Eros, Catullo e le ragazzacce
- Autore: Germana Peritore
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2013
- Eros, Catullo e le Ragazzacce
- Dov’è finito il mio Catullo e… la sua tunica gonfia di piacere?
- di Germana Peritore
- Casa editrice Atene del Canavese
L’esattezza va bene per le parti,
non per il tutto.Giacomo Leopardi, Zibaldone
Nicchie di verità e trame di bugie ovvero dare spazio alle voci che mi porto dentro e alle trame intessute col mondo moderno.
Come sotto titolo riprendo le stesse parole dell’autrice per ornare questo scritto di pregevole fattura che sfugge a qualsiasi catalogazione di genere letterario e forse, il forse è d’obbligo, si colloca in un non genere. Germana Peritore ama gli ossimori, i contrasti, i ribaltamenti per inventarsi una vita letteraria sui generis: tutta al femminile, non nel senso che si rivolge solo alle donne, anzi gli uomini figurano, sono interlocutori imprescindibili, ma è il femminile come entità parlante e pensante che trasfigura lo spazio della scrittura.
La scrittrice parlando del sé femminile parla all’universo femminile e centra come un bersaglio (il riferimento a Eros…, la freccia… non è casuale) il cuore delle donne.
La donna si costruisce la sua forza attraverso le sue fragilità, la ragazza diventa donna attraverso la sofferenza e la sua vulnerabilità messa a repentaglio ad ogni passo del suo percorso si rafforza e si tempra attraversando carboni ardenti e la donna è infrangibile nella sua fragilità perché acquista lucidità e sa raccontarsi e raccontare scegliendo una prospettiva che ad ampio raggio racchiude l’universo femmineo. Probabilmente Germana Peritore come tante altre donne non ha segreti letterari da svelare e non si rivolge ad anime disperate o a maschi distratti, ma desidera entrare in empatia con se stessa e con il mondo esterno. In senso circolare dà seguito a più voci di pensiero che declinano, come lei stessa esplicita nella scelta di Eros e Catullo, nella conoscenza del mondo tramite la comprensione erotica.
Il mondo letterario e in senso lato il mondo artistico dell’autrice affiora… un verso poetico… una citazione filosofica …una musica che echeggia come mormorata a fior di labbra …e tutto questo tra l’incantamento dei sensi persi tra le braccia di Eros e la sacralità profana dietro i gesti dell’amore…sic!
Se dal titolo ci si aspetterebbe un politically molto, molto incorrect da ragazzacce tardivamente in calore o titillamenti off limits, si sbaglia indirizzo: tutto è filtrato da uno stile elegante e limato. Anche quando il linguaggio cede volutamente ad espressioni più sdolcinate e da romanzo rosa o vira verso il basso, il controllo formale, connaturato dell’autrice, non viene mai meno, rimane il suo tessuto suggestivo e lieve come alito di vento primaverile.
Lo scritto si dipana come un gomitolo di lana che a tratti s’impenna perché si ingarbuglia e bisogna rifare la matassa, quando sembra procedere lineare e spedito… riflessioni filosofiche, il mito di Eros da il Simposio di Platone, l’eros e l’erotismo, si disquisisce sui lessemi, gli étymon, ecco che quasi di soppiatto e a sorpresa i deliqui carnali ed emotivi si fanno largo e riempiono la pagina. Felice e rovinoso insieme questo ribaltamento prospettico: come se si guardasse prima un orizzonte aperto e subito dopo attraverso il buco della serratura. Se di struttura si vuole accennare l’autrice ha voluto scegliere quella dell’email, nel suo linguaggio sincopato spezza quello armonico e rotondo degli interludi mentali o letterari dei carmi catulliani. Singolare la messa in scena di Adele H prima e seconda parte, sembra un allestimento teatrale o quelle sperimentazioni contemporanee di rovesciamento dei ruoli o trasposizioni in epoche diverse. La virtualità riprodotta dall’autrice è come una realtà parallela con la quale noi tutti dobbiamo fare i conti e con una certa disinvoltura si disincaglia dai morosi della chat per trasformarsi in racconti scanditi come pagine di diario. Paradossalmente si riscontra, in particolare, nella storia di Adele H, che fa da contrappunto al racconto al maschile, il riscoprire o scoprire se stessa, più la chat dà verità spezzate, frammenti di sé, più Adele ricompone la sua interezza, trova un baricentro alle sue insicurezze centrifughe, dà un assetto al suo sistema esistenziale in un equilibrio ideale tra arte e vita.
In tutto lo scritto l’autrice persegue una sua inclinazione, o meglio un’ostinazione pervicace a voler trasmutare i sentimenti, le sensazioni così platealmente umani in riflessi d’arte; quel farsi dell’arte ciò che si sente, un tocco magico che trasmuti tutto in oro artistico. Un’opera scritta da una donna ha una valore umano aggiunto, non solo artistico, è come se generazioni di discriminate storicamente avessero affrancato il pensiero da qualsiasi oppressione mondana e finalmente libere librassero le ali del cuore, dell’erotismo, dell’immaginazione e del cervello sempre più in alto.
Germana Peritore, nata a Licata, si è laureata in Lettere Moderne presso l’Università di Palermo. Trasferitasi in Piemonte, ha insegnato Letteratura italiana e latina presso i Licei. Ha prodotto testi e sceneggiature con il Laboratorio Teatro Settimo per l’Assessorato alla Gioventù della città di Torino per la prevenzione del disagio giovanile sui temi della creatività, dell’espressività e della comunicazione attraverso il linguaggio teatrale. Per Ananke ed. Torino, ha pubblicato G.Giacosa. Dai castelli canavesani al sogno americano (2006); Tante Sicilie tante Americhe (2009), targa CSNA a Toronto nello stesso anno e Pergamena Pirandello nel 2012; Rosalia dei gatti (2010). Vive e lavora a Torre Canavese.
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