È Emanuele Trevi il vincitore della 75° edizione del Premio Strega, con 187 voti per il suo romanzo Due vite edito da Neri Pozza.
Seguono:
- Donatella Di Pietrantonio, Borgo Sud (Einaudi) 135 voti;
- Edith Bruck, Il pane perduto (La Nave di Teseo), 123 voti;
- Giulia Caminito, L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani), 78 voti;
- Andrea Bajani, Il libro delle case (Feltrinelli), 66 voti.
Ecco di seguito la recensione del romanzo vincitore a cura di Federica Testa e la videorecensione di Elisabetta Bolondi pubblicata sul nostro profilo Instagram.
Recensione di Due vite, romanzo vincitore del Premio Strega 2021
a cura di Federica Testa
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Chiunque abbia avuto occasione di leggere Due vite (Neri Pozza, 2020), l’ultimo libro dello scrittore e critico letterario Emanuele Trevi, vincitore del Premio Strega 2021, sa di essersi imbattuto in un’opera pregevole, originale, di una qualità letteraria a cui, forse, ci siamo un po’ disabituati.
In poco più di cento pagine, la penna elegante e colta di Trevi ci consegna il ritratto di Rocco Carbone e Pia Pera. Due scrittori, due amici legati all’autore da un profondo sentimento di amicizia, quello autentico capace di accompagnare e segnare l’intera vita di un uomo. Due vite spezzate prematuramente: l’una da un tragico incidente, l’altra da un una lunga malattia degenerativa.
Conosciamo Rocco, dal carattere duro e spigoloso, “il campione del risentimento cosmico”, affetto da “rocchiasi” cioè da uno stato perenne di infelicità, ma straordinariamente sensibile e affamato di affetto e di riconoscimento. E poi Pia, incantevole signorina inglese, solare, libera e coraggiosa, tanto da scegliere di cambiare vita per cercare il suo posto nel mondo, che troverà nel giardino, inteso e vissuto come filosofia di vita, che curerà e racconterà fino al momento della sua morte.
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L’autore si lascia trascinare dal flusso dei ricordi e rievoca momenti di gioia, di condivisione, ma anche di incomprensioni, silenzi e distanze, rimorsi e rimpianti, dando vita a un dialogo silenzioso e intenso con due assenze che grazie alla scrittura si fanno presenza (“la scrittura è un razzo singolarmente buono per evocare i morti, e consiglio a chiunque abbia nostalgia di qualcuno di fare lo stesso”). In questo dialogo ci parla di Pia e di Rocco e lo fa con delicatezza e sobrietà senza scadere mai in toni stucchevoli e celebrativi, senza edulcorare, non tacendo le contraddizioni, le fragilità e le ombre, e ricercando quella giusta distanza che consente di tratteggiare il ritratto autentico di un uomo, di una donna e di una profonda amicizia.
“Perché noi viviamo due vite, entrambe destinate a finire: la prima è la vita fisica, fatta di sangue e respiro, la seconda è quella che si svolge nella mente di chi ci ha voluto bene. E quando anche l’ultima persona che ci ha conosciuto da vicino muore, ebbene, allora davvero noi ci dissolviamo, evaporiamo e inizia la grande e interminabile festa del Nulla, dove gli aculei della mancanza non possono più pungere nessuno".
Con una scrittura equilibrata essenziale e al contempo raffinata e colta, Due vite riesce a muovere dal particolare per arrivare all’universale, come solo la grande letteratura sa fare, e, raccontando della vita di Rocco e Pia, racconta della vita stessa e del suo insondabile mistero, della morte e della memoria, sollecitando riflessioni e domande sulla grande sfida dell’uomo di vivere in questo mondo.
Un’opera che vale la pena di leggere, scritta in modo impeccabile da uno scrittore che ci ricorda quanto meravigliosa e potente può essere la letteratura.
“Non siamo nati per diventare saggi, ma per resistere, scampare, rubare un po’ di piacere a un mondo che non è stato fatto per noi”.
Videorecensione del libro "Due vite" di Emanuele Trevi
Su Instagram abbiamo dedicando un post a tutti i finalisti del Premio Strega 2021. Per il libro di Emanuele Trevi, vincitore del Premio Strega, una videorecensione a cura di Elisabetta Bolondi:
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Premio Strega 2021: il vincitore è Emanuele Trevi con “Due vite”
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