Ermes, o Mercurio per i Romani, ha nel mondo pagano una fama non sempre buona. Infatti è un dio con molte funzioni diverse tra loro: protettore dei commerci, ladro ma anche psicopompo (cioè colui che accompagna le anime dopo la morte), è l’astuto messaggero degli dei, figlio di Zeus e della ninfa Maia, ma continua con una discendenza umana. Per i Romani la sua figura si avvicina a quella di un dio etrusco.
Ermes nelle “Metamorfosi” di Ovidio
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Quel grande affabulatore di Ovidio ce ne parla nella parte finale del secondo libro delle Metamorfosi in due episodi.
Mercurio ruba, per scherzo, il gregge sacro ad Apollo e deve ricorrere al contadino Batto, che lo tradisce; ma questo non frena la figura canagliesca del dio.
Anche Mercurio, come il padre Giove, è sensibile al fascino femminile tanto che dall’alto, in Arcadia, contempla una processione di fanciulle tra cui nota Erse, della quale si innamora, e usa l’astuzia per ottenerne i favori. Ma una donna bella porta con sé l’invidia delle altre e la sorella di Erse, Aglauro, si intromette negli amori del dio con conseguenze nefaste per tutti. Aglauro sarà punita da Minerva, che la trasformerà in pietra per dimostrare la crudeltà e insensibilità dall’invidia (che tra l’altro nel mito è un essere personificato). Nonostante queste prove, Mercurio non perde il gusto delle birichinate.
Ma come si presenta questo dio, che origine ha e come si caratterizza la sua discendenza? Spieghiamolo con ordine.
Origini e culto di Ermes
Ermes (o Ermete) è una divinità della mitologia greca. È figlio di Zeus e della ninfa Maia e fa parte dei dodici Olimpi, le divinità più importanti della religione ellenica. I suoi simboli sono il gallo e la tartaruga, mentre i suoi vestimenti caratteristici sono i sandali e il caduceo, ovvero il bastone alato con due serpenti attorcigliati intorno.
Molti templi sono stati dedicati a Ermes in Grecia, soprattutto in Arcadia, terra per eccellenza consacrata agli dei. Ermes aveva il ruolo di accompagnatore delle anime e aveva il permesso di frequentare gli Inferi.
Le cerimonie si svolgevano nei luoghi di passaggio e al tramonto, coerentemente con il suo ruolo di tramite tra due mondi. Anche nel mondo romano conserva questa caratteristica e, inoltre, si accentua la sua immagine di dio degli scambi e dei commerci.
In Grecia l’inno operino invece lo considera interprete e messaggero, un angelo come la dea Iride di cui abbiamo già analizzato la figura.
Ermes nella religione, in letteratura e nel mondo dell’arte
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Dall’epoca tardo antica, durante il periodo del sincretismo religioso dei Severi, deriva la figura leggendaria del sapiente Ermete Trismegisto, autore del Corpus Hermeticum. Questo dio, all’apparenza così scanzonato, viene caricato di messaggi allusivi, profondi e non direttamente comprensibili. Da ciò deriva il termine ermetico, che significa tutto quello che ha un significato nascosto. Eppure la sua funzione di interprete rimane intatta sia pure per gli iniziati.
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Ermetismo: cos’è?
Con questa modalità, Ermete Trismegisto trapassa dal mondo pagano a quello cristiano, anche se si lega alla religione egizia (Ermes simile a Thot) condannata dalla Chiesa. Venne addirittura considerato patrono dell’astrologia e dell’archivio e considerato nella cabala vicino a Mosè.
La letteratura si è impadronita della figura del dio, anche quella moderna con Stefano Benni, Umberto Eco, Valerio Evangelisti e Lovecraft.
L’arte invece rimane legata al modello di Mercurio ladro e mascalzone, come appare in vari dipinti.
Per la caratterizzazione e gli sviluppi che ha conosciuto nelle lettere e nel mondo artistico, Ermes si impone come un dio poliforme con una sua evoluzione.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Ermes o Mercurio, il dio ambiguo degli scambi
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