L’auditorium della Nuvola è sold out nell’ultima giornata della fiera Più Libri Più Liberi: tutto merito della presentazione di Alessandro Barbero, in cui lo storico, in compagnia di Loredana Lipperini, racconta il suo libro Romanzo russo, un’opera che non è solo un romanzo, ma un vero e proprio esperimento narrativo e storico.
Con la sua consueta chiarezza espositiva, Barbero ha raccontato al pubblico il contesto e di nascita del libro, il legame profondo con la tradizione letteraria russa e il complesso rapporto tra finzione e realtà storica.
Romanzo russo: com’è nato il libro di Barbero
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Barbero svela i retroscena che hanno portato alla nascita del romanzo: come incipit dell’evento, infatti, racconta di come questo sia nato grazie allo scrittore Aldo Busi, che per primo riconobbe il talento dello storico. Busi inoltre - come ci viene raccontato da Barbero in un curioso aneddoto - suggerì il titolo definitivo del libro, contribuendo a plasmare anche il sottotitolo: “Fiutando i futuri supplizi”.
Inoltre, durante la sua presentazione, Barbero approfondisce il contesto storico e culturale che fa da sfondo al romanzo, collocando la genesi di Romanzo russo in un periodo particolarmente cruciale per la storia: la fase di transizione e riforme dell’Unione Sovietica tra il 1986 e il 1991, un’epoca caratterizzata da cambiamenti radicali che culminarono con la dissoluzione dell’URSS (la “perestrojka”). Barbero racconta come questo momento storico abbia avuto un impatto profondo anche sulla cultura occidentale, compresa l’Italia: i giornali dedicavano ampio spazio agli eventi in corso, e le cronache da Mosca divennero una presenza costante nelle pagine di politica internazionale.
In quegli anni, l’autore, giovane ricercatore, venne travolto dal fascino di questo mondo in fermento: la Russia non era più un’entità lontana, ma un luogo accessibile grazie alla traduzione di nuovi romanzi sovietici e alla copertura mediatica degli eventi. Questo si tradusse, per Barbero, in una passione letteraria e intellettuale per la letteratura russa che, unita alla sua conoscenza della lingua, lo ha spinto a desiderare di diventare uno “scrittore russo” e di scrivere un’opera che sembrasse autenticamente russa. Quindi non si tratta solo di un romanzo, ma di un vero e proprio esercizio di incarnazione letteraria poiché si evince la sua volontà di immergersi in quella realtà e raccontarla con la stessa profondità e autenticità degli scrittori russi.
Barbero, con grande onestà, ammette di non essere uno scrittore particolarmente portato per inventare storie; al contrario, il suo metodo di scrittura si basa sulla ricerca storica e sul recupero di materiali d’archivio. È un approccio che ricalca il lavoro dello storico, il cui compito non è inventare, bensì scoprire, interpretare e dare valore ai documenti del passato.
La sua attività di ricerca storica si è intrecciata con la narrativa, influenzando il suo approccio alla scrittura. Nel caso di Romanzo russo, Barbero si avvale delle cronache reali dell’epoca, attingendo a vicende storiche documentate, conferendo al libro un’estrema autenticità; l’autore stesso afferma che
“questo romanzo è nato attraverso innumerevoli letture.”
Romanzo russo di Alessandro Barbero: temi e contenuti del libro
Un elemento centrale del romanzo è il tema della pluralità delle voci: la narrazione non è lineare, ma corale, con personaggi e punti di vista differenti che si intrecciano, le cui storie individuali si intrecciano con la grande Storia collettiva.
Romanzo russo, quindi, non è solo un’opera di narrativa storica, ma anche un omaggio ai grandi autori russi e alla loro tradizione letteraria: Barbero, infatti, si ispira ai modelli classici, incorporando nella sua scrittura i tratti distintivi della letteratura russa e adottando una scrittura che non si limita a descrivere i fatti, ma penetra nell’animo dei personaggi. La volontà di emulare lo stile russo non si ferma alla narrazione, ma si estende anche alla struttura del romanzo, con riflessioni sulla condizione umana e una costante tensione tra individuo e società.
Barbero si è calato nel ruolo e nel punto di vista di chi racconta la propria terra e la propria epoca, adottando una vera e propria “postura dello scrittore russo”. La sua capacità di evocare la complessità di quel periodo storico e di calarsi nella mentalità sovietica è il vero punto di forza del libro.
Romanzo russo non si limita a raccontare il passato, ma propone una riflessione sul rapporto tra storia e memoria. Barbero confronta la percezione della storia nell’Europa orientale con quella dell’Europa occidentale: se nel caso dell’Occidente la storia è spesso vista come un elemento chiuso e concluso, nell’Europa orientale la storia resta una parentesi mai chiusa, un fattore che continua a condizionare la politica, la cultura e la vita quotidiana. Questo elemento si riflette in Romanzo russo, dove la storia diventa protagonista, intrecciandosi con le vite dei personaggi e influenzando il loro destino.
Non a caso, sebbene Romanzo russo sia ambientato nel periodo della fine dell’URSS, i suoi temi riecheggiano nel presente. La storia della Russia, il rapporto tra popoli diversi e la questione dell’identità culturale sono tutti temi ancora attuali, e lo stesso Barbero sottolinea come la Russia contemporanea sia erede dell’impero sovietico e di una storia imperiale lunga secoli.
La presentazione di Romanzo russo di Alessandro Barbero ha offerto al pubblico un viaggio appassionante e coinvolgente tra storia, letteratura e identità culturale. Attraverso il racconto della genesi del libro, delle sue fonti di ispirazione e del processo di scrittura, il pubblico ha potuto comprendere non solo la complessità dell’opera, ma anche il suo profondo valore storico e letterario. Barbero ha costruito un’opera che è molto più di un romanzo storico: Romanzo russo è un atto d’amore verso la letteratura russa, un omaggio alla complessità della storia e una riflessione sull’attualità. Un’opera da leggere e rileggere, perché – come insegna la storia stessa – le grandi narrazioni non smettono mai di parlare al presente.
Ora non resta che lasciarsi trasportare dalle sue pagine e intraprendere, insieme all’autore, questo affascinante viaggio, ricordando che, per citare lo stesso Barbero:
“il mestiere dello storico è parlare con i morti, leggere quello che ci hanno lasciato, ascoltare la loro musica […] entrare dentro quella musica fino a quando non sei capace di suonarla anche tu.”
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il “Romanzo russo” di Alessandro Barbero a Più Libri Più Liberi
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