La casa editrice romana Gallucci riedita “Frida e Diego. Una favola messicana” (titolo originale Frida et Diego au pays des squelettes, traduzione a cura della redazione, pagg 36, euro 18.00, illustrato dallo stesso autore) di Fabian Negrin, che narra la Festa dei Morti in Messico, una ricorrenza allegra e colorata in questo paese (tipo Halloween).
In questo giorno speciale le famiglie messicane preparano teschi di zucchero e piatti tradizionali in onore dei defunti, poi banchettano tra le tombe. Nel variopinto albo testimoni d’eccezione sono la pittrice messicana Frida Kahlo (1907 - 1954) e il marito pittore e muralista Diego Rivera (1886 - 1957). In questo giorno speciale, Fabian Negrin ambienta con la forza evocativa dei suoi colori, sgargianti come i celebri quadri di Frida, la discesa della pittrice e di Rivera bambini, ma già innamorati, nel Paese degli scheletri. Dall’esplorazione di quel mondo i due piccoli artisti riemergeranno migliori di prima anche grazie all’aiuto di un cane di razza xoloitzcuintle. una razza di cani senza peli che esiste in Messico da migliaia di anni, i preferiti da Frida e Diego e dagli aztechi. A questi ultimi, i cani nudi messicani piacevano così tanto che li ingrassavano per mangiarli.
“Messico, primo di novembre di un anno qualunque, il Giorno dei Morti è arrivato”.
L’incarico toccato a Frida, dagli intensi occhi neri e dai lunghi capelli scuri intrecciati sulla testa, per i preparativi per la festa è semplice: la bimba deve acquistare alle calaveritas de azúcar, i dolci a forma di teschio. Senza i teschi di zucchero che Festa dei Morti sarebbe? Dentro il negozio di dolci, Frida incrocia Diego. Il suo fidanzato paffutello sta andando via con le guance gonfie di leccornie. A casa di Frida i preparativi per la festa sono cominciati prima che il sole facesse vedere il suo biondo ciuffo e sono andati avanti per tutta la giornata. Suo padre si è alzato quando i galli ancora dormivano, ed è andato in città alla ricerca di fuochi d’artificio e candele, prima che la folla, non più tardi di mezzogiorno, svuotasse le botteghe. In cucina, tutta la famiglia sforna pan de muertos e tacos a sufficienza da sfamare un esercito. La Festa del giorno dei Morti consiste in una veglia al cimitero. Si portano cibi ai cari defunti, e per tutta la notte il cimitero si riempie di persone, musica e lucine che tengono loro compagnia. La famiglia di Frida si sistema in mezzo alle tombe del nonno e di una vecchia zia, e in pochi minuti le ricopre con decine di candele accese. I piatti preferiti dai due defunti vengono disposti in forme geometriche sopra pezzi di tessuto rosso, attorniati da vasi pieni di fiori particolari: i cempasúchil. I due morti non possono che esserne contenti! Frida tira fuori dal cestino i teschi di zucchero, e con loro costruisce una piccola piramide sopra la tomba del nonno. Quando alza la testa per valutare il risultato vede Diego, poco più in là, mezzo nascosto dai cespugli. Sarà proprio Diego la causa di un avvenimento particolare.
Un’avventura fantastica vissuta dai piccoli Frida e Diego, i quali invitano i lettori a scoprire gli usi e costumi di un Paese lontano ma ricco di tradizioni e seducente.
“Diego sceglie quel momento per darle il primo dolce bacio”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Festa dei Morti: torna in libreria “Frida e Diego. Una favola messicana”
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