Dipingere è meditazione. Pensieri sull’arte
- Autore: Georges Braque
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Via del Vento
- Anno di pubblicazione: 2011
«Il contatto con la natura è sempre il più importante, perché è fedele. Determina l’impregnazione a cui ogni artista è sottoposto.»
La natura, per Georges Braque, è la madre intesa come generatrice e componente essenziale dell’impulso a creare. La sua sensibilità artistica nasce esattamente alla confluenza di questo dialogo istintivo e genuino con la realtà e le sue molteplici espressioni.
Il passaggio artificioso, imposto dal progresso, dalla gratuità dell’opera a una sua fruizione utilitaristica, quasi fosse uno dei tanti prodotti a disposizione dei nuovi mercati, suscitò in Braque una controspinta che gli permise di mettere a fuoco l’atto creativo al di fuori di ogni tentazione venale. Ciò che venne rilevato all’inizio del secolo da diversi intellettuali al di là del fatto che l’espressione artistica andasse adeguandosi alle applicazioni tecniche (si consideri ad esempio il fenomeno della grafica pubblicitaria, per citare uno dei casi più eclatanti) fu piuttosto il pericolo per la creatività di ricadere, a causa di questo stato di cose, sul rullo adibito al trasporto dei prodotti di largo consumo. Non a caso Walter Benjamin dedicò un’ampia sezione, per non dire l’intero sfondo concettuale, del suo romanzo-labirinto, Strada a senso unico, proprio al rischio della reificazione corso dalla collettività:
«Dalle cose svanisce il calore. Gli oggetti di uso giornaliero respingono piano ma ostinatamente l’uomo.»
Carattere libero fino al midollo, temperamento meditativo e solitario, Braque ricavò non a caso dall’osservazione degli uccelli nell’ambiente selvatico della Camargue una sorta di ornitomanzia, per cui negli anni trenta fissò un nuovo fulcro della propria ispirazione:
«Gli uccelli sono la sintesi di tutta la mia arte – sono più che pittura. […] Lì esistono straordinarie specie di uccelli, proprio in mezzo ai tori neri. Si vedono l’ibis, il fenicottero e l’airone, un uccello splendido. Il librarsi dell’airone è stupendo.»
A tale proposito vale la pena ricordare che William Butler Yeats, il cantore de I cigni selvatici a Coole, scrisse una riflessione sorprendentemente simile a quella di Braque, condividendone lo stupore poetico:
«Certi uccelli […] solitari come l’airone, il falco, l’aquila e il cigno sono simboli naturali della soggettività, specie quando si librano soli nel vento o si posano su qualche laghetto o fiume.»
La sintesi di pensieri proposta da Marco Alessandrini per Via del Vento edizioni fotografa nei tratti salienti la personalità di un artista che seppe elaborare un linguaggio per molti aspetti sciolto e trasversale, rispetto alle stesse forzature d’avanguardia, in particolare anche nei confronti della culla cubista nella quale pure si risvegliarono la sua immaginazione e quella dell’amico Picasso. Cessato l’effetto dirompente con cui il cubismo fece il proprio ingresso nel mondo dell’arte, contribuendo a demolire il concetto classico di prospettiva, Braque ne introiettò la carica innovativa per forgiare la propria personale visione, fatta di percezioni e sguardi stratificati e compositi. Ciò che contava, per Braque, era far rivivere sulla tela la sincronia che anima gli eventi, producendo incontri inaspettati tra cose e persone. Fotografare attraverso il colore questa mescolanza di senso ed emozione, spingere l’osservatore a farsi partecipe della loro perenne metamorfosi è stata più che un’idea pittorica ma una profonda volontà di rappresentazione da cui scaturiva la sua autentica ragione di vita.
- Autore: Georges Braque
- Titolo: "Dipingere è meditazione". Pensieri sull’arte
- Curatore: Marco Alessandrini
- Casa editrice: Via del Vento edizioni
- Anno: dicembre 2011
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