Francesca Mazzucato nasce a Bologna ma vive in una terra di frontiera, come ama dire. Scrittrice, consulente editoriale e traduttrice, scrive di new media, fotografia, Street Art, viaggi e lifestyle. Tiene corsi di scrittura creativa e seminari sui mestieri dell’editoria e ha preso parte a diversi volumi collettivi, saggi brevi e antologie. Dal suo esordio nel 1995 con “La sottomissione di Ludovica” pubblicato nella collana Pizzo nero di Borelli fino al suo ultimo “Generazione Mc Donald’s” uscito nel 2008 per Marlin, ha scritto qualcosa come 18 libri tra raccolte di racconti e romanzi. Collabora con magazine, siti internet e riviste letterarie italiane e straniere. Da poco cura un blog d’autore in collaborazione col portale Menstyle, con particolare attenzione al burlesque e alle foto sensuali vintage, anni ’20 ’30 e ’40. Dirigerà la nuova collana “Cahier di Viaggio” per la giovanissima e intraprendente casa editrice Historica, che vedrà come prima uscita “Romanza di Zurigo” proprio di Francesca Mazzucato.
Francesca, intanto ti do il benvenuto a quella che non sarà la solita intervista chilometrica, ma solo 4 chiacchiere contate.
- Prima chiacchiera: Marcello, il protagonista del tuo ultimo “Generazione Mc Donald’s” risponde ad un annuncio e comincia a lavorare in un Mc Donald’s. Questa esperienza gli farà conoscere la fatica e il sacrificio, stringere nuovi rapporti, ritrovarne altri apparentemente persi, prendere consapevolezza delle proprie aspirazioni e limiti. Dietro la storia di Marcello, al di là del voler raccontare il suo percorso di crescita, si nasconde anche una sottile tendenza a distanziarti da una società divenuta estremamente meccanica e materiale?
In parte è presente la componente che evidenzi tu, ma la crescita di Marcello avviene soprattutto venendo a contatto col mondo del lavoro, con i rapporti spesso tesi o paternalistici – se non addirittura isterici- che sperimenta coi dirigenti del Mc Donald’s dove lavora (una storia vera, che mi è stata raccontata e ho reso in forma narrativa: tutto quello che racconto è documentato e dimostrabile). Ho sempre cercato di narrare storie capaci di rispecchiare le contraddizioni del mio tempo, e la vita quotidiana di un ventenne che esce dal guado post-maturità lavorando nel fast food mi è sembrata importante.
- Seconda chiacchiera: Hai esordito con “La sottomissione di Ludovica” a cui hai fatto seguire altri romanzi pubblicati nella prestigiosa collana Pizzo Nero di Borelli, oltre a “Confessioni di una coppia scambista” e “Hot line” usciti per Giraldi ed Einaudi. Ti ritieni una scrittrice di genere, un po’ come Faletti col thriller o Federica Bosco col chick-lit? Come ti spieghi l’interesse che da un po’ di anni a questa parte dimostra il pubblico per una letteratura erotica, tendente spesso alle più esplicite descrizioni di sesso?
Ho pubblicato anche “Web Cam” e “Diario di una blogger” per Marsilio, , l’anno scorso “Kaddish profano per il corpo perduto”, con Azimut, dedicato al premio nobel ungherese Imre Kertész e ambientato a Budapest, quest’anno è uscito un mio breve saggio in un’antologia sui social network e ho scritto diversi articoli su Facebook e Twitter per magazine come “A”, o “For Men”dove tengo una rubrica sempre dedicata al web. Mi hanno definita scrittrice erotica, scrittrice delle nuove tecnologie, molti mi conoscono esclusivamente per la mia attività in rete: diciamo che non è sempre facile definirmi. A me poco importa. Basta essere definiti. Basta essere riconoscibili ed essere letti. Per molti anni Anais Nin è stata considerata “l’amante di Henry Miller”, poi la scrittrice erotica per eccellenza, infine hanno scoperto il suo meraviglioso Diario, una delle più profonde esplorazioni dell’anima femminile nei suoi più intimi e oscuri recessi mai stato scritto nel Novecento. Non parliamo di Colette. La ritenevano una scrittrice leggera, fu attrice di Music Hall e nel 1907 si esibì al Moulin Rouge di Parigi scandalizzando il pubblico per un bacio appassionato con la sua compagna del tempo, Missy. Fu critica teatrale, saggista e aprì anche un istituto di bellezza. Dopo arrivarono i riconoscimenti letterari importanti, e adesso è considerata un classico. Una scrittrice di primissimo livello, di culto. Sarebbe stato difficile darle una definizione univoca, alla sua epoca non credi? Più uno scrittore è definibile in maniera solida e non fluida e prismatica meno è interessante, per me. Le definizioni servono ai librai e ai distributori. Ma le accetto tutte volentieri. Per quello che riguarda l’interesse verso la narrativa erotica, io avverto la necessità di inventare costantemente un linguaggio capace di raccontare la corporeità, la fisicità e il sesso in questo contemporaneo pieno di immagini esplicite, di pubblicità quasi hard. Le parole devono trovare percorsi diversi, togliersi un po’ di polvere.
- Terza chiacchiera: Nuovissimi progetti all’orizzonte. La collaborazione con Menstyle, la direzione della nuova collana “Cahiert di Viaggio” per Historica e l’importante uscita di “Romanza di Zurigo” prevista per dicembre. Come sono nate queste collaborazioni, come hai incontrato Historica e dacci, se puoi, qualche anticipazione su Romanza di Zurigo.
La collaborazione con Menstyle, portale del gruppo Condè Nast, avviene attraverso audi- interviste e la cura del blog Erotic Notes. E’ un blog che fa parte del canale erotismo del portale: cerco una cifra differente da quella dei soliti blog erotici, un po’ stantii, scontati, stanchi. Grande spazio al burlesque, alle pin-up, ai modelli maschili degli anni Quaranta, molti video, interazione con i lettori che mi scrivono in un numero incredibile. Un bel riscontro. L’erotismo vintage e gli spogliarelli d’epoca sono particolarmente graditi e su questo ho un progetto editoriale di cui per ora non anticipo niente, ma che vedrà la luce in futuro.
I Cahier di viaggio. Io sono una consulente editoriale ed era tanto tempo che avevo in mente una collana eretica e originale sui viaggi. Ho cominciato con una sezione del mio blog Books, “ Diari di viaggio”, poi, con Francesco Giubilei, fondatore di Historica e giovane entusiasta, si è deciso di partire. Ha condiviso il progetto con la passione necessaria.
Ho conosciuto Historica agli esordi, ho collaborato alla rivista dalla quale tutta l’avventura è partita, e ho osservato il desiderio di crescita, di professionalità, di qualità che c’è in Francesco. Mi piace che si sia attorniato da uno staff eccellente, con Alessandro Cascio che dirige una collana molto molto interessante, Sacha Naspini, scrittore e artista -grafico eccellente, una editor, un ufficio stampa che funziona. Con Historica hanno pubblicato Sabrina Campolongo, Barbara Gozzi, Remo Bassini e tanti altri, hanno scritto prefazioni Gianluca Morozzi, Gianfranco Franchi: la giovane età di Giubilei ha portato il suo lavoro di editore all’interesse dei media, ma è soprattutto la qualità che gli interessa ed è quello che interessa anche a me.
"La Romanza di Zurigo" è un libro nato perché ho iniziato a frequentare spesso la città svizzera per fare delle ricerche e mi sono resa conto che pochissimi la conoscono davvero: la si collega solo alla finanza, a qualcosa di grigio e indefinito. E’ una delle città con la più alta qualità della vita del mondo. A Zurigo la cultura, la musica, l’arte sono protagoniste assolute, C’è il Cabaret Voltaire, c’è la tomba di James Joyce. Ci sono teatri importanti, mostre d’arte e molto altro. Qui mi fermo. Durante i miei viaggi ripetuti ho preso appunti che sono andati a comporre un mosaico lisergico, visionario, letterario, scardinato, folle, sensuale, drammatico,orgoglioso, appassionato. Non aggiungo altro.
- Quarta chiacchiera: Da anni curi un blog, ormai seguitissimo, “Books and other sorrows” dove non ti risparmi di elogiare o anche stroncare senza pietà un libro o un autore. Sono molti gli autori, immagino perlopiù emergenti, che ti scrivono perché tu recensisca i loro libri? Ho notato che nell’ultimo periodo tendi a parlare di libri che ti son piaciuti evitando le stroncature. Come mai? Qualche autore si è arrabbiato parecchio o gli anni ti hanno addolcita?
Books vive da tanti anni, è vero. Contiene recensioni, diari di viaggio, e alcune interviste esclusive, Io i libri che recensisco li leggo d dalla prima all’ultima riga, E’ uno spazio che si è guadagnato una sua credibilità anche per la famigerata categoria dei “libri brutti.” Credo tu ti riferisca a quella. Sai, ricevo moltissime richieste da autori, emergenti e non solo, editori, editor, uffici stampa. Quando accetto devono correre il rischio, sapendo che si tratta della mia opinione e del mio gusto, niente di personale, ma io ho una formazione (laurea, master, corsi di specializzazione) e una lunga esperienza editoriale, e se leggo qualcosa e non mi piace lo scrivo. Sembra ridicolo parlare di competenze in questo contemporaneo che le mischia e le shakera ma io le ho e se ti rivolgi a me, hai a che fare con il mio gusto, la mia formazione, la mia storia. Non faccio minuetti, non mi piacciono, non faccio favori, (sarebbero favori da poco, tra l’altro). Ormai chiunque può scrivere di libri sul web e non solo, si tratta di guadagnare rispetto, credibilità e attenzione.
Quando ho creato Books, a dire la verità, l’ho fatto per scriverci delle mie passioni, dei miei libri-ossessione, Kertész, Coetzee, Ann Tyler, Izzo, e tanti altri. Pian piano si è modificato, per un po’ è stato anche un blog multiautore, e ha ospitato importanti contributi ( Laura Guglielmi, Sabrina Campolongo, Barbara Gozzi, Antonella Lattanzi, Eliselle). Adesso ci scrive ogni tanto Nunzio Festa e poi solo e sempre io. Ho poco tempo, per questo evito le stroncature. So quello che mi piace, quello che mi interessa. Invecchiando non mi addolcisco ma do maggior valore al mio tempo.
In passato alcuni autori (e autrici) si sono arrabbiati moltissimo, mi hanno scritto mail tremende, hanno continuato a ricordarsi la mia stroncatura per tanto tempo e con notevole acrimonia, altri hanno reagito con classe e con interesse. Una stroncatura può aiutare a migliorare più di una recensione – minuetto, fatta tanto per fare. Non è facile da capire, in questo periodo in cui tutti vogliono sentirsi visibili, essere scrittori, c’è una tendenza alla fragilità, alla friabilità dell’io. Una parola critica e si va in pezzi. Quelli che si sono arrabbiati mi hanno dato troppa importanza. Adesso che mi ci fai pensare, però, c’è qualcosa sulla mia scrivania che..
Questa era l’ultima chiacchiera: non mi resta che salutarti e ringraziarti per aver accettato il mio invito. Se vuoi lasciare un messaggio al mondo intero, qui puoi farlo.
Sono io che ti ringrazio e ringrazio Sololibri per l’ospitalità. Nessun messaggio, ci mancherebbe altro.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Francesca Mazzucato
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