Da bambini ascoltiamo rapiti le favole. A scuola studiamo fiabe e miti, dove incontriamo il cattivo e il nostro eroe del cuore. L’adolescenza ci fa esplorare i mondi paralleli del fantasy, quelli che sembrano non finire mai. Adulti riscopriamo il piacere del racconto fantastico. Intanto figli, nipoti, alunni impazzano per l’horror, mentre i più maturi ricordano nostalgici il boom della fantascienza negli anni Cinquanta.
Vi siete mai interrogati sui confini tra fiaba, favola, mito, fantascienza, fantasy e horror? Qual è il suggerimento di Todorov per iniziare?
Todorov: serve distinguere il meraviglioso dallo strano
Secondo lo studioso bulgaro Cvetan Todorov, nel fantastico, a causa della sua genericità, occorre distinguere il meraviglioso dallo strano.
- Quando una narrazione è pilotata dal meraviglioso? Quando i fatti sono ambientati in uno scenario totalmente soprannaturale di fate, streghe, gnomi, oggetti magici e incantesimi di cui il lettore non si sorprende.
- Di contro, lo strano caratterizza un testo in cui su uno sfondo realistico o verosimile avvengono fatti straordinari — accettati con naturalezza —, che né scienza, né ragione sono in grado di spiegare. In bilico tra stupore e curiosità, il lettore attende invano un epilogo certo e consolatorio. Ricordate l’incipit de La metamorfosi di Kafka? Al risveglio, Gregor non mostra stupore per la trasformazione, bensì la fatica di adattarsi con pazienza certosina al suo corpo da blatta orientalis.
Il mito
Dal greco mythos (parola, racconto), il mito è un’antichissima forma di narrazione, prima orale e successivamente fissata nella lingua scritta, animata da dèi, mostri, eroi. Il suo obiettivo è spiegare l’origine dell’universo e delle divinità, e i legami tra queste ultime e l’uomo, in una forma di teologia. Perché gli dèi, imponendo divieti o assistendo i mortali, additano modelli comportamentali conformi alla società Greca. Come gli eroi, le cui imprese straordinarie fungono da exemplum per la collettività.
Freud coglie il legame tra miti e psiche. Jung approfondisce l’argomento con l’elaborazione dell’inconscio collettivo, di cui il mito tradurrebbe alcuni archetipi con la forza e l’immediatezza della narrazione.
Gli antichi amavano raccontare queste remote vicende epiche in Cicli epici, cioè in gruppi di poemi che nel loro insieme narravano tutto lo svolgimento di un mito complesso.
La favola
La favola generalmente è un testo breve, prima orale e successivamente fissato nella lingua scritta, i cui i protagonisti sono degli animali. Questi pensano, parlano e agiscono come esseri umani, di cui incarnano vizi e virtù. Lo scopo della favola è insegnare divertendo, presentando modelli di comportamento comuni a tutte le culture. Di fatto, favola e apologo sono sinonimi.
Dopo Esopo e Fedro nell’antichità, la favola si sviluppa maggiormente nella Francia del nord durante il Medioevo. In Italia Gianni Rodari la rinnova con la raccolta Favole al telefono del 1962: il rappresentante di una ditta farmaceutica di Varese, che gira l’Italia per lavoro, ogni sera racconta per telefono una favola al figlio.
Oggi il telefono fisso sembra un cimelio preistorico. Speriamo che non lo siano anche le favole, quelle raccontate da una voce che ti vuole bene.
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La fiaba
La fiaba è un racconto orale di varia estensione, tramandato oralmente di generazione in generazione. Nel suo cast gli esseri umani, affiancati da creature fantastiche in veste di aiutanti e oppositori, compiono un iter di formazione in piena regola; talvolta l’intento è solo ludico. Una delle più antiche testimonianze di fiaba è Amore e Psiche, contenuta nelle Metamorfosi di Apuleio, composto intorno al 150 d.C. e unico romanzo in lingua latina che ci è giunto per intero (il Satyricon petroniano è mutilo e incompleto).
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Nel saggio La morfologia della fiaba di Vladimir Propp del 1928, edito per la prima volta in Italia da Einaudi nel 1966, vengono individuate 31 costanti del patrimonio fiabesco russo, chiamate funzioni.
Per funzione si intende il rapporto azione/reazione relativo a ogni personaggio, su un impianto narrativo articolato in: situazione iniziale, esordio, peripezie, conclusione.
Horror
Questa narrazione ci ricorda che non possiamo fare a meno della paura, per fini conservativi e, in questo caso, ricreativi.
Come scrive la Treccani, con horror si intendono: "storie che suscitano nel lettore la paura, un genere narrativo sviluppatosi nel 18°secolo"; poi intrecciato con romanzo gotico, noir e fantascientifico anche nel fumetto e nel cinema.
Il castello di Otranto di Horace Walpole del 1764 è considerato il primo romanzo horror e, al contempo, il capostipite del gotico due sottogeneri spesso sovrapposti. Non possiamo ignorare Mary Shelley, Edgar Allan Poe e Stevenson.
Vicende cariche di tensione ora nel filone dei fantasmi, ora in quello dei vampiri, zoombie, lupi mannari. Sinistri e insicuri i luoghi: cimiteri, dirupi, sotterranei, castelli in rovina e manieri abbandonati; aree nebbiose e lugubri come laghi e fiumi limacciosi. Luna piena e notti tempestose in un’altalena emotiva tra percezione vera e presunta.
Il lettore, in un serrato faccia a faccia con le sue paure ancestrali, sperimenta repulsione e godimento. Perché sa che si sta immedesimando in una situazione finta da cui uscirà non solo indenne, ma divertito da risate liberatorie. Che l’horror faccia bene alla salute?
La fantascienza
Come suggerisce il termine, si tratta di una mescolanza di fantasia e scienza. I capostipiti sono Verne e Wells, sullo sfondo del Positivismo del secondo Ottocento. Negli anni Venti in America la fantascienza conosce la sua golden age. Negli anni Cinquanta, la dignità letteraria e il riconoscimento della critica.
I fatti sono collocati nel futuro. L’ambientazione o conserva tratti della società contemporanea, oppure è quella ipertecnologica di un futuro scientificamente plausibile. La storia vira dall’avventuroso all’apocalittico, dal disastro ecologico al messaggio allegorico nella variante distopica.
Gli elementi ricorrenti sono:
- incontro/scontro con civiltà aliene;
- guerre tra pianeti;
- viaggi nel tempo;
- viaggi in astronave;
- robot che da assistenti sfuggono al controllo dell’uomo.
Il fantasy
Tecnicamente il fantasy (fantasia) è un sottogenere del fantastico portato alla ribalta da Tolkien nel secondo Novecento.
Quali sono le sue caratteristiche?
- architrave dualistica tra bene e male;
- ambientazione in un Medioevo approssimativo o in scenari totalmente diversi dal nostri o fuori dal tempo;
- intreccio complesso con romanzi ciclici a saghe;
- stratificazione di miti nordici, greci, magia, repertorio favolistico e suggestioni orientali;
- percorso di formazione dell’eroe che deve portare a termine una missione. Al suo fianco maestri, precettori, vecchi saggi, stregoni, elfi, giganti e nuove creature come lo hobbit. Avete presente quell’essere umano di circa 1 metro con i piedi pelosi e le orecchie a punta?
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Fiabe, favole, fantasy e fantascienza: lo strano e il fantastico in letteratura. Dai miti agli horror
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