Gabbiani di Sara Monetta

Milo è un ragazzino. Anche se, sin dalle prime righe, si ha l’impressione di trovarsi di fronte a un ragazzo maturo, un ragazzo con un sogno, la voglia di fare, le idee chiare per un futuro certo, quando la vita, purtroppo, è tutt’altra cosa.

Il suo sogno è semplice: una vita normale. Detto così sembrerebbe un desiderio sprecato, chi di noi non ha una vita comune? Alzarsi, andare a scuola, telefonare agli amici per una pizza, uscire con la ragazza, cenare in casa con la famiglia…

Per Milo tutto questo è pura e semplice utopia. Non va a scuola, gli unici amici che ha sono i suoi compagni di sventura, costretti a elemosinare per gli angoli delle strade o addirittura a commettere furtarelli. Piccoli reati che cresceranno sempre più con la loro età.

La sua famiglia è costituita dai suoi superiori e, mentre lo schiaffo benevolo di una madre lo aiuterà a crescere, il pugno doloroso di un uomo gli lascerà soltanto lividi.

Milo, e tanti altri come lui, sono armati solo del coraggio, la forza di volontà che potrebbe servire ad abbandonare tutto ciò. Ma la rassegnazione, la maggior parte delle volte, fa la voce grossa e impedisce loro la fuga verso l’agognata libertà.
Forse Milo incontrerà qualcuno capace di comprenderlo, amarlo, aiutarlo… Qualcuno magari come lui, qualcuno che ha ricevuto mille schiaffi dalla vita, e che ora cerca di rimediare distribuendo carezze…

Sara Monetta sceglie un tema drammatico e doloroso, fugge i colori sgargianti e dipinge un ritratto a tinte fosche, drammatico e reale. Una storia comune e lontana al tempo stesso, una realtà sommersa che in realtà vediamo tutti i giorni.

Un racconto dall’enorme sensibilità, uno spaccato di vita che ci dovrebbe far riflettere. Assolutamente consigliato.