurare gli oggetti più quotidiani - come la bottiglia, le patate, la terra - rendendoli “altro” con lo stesso ritmo metodico e insistente con cui la vanga spinge a fondo nella terra per trarne la torba. In questi versi troviamo condensato il pensiero di Séamus Heaney: il suo coraggio, la sua umiltà, la sua passione inesausta per ogni cosa del mondo.
Il suono della vanga del padre che affonda nella terra riporta la memoria del poeta ad anni addietro, ricordandogli le azioni di suo nonno e dei suoi antenati. Generazioni di contadini si succedono nella ripetizione atavica e continua di uno stesso gesto: “scavare”. Ha inizio così un lungo flashback, il movimento della vanga riconduce il poeta al tempo della sua infanzia quando era solito portare al padre una bottiglia di latte per rigenerarlo della fatica del lavoro nei campi. Ogni strofa del poema di Heaney segue una precisa scansione, in bilico tra passato e presente. Le “radici vive” (living roots, Ndr) cui fa riferimento l’autore acquisiscono una funzione simbolica: sono metafora delle origini di Heaney, rappresentate dalla sua famiglia (il padre, poi il nonno) e dalla terra d’Irlanda.
Attraverso la descrizione dell’uomo-contadino che vanga il suolo ghiaioso Séamus Heaney rende omaggio non solo ai suoi antenati, ma a intere generazioni di uomini irlandesi che hanno tratto dalla terra la propria sussistenza. Il poeta si riconosce e si riflette in loro, comprende che condividono lo stesso mondo “the same world” circoscritto da quella vasta - talvolta inospitale - terra d’Irlanda. Il contadino che vanga il terreno diventa quindi metafora di una sorta di Everyman, di qualsiasi cittadino irlandese che si trovava suo malgrado a vivere in quei tempi inospitali, sanguinari, violenti in cui la morte di un singolo uomo era un quotidiano sacrificio, un rito di sangue che il più delle volte passava sotto silenzio.
La tragedia vissuta dall’Irlanda si dissolve nell’ultima terzina composta di versi carichi di compassione. Séamus Heaney di nuovo riconosce la penna come sua unica arma, suo solo strumento per seguire le orme tracciate dai padri, chiudendo la lirica in maniera circolare con una precisa dichiarazione di intenti:
Scaverò con questa.
In una frase concisa e lapidaria Heaney traduce il suo proposito di scrittura. Il verbo Digging, scavare, diventa quindi sinonimo di Writing, scrivere. Cosa rappresenta, in fondo, la scrittura se non questo andare a fondo nelle cose, indagarle nella loro essenza, sino a giungere al nocciolo nascosto sotto strati di superficie, sino a scovarne il cuore? Proprio come la vanga, la penna scava nei recessi più reconditi della coscienza. Questo Séamus Heaney l’aveva intuito e, con l’umiltà che contraddistingue le anime grandi, sembrava rimproverarsi la propria inettitudine all’azione:
Ma non ho vanga per seguire uomini come loro.
Da poeta Heaney cerca il proprio senso nel mondo come può e, attraverso la scrittura, si propone di attuare un’azione solida e duratura che possa essere degna delle gesta dei propri antenati.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Digging” di Séamus Heaney: la più bella poesia del Premio Nobel irlandese a 10 anni dalla scomparsa
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