La perestrojka e la fine della DDR. Come sono andate veramente le cose
- Autore: Hans Modrow
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mimesis
- Anno di pubblicazione: 2019
Vi dico quello che in pochi hanno detto/scritto trent’anni fa, impegnati com’erano a incensare la figura di Michail Sergeevič Gorbačëv, il grande traghettatore: dall’impero al nulla dell’Unione Sovietica. Ebbene, la dissoluzione per tappe dell’URSS scaturisce dal velleitarismo politico della perestojka e dalla discutibile caratura di statista di Gorbačëv in primo luogo. Se è vero che nemmeno lui si aspettava finisse così, con il Moloch sovietico smembrato pezzo per pezzo come un enorme quarto di bue.
Come fa notare Hans Modrow nel denso La perestrojka e la fine della DDR. Come sono andate veramente le cose (Mimesis, 2019 traduzione italiana di Manuel Guidi):
Il processo avviato da Gorbačëv era composto di quattro elementi: l’accelerazione del programma tecnico-scientifico, la trasformazione dell’economia e della società (perestrojka), l’apertura e la trasparenza nei processi politici (glasnost) e un nuovo modo di pensare alla politica estera. Erano tutti punti di eguale importanza, questo elenco nono costituisce quindi un ordine di priorità. Tuttavia, nel corso degli anni, le proporzioni si sono modificate in modo tale da non perdere solo l’equilibrio tra le componenti ma anche l’obiettivo ultimo di quella politica. Il processo fu quindi svuotato di contenuto (…) La trasformazione, intesa come processo rivoluzionario per il rinnovamento del socialismo, fu necessariamente avviata dall’alto, ma laddove avrebbe dovuto diventare movimento di massa trovò poca o nessuna eco.
D’altro canto, la remissività con cui l’URSS considera il progetto riunificatore delle due Germanie sul finire degli anni Ottanta, pare indicare anch’essa la miopia progettuale di Gorbačëv. La DDR era stata per anni la spina nel fianco dell’Europa succube del Patto Atlantico, la sua dissoluzione suona come preludio alla disfatta comunista sovietica e al tracimare senza più ostacoli del capitalismo di stampo USA.
Ancora Modrow:
Dalla prospettiva di Mosca, sia durante la Guerra fredda sia durante la distensione, la zona di occupazione sovietica, che in seguito divenne la DDR, avrebbe dovuto svolgere diverse funzioni nei confronti dell’Occidente (…) In una parte della Germania esisteva la possibilità di una società alternativa. Era l’occasione per un tentativo di edificazione del socialismo in un paese capitalista industrializzato.
Le parole di Hans Modrow rafforzano mie antiche convinzioni. Anche perché Hans Modrow non è un saggista qualsiasi. Hans Modrow è un politico di lungo corso: premier della DDR nell’anno fatidico della caduta del Muro (1989), quindi membro del Bunderstag e parlamentare europeo nella Germania unita. Il virgolettato appartiene al suo libro, che mette le cose in chiaro sull’ordine dei fatti che hanno portato alla dissoluzione della DDR prima e dell’URSS poco dopo. Un libro acuto, equanime, per certi versi anche coraggioso (quando smonta, per esempio, il santino di Michail Gorbačëv edificato dalla stampa e dalla politica occidentali); un lungo pamphlet storico-politico che a trent’anni esatti dalla fine della DDR andrebbe letto senza paraocchi, con interesse e molta attenzione. Non tanto per rigurgiti di filosovietismo quanto per distanziarsi dall’osceno capitalismo che pasce sotto i nostri occhi senza più contraltari.
Certo, la storia non si ripete, e il presente non può essere paragonato al dopoguerra. Ma oggi come allora è evidente che il capitalismo non è in grado di risolvere i problemi esistenziali dell’umanità. La Costituzione della Repubblica federale non dice nulla sulla forma del sistema economico che dovrebbe prevalere nel paese – contrariamente a quanto si crede negli ambienti della classe dominante – e questa non deve necessariamente essere il capitalismo. Socialismo e democrazia non sono incompatibili, anche se il nostro tentativo di modellare il socialismo in questo senso ha fallito.
La perestrojka e la fine della DDR: Come sono andate veramente le cose
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