Le ateniesi di Alessandro Barbero

Protagoniste del romanzo Le ateniesi di Alessandro Barbero (Mondadori, 2017) sono Charis e Glicera, che hanno la gioia, l’entusiasmo e il desiderio di scoprire il mondo caratteristico delle giovani ragazze e condividono con le coetanee la speranza di un futuro ricco di prospettive.
Un futuro diverso dalla possibilità forzata o fobica dei padri, che non dovrebbe essere permeato di cultura conservatrice. Ma quegli stessi padri sono responsabili verso le figlie e sono invischiati nella lotta per la sopravvivenza in quanto vivono in un ambiente di sacrifici e di duro lavoro proprio delle classi svantaggiate.
La vista dello stallone, con abilità e fermezza abilmente domato dal figlio dei ricchi, accende il desiderio e l’emancipazione da se stesse: atto trasgressivo il presentarsi da sole a casa di un ragazzo! Nessun invito, i padri non devono sapere.
Ricco e bello, insieme agli amici vive tra la città e la campagna. I giovani protagonisti maschili sono desiderosi di diventare uomini veri e di comportarsi come tali; i loro padri padroni sono inseriti nell’agio, nella politica, nella lussuria e nel controllo del popolo. Essi complottano per instaurare la tirannide, la vita privata è costellata della possibilità di prendere ciò che desiderano.

Lo sfondo è la rappresentazione teatrale, dove tutti gli uomini partecipano con spiccato interesse, che mette in primo piano la volontà dei ragazzi di controllare la natura femminile: la tragedia e l’orrore negli occhi delle giovani fanciulle! Metaprotagonisti sono il teatro e la tenuta di campagna. La Grecia classica narra episodi odierni oppure gli episodi si riproducono nella storia?

Con la sua conoscenza storica e scrittura fluida, Alessandro Barbero ripropone un fatto di cronaca nera contemporanea (29 e 30 settembre 1975) e apre le porte a un insegnamento che penso possa far riflettere sull’odierna questione socio-culturale.