Immaginate quindici racconti ognuno diverso dall’altro per trama, personaggi e finale, ma tutti accomunati da caratteristiche quali la suspense, il mistero, i sogni che abitano gli strati più profondi del nostro inconscio, il desiderio di conoscenza di ciò che appartiene alla sfera del soprannaturale, la paura della morte e del male, la speranza di soddisfare la propria curiosità e la sete di conoscenza.
Questo e molto altro si può trovare nella raccolta Racconti di Edgar Allan Poe, pubblicata da Feltrinelli nel 2014 in Universale Economica nella collana I classici. La traduzione è di Mariarosa Mancuso, autrice anche di una bella introduzione (intitolata Il palazzo incantato dal titolo di una poesia), nella quale aiuta i lettori a conoscere meglio il senso della scrittura per Poe, il suo stile e il suo pensiero, oltre a svelare gli aspetti più profondi, misteriosi e significativi di questi racconti.
In tale raccolta sono stati selezionati alcuni celebri scritti del famoso scrittore americano senza fare una distinzione di genere, ma semplicemente mettendoli insieme sulla base di una ricerca dove sono la qualità e la paternità della narrazione a renderli simili.
I racconti di Edgar Allan Poe
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Edgar Allan Poe non ha bisogno di grandi presentazioni, dato che da tempo è annoverato non soltanto tra i grandi classici della letteratura del brivido e fantastica, ma tra quelli di sempre della narrativa mondiale. La scelta fatta in questo libro di non racchiudere alcuni dei suoi testi più famosi in un genere specifico, come chiaramente espresso dal titolo di altre raccolte (è quello che accade per esempio in Racconti dell’impossibile, Racconti dell’incubo e Racconti del terrore), lo rende maggiormente interessante proprio perché tale catalogazione che critici, librai, case editrici e gli stessi lettori amano spesso fare rappresenta spesso personalmente una limitazione che impedisce di cogliere pienamente il valore di un testo narrativo.
Edgar Allan Poe in particolare è uno di quegli autori la cui grandezza va ricercata proprio nella sua capacità di esplorare più generi e di non rivolgere le sue opere a un pubblico di nicchia, bensì a chiunque ami la letteratura. I destinatari principali dei suoi testi sono coloro che hanno una predilezione per il racconto breve o lungo che sia, dove l’autore deve necessariamente condensare tanti elementi, domande e spunti al fine di provare a catturare l’attenzione del pubblico, al punto tale da tenerlo incollato fino all’ultima pagina e alle ultime parole del testo.
Impresa ardua tanto che, come racconta Poe in molti dei suoi scritti, specialmente nell’opera La filosofia della composizione (nella quale si sofferma soprattutto sulla nascita del celebre racconto Il corvo), non è possibile per uno scrittore affidarsi unicamente al suo estro e alla sua ispirazione, ma è necessario studiare delle apposite tecniche o comunque strutturare il testo dopo un’attenta riflessione sia sui contenuti che sui tempi narrativi e sulla scelta lessicale, allo scopo appunto di colpire l’immaginazione del lettore, tenerne viva l’attenzione e regalargli forti emozioni siano esse terrificanti o riconcilianti.
Poe aggiunge che due sono le regole principali sulle quali deve focalizzarsi l’attenzione di uno scrittore per interessare i suoi lettori: la prima regola riguarda la descrizione di un guaio che viene descritto in un racconto o comunque generalmente in un testo relativamente breve, che generalmente capita al protagonista della storia e che, possibilmente, sia originale, cioè mai descritto, o comunque che raramente possa capitare che si verifichi nella vita; la seconda regola che deve interessare l’autore riguarda le sensazioni che deve trasmettere al lettore allo scopo di coinvolgerlo pienamente nella narrazione.
Gli aspetti incredibili della produzione letteraria di Poe sono la quantità enorme di opere che ci ha lasciato, nonostante la brevità della sua esistenza terrena, e la qualità di esse, dato che, basando il suo lavoro sulla cura di molti dettagli, esso teoricamente farebbe ipotizzare a tempi molto più lunghi per la loro realizzazione rispetto alla durata della sua vita.
Edgar Allan Poe: la vita
Nato a Boston in Massachusetts nel 1809, i suoi genitori erano attori di teatro che non ebbero pero grande fortuna. Il padre, che si chiamava, David Poe junior, era di origine irlandese, la madre, Elisabeth Arnold, era invece di origine inglese.
Rimase orfano della mamma, che scomparve in giovane età a causa di una malattia quando il piccolo Edgar aveva solo due anni; mentre l’anno prima, nel 1810, il padre aveva abbandonato la famiglia, della quale facevano parte anche un fratello maggiore di Edgar e una sorella minore.
Edgar venne così affidato alla coppia di coniugi di un ricco commerciante di origine scozzese, John Allan (dal quale ereditò il cognome, aggiunto al suo d’origine) e da sua moglie Frances — ufficialmente, però, essi non lo adottarono mai. John Allan consenti a Edgar di avere una buona educazione, possibilità economiche e un’istruzione che perfezionò in Inghilterra, dove visse per alcuni anni, per poi far ritorno negli Stati Uniti, dove frequentò l’università di Richmond, in Virginia, da cui in seguito venne espulso per problemi legati alla sua abitudine di dedicarsi al gioco d’azzardo.
Qualche anno più tardi, a causa della scomparsa anche della madre adottiva, il suo rapporto con John Allan progressivamente si incrinò ed Edgar cadde in disgrazia, non potendo beneficiare dell’eredità e dell’aiuto economico del padre adottivo, che decise di risposarsi.
Si dedicò fin da giovanissimo alla letteratura, ma le sue opere non ebbero un gran riscontro economico, tanto da costringerlo prevalentemente a una vita di ristrettezze economiche, con l’unica eccezione dell’opera Il corvo e altre poesie del 1846, una raccolta che gli diede una notevole popolarità e soddisfazioni, anche se di breve durata.
Morì il 7 ottobre del 1849 a soli quarant’anni a Baltimora, dove si era trasferito da alcuni anni a vivere nella casa della zia materna Maria Clemm, in circostanze assai misteriose, ancora oggi non del tutto chiarite.
La poetica di Edgar Allan Poe: un anticipatore incompreso
La sua vocazione per la letteratura maturò fin da giovanissimo, ma pur iniziando a comporre molti testi poetici e racconti non riuscì mai a raggiungere un pieno consenso dalla parte della critica del suo tempo e del grande pubblico, probabilmente a causa della complessità della sua scrittura sia nel linguaggio che nei contenuti, di uno spessore cosi elevato da risultare incomprensibile ai suoi contemporanei.
Attento, lucido, visionario, maturo, angosciante, sensibile, drammatico, originale ed emozionante, Edgar Allan Poe, pur cercando di andare incontro ai gusti dei lettori, non è stato forse capito da una società ancora troppo immatura per comprendere la portata dei suoi scritti.
La modernità dei temi trattati, la profondità di sguardo e la capacità innovativa sono caratteristiche che lo rendono a giudizio di molti critici di oggi un vero e proprio anticipatore di alcuni generi letterari come l’horror, il giallo e il fantastico, che sarebbero poi stati sviluppati in seguito da altri autori e apprezzati maggiormente a partire dal Novecento, fino ad arrivare a mantenere intatto il loro fascino fino ai nostri giorni.
Non è possibile rimanere indifferenti a molti di questi suoi racconti, dove il coinvolgimento del lettore nella narrazione nasce spesso dall’identificazione con il protagonista, quasi sempre rappresentato da un io narrante che non viene mai identificato e che in alcuni casi potrebbe forse coincidere con l’autore stesso, oppure no, questo con certezza non ci è dato di saperlo, ma in fondo non è poi cosi importante.
Ciò che veramente conta invece è la capacità di Edgar Allan Poe di saper individuare alcuni tra i più subdoli, reconditi e imprevedibili pensieri che l’essere umano può talvolta elaborare nella sua mente, che spesso si annidano negli angoli più nascosti del nostro inconscio e che possono innescare reazioni e comportamenti insospettabili anche nelle persone apparentemente tranquille e ben inserite nel tessuto sociale.
Per questo motivo può essere considerato tra i primi scrittori a trattare temi strettamente legati alla psicoanalisi e non è esagerato quindi ritenerlo una sorta di precursore, almeno in letteratura, di questa moderna scienza umana.
L’autore non racconta prevalentemente aneddoti e vicende di persone emarginate per ragioni economiche o di pregiudicati, ma di uomini comuni che in preda a insospettabili pulsioni e desideri spesso insani non riescono a trattenersi dal compiere misfatti.
In altri racconti invece di carattere fantastico, si incontrano persone intelligenti e in buona salute protagonisti di visioni ed eventi soprannaturali, che il lettore non riesce mai a comprendere fino in fondo se debbano essere attribuiti a uno stato alterato della mente, dovuto all’abuso di sostanze stupefacenti e/o alcoliche, oppure a qualche patologia mentale o fisica a uno stadio avanzato, che comporta l’incapacità del soggetto di percepire in maniera lucida che lo circonda.
Edgar Allan Poe ci trasporta quindi in un mondo inquietante, ma al tempo stesso affascinante ed emozionante dove il confine sottile tra realtà e immaginazione suscita nel lettore reazioni contrastanti: da una parte la paura o in certi casi l’atmosfera alquanto macabra di alcuni racconti inducono a tenersi a debita distanza da essi, non facendosi troppo coinvolgere dalle situazioni narrate e dalle immagini evocate; dall’altra il fascino e il senso di mistero che soprattutto trasmettono i racconti fantastici appassionano al punto da rimanere irresistibilmente coinvolti, a tal punto da desiderare di esserne direttamente partecipi o addirittura protagonisti, almeno in alcuni di essi.
Scegliere i migliori tra questi racconti è estremamente difficile e molto dipende dal gusto personale. Chi scrive consiglia vivamente in ordine sparso Il gatto nero, L’uomo della folla, Ligeia, William Wilson, Il cuore rivelatore e La caduta della casa degli Usher, nei quali mistero, fascino, spiritualità, angoscia, dolore e fantasia si intrecciano meravigliosamente tra loro in ognuno di questi racconti, trasmettendo emozioni, sensazioni e sentimenti intensi e contribuendo a rinnovare l’amore per la grande narrativa.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Edgar Allan Poe: i racconti, la vita e la poetica
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