Donne, madonne, mercanti e cavalieri. Sei storie medievali
- Autore: Alessandro Barbero
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Laterza
- Anno di pubblicazione: 2015
Donne, madonne, mercanti e cavalieri. Sei storie medievali (Laterza, 2015) è un volume frutto degli interventi del Prof. Alessandro Barbero, docente di storia medievale dell’Università del Piemonte orientale, in occasione del Festival della Mente del 2012.
Questa breve opera si compone di sei biografie di tre uomini e tre donne:
- Fra’ Salimbene da Parma
- Dino Compagni
- Jean de Joinville
- Santa Caterina da Siena
- Christine de Pizan
- Giovanna d’Arco
L’autore ricostruisce l’identità di ciascuno, utilizzando “vero poetico”, forgiando un’anima ai suoi personaggi. La voce narrante, infatti, attraverso una sintassi paratattica e un lessico medio, con un tono di garbata conversazione, ci cala in un tempo lontano costruito su
“ruoli sociali appannaggio degli uomini… la scelta dei personaggi è legata a una condizione di fondo, a cui non si può sfuggire. Per poter entrare nella testa di uomini e donne del passato, è necessario che essi abbiano lasciato testimonianze scritte…”
e così plasma i personaggi. L’attenzione del docente medievista è vigile e la sua narrazione ci immette attraverso la quotidianità dei sei personaggi nello scenario della Storia tra assemblee comunali, crociate, guerre tra città, commerci in espansione e vita nei dei monasteri.
Dalla Cronica di Salimbene apprendiamo la sua monacazione, una scelta che crea una frattura insanabile con suo padre, il cavalier Guido di Adam; l’atteggiamento di Guido di Adam che scrive anche al Papa per impedire che suo figlio diventi monaco ricorda Pietro di Bernardone, padre di San Francesco di Assisi. Padri angosciati dai figli, in una società in cui i figli dovevano seguire le orme della famiglia. Ma attraverso la Cronica conosciamo anche la reale situazione socio-culturale: la necessità della mnemotecnica; la raschiatura delle pergamene (ahimé); gli usi nei banchetti importanti e l’ostilità per l’Anticristo che, oggi, è per noi incomprensibile identificare con l’artefice della cultura siciliana, Federico II.
Salimbene resta
“figlio di un nobile cavaliere, ha fatto una scelta che l’ha portato lontano dalla sua famiglia. Tuttavia della sua famiglia ha conservato alcune caratteristiche legate al modo di pensare, al sistema di valori … per lui, la vera misura degli uomini sono la cortesia o la villania…”
Oltre al religioso nella società medievale spiccano mercanti e cavalieri, esponenti di una società che appare in forte evoluzione nel Basso Medioevo.
Dino Compagni, il secondo personaggio, possiede un cognome, segno di distinzione al tempo, poiché il cognome era prerogativa solo di uomini di antica stirpe; i più si indicavano con il nome paterno o del luogo di provenienza.
Dino Compagni è un mercante della Corporazione Por Santa Maria eppure è a Campaldino al fianco di Dante Alighieri di famiglia di origine aristocratica per combattere contro Arezzo. Egli non è solo un agiato mercante, ma ricopre cariche pubbliche cittadine. Ormai Firenze è un Comune “popolare” in cui i ricchi signori di nascita plebea sono parte attiva nella politica della città.
Nella Cronica delle cose occorrenti ne’ i tempi suoi, D. Compagni ci descrive la complessa situazione politica del tempo, la conflittualità tra Arezzo e Firenze e l’organizzazione
“di una società dominata dai nobili: sono organizzati in famiglie…l’espressione evoca un panorama un po’ mafioso…famiglie[…] pronte ad ammazzare per difendere il loro potere, il loro onore i loro interessi….Per i nobili la famiglia è tutto, mentre Dino è un uomo che si è fatto da solo, un self-made man, come tanti altri popolani di Firenze”.
Dino Compagni, una sorta di Mastro Don Gesualdo, non accetta le logiche clientelari, non vuole la guerra; la sua posizione è sempre per la pace per far prosperare se stesso e la sua città.
Ma resiste ancora una classe aristocratica che grazie alla guerra ha costruito la propria fortuna, sono i cavalieri. Jean de Joinville, cavaliere francese, biografo del re di Francia Luigi IX il Santo, è il nostro terzo personaggio maschile ed è il contraltare di Dino-mercante: è
“ un cavaliere crociato…quella di Joinville è la testimonianza di un medioevo profondamente religioso… la giornata di un cavaliere e, specialmente di un gran signore che non deve lavorare, comincia sempre con la messa”
Le figure femminili si possono collocare in un arco temporale che va dallo scisma di Avignone alla guerra dei Trent’anni. Sono donne diverse, ma tutte di condizione agiata, sostenute a vario titolo dai loro padri.
La vita di Santa Caterina da Siena è nota per il suo impegno nel porre fine alla “cattività avignonese” con il rientro di papa Gregorio in Roma (1377); meno conosciute le sue vicende private e familiari riportate dal suo biografo e confessore, Raimondo di Capua, che fanno luce, almeno in parte, sulle sue scelte radicali: rifiuto del cibo, flagellazioni, distruzione del suo corpo.
La mistica senese lascia poi il posto a Christine de Pizan, la donna scrittrice, un personaggio che colpisce per la sua intelligenza, per la capacità di svolgere una professione riservata al tempo solo agli uomini. Ella è stata madre, moglie, vedova, capofamiglia e infine monaca. Christine dedica l’ultima sua opera alla Pulzella d’Orleans; subito dopo, Jeanne d’Arc inizia la parabola della sua discesa.
La vita di Giovanna d’Arco si conclude il 30 maggio 1431 sul rogo sulla piazza di Rouen, dopo un processo farsa che inizia senza capo di imputazione. È interessante scoprire con quale stratagemma gli inglesi riescano a condannarla e come suo padre e i suoi fratelli l’abbiano appoggiata e seguita in tutte le sue scelte.
Con queste sei biografie, il prof. Barbero, conosciuto non solo in ambito universitario, ma anche sui social dove è seguito e amato da un gran numero di follower, offre a lettori anche non esperti di conoscere la complessa realtà medievale.
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