Gente normale di Alida Airaghi

Alida Airaghi ha scritto ventisei racconti di grazia, ma anche di malefatte, dal titolo Gente normale (Eretica edizioni, 2023).
La gente normale è un coacervo di fatti, di situazioni esterne e psicologiche, dove il comune denominatore è la fragilità degli esseri umani, un insieme nel quale fisicamente i ragazzi fanno vedere i muscoli ma a livello cerebrale sono dei dodicenni pasticcioni, mentre le ragazze hanno meno esperienza ma sanno giocare meglio dei maschi. E studiano molto di più. Nella struttura narrativa della Airaghi c’è la tenuta e la centratura di una poesia. In effetti l’autrice, già nel primo racconto dal titolo Il compleanno, scrive di una famiglia piccolo borghese dove gli oggetti non si scordano; ad esempio, un cellulare lasciato per qualche minuto incustodito fa rivivere un ricordo simile dove si persero addirittura il figlio o la figlia. Mentre in Nonnino Nonnino gli sguardi per niente innocenti tra un nonno e una nipote fanno assomigliare questo racconto a un Moravia senza "sessualità"; del resto la Airaghi scrive:

Lo vide uscire dallo spogliatoio con la virile disinvoltura delle comparse: capelli ancora umidi, freschi ancora.

All’interno della raccolta ci sono poi racconti di seducente impatto emotivo e narrativo, col pregio di stanare gli umiliati e gli offesi, come ancora una coppia non più giovane, con i genitori di lei che fanno da baby-sitter le rare volte che i coniugi escono. Nell’Avventura di due sposi di Italo Calvino, una coppia di sposi era composta da due turnisti a orario diverso, per cui il marito lavorava perlopiù di notte e la moglie di giorno, senza la possibilità di vedersi; tolta l’ironia intrinseca del racconto di Calvino, restano l’ossatura e i cambiamenti del lavoro. Sono tali e tanti i cambiamenti dagli anni Sessanta del secolo scorso, che ora sarebbe una benedizione che lavorassero entrambi, anche rinunciando a un figlio, al massimo uno soltanto, che nei primi anni di vita sarebbe solo un impiccio.

Alida Airaghi assorbe tutto quello che le appare davanti, cosciente che un racconto non può essere che poca cosa, rispetto alla complessità del reale.
Già la complessità sta rendendo vane ogni previsioni, certi che da qui a venticinque anni il lavoro, la socialità, il mondo delle relazioni quale che sia l’orientamento sessuale cambierà, e chi scrive si rende conto che i racconti della Airaghi sono solo una goccia nel mare delle possibilità, perché non si è più sicuri di niente e per ora la letteratura non può che descrivere i cambiamenti in atto. Eppure in molti racconti c’è proprio la ricerca del sacro, come se la realtà non ci bastasse più. L’autrice, fra le pagine del suo Gente normale, lascia a noi il compito di trovare un essere superiore che ci guidi, e guidi ugualmente le nostre povere anime così bistrattate.