
Galleria delle armi
- Autore: Salvio Esposito
- Anno di pubblicazione: 2012
“La morte era tra noi. Il guardarla, il non nasconderla con paura nel profondo dell’anima, ce la rendeva finalmente per ciò che era, un evento come un altro, talmente semplice da divenire banale.”
Sono le parole di Salvio Esposito, psicologo napoletano, che riporta a galla il disastro ferroviario avvenuto il 3 Marzo 1944 a Balvano, paesino al confine tra Basilicata e Campania.
“Per me infatti il viaggio da Napoli a Balvano dura da tutta una vita.”
Il dottore Miele Domenico, il dottor Pino, torna indietro con la mente, con i ricordi, in un viaggio infinito, in quel viaggio che non ha avuto voce, mai , perché “…questo mondo non da spazio a chi chiede giustizia in dialetto.” Perché questo mondo è abituato a cancellare, dimenticare, sotterrare, ma il dolore non lo sotterri, come quei 600 corpi ammassati in una fossa comune: il dolore non lo cancelli, diventa parte di te, ti segue in quel viaggio alla ricerca di un ricordo che non sia più amaro. Forse, è questo che cerca il nostro protagonista, in una Napoli del dopoguerra che nulla ha a che vedere con la liberazione, nulla ha in comune con quella speranza che appartiene al cuore di chi cerca, sotto la superficie, di vivere ancora una volta la bellezza di quella Napoli, la magia di quella città che il resto del mondo non può capire. Perché solo chi ama, chi vive, chi sente questa terra può comprenderla realmente. E così, Pino, va avanti e torna indietro, odia e ama, vive e si lascia vivere con quel vuoto, quell’immagine nell’anima che, forse, quell’anima, gliel’ha strappata via. L’immagine dei sobborghi partenopei costretti a mostrare solo la propria parte peggiore, l’immagine di “vite strappate alla vita”, l’immagine di vite costrette a sopravvivere in un luogo che, ormai, non è più tuo.
“Non era una liberazione, ma una sottomissione a cui la città fu in seguito costretta: sfruttamento della popolazione e malattie veneree: sembravano meglio i tedeschi che gli americani.”
Ancora una volta, ancora un’immagine, ancora un colpo al cuore, ancora un sorriso amaro. Ancora una parola a cui ci si attacca con rabbia, un ricordo di un tempo che forse non è mai passato. Ciò che restava, dopo la Liberazione, erano altri uomini, altri stranieri pronti a comandare su una terra che padroni non ne accetta. E così il contrabbando, quei tentativi e sforzi forse inutili di sopravvivere, con quel sorriso malconcio e beffardo che, ancora una volta, solo chi appartiene a questa terra, può conoscere e sentire.
Pino va avanti o, forse, torna indietro. Risale su quel treno, percorrendo quello stesso tratto che quel maledetto giorno, il 3 Marzo 1944, gli aveva portato via la speranza di una vita priva di quell’insonnia che l’avrebbe accompagnato per tutta la vita.
“Stavo semplicemente andando incontro alla comprensione delle cose che erano cambiate dentro e fuori di me”.
Un viaggio, un ritorno al passato, a quella terra dalla quale era stato allontanato per poter studiare, da una madre forse non ancora pronta ad abbracciare l’amore per un figlio. Un ritorno a quel momento in cui il solo pensiero era legato all’immagine di bestie ammassate sul treno della “disperazione”, della “morte”, un altro treno degli orrori, perché, quella guerra, non era ancora finita. Ma questa volta è diverso. Pino non è solo. Michele, il suo intelligente nipotino, è con lui, ora Pino è circondato da persone che lo amano, che ama e, forse, una piccola speranza di salvezza ancora c’è.
Il lettore si immerge in una serie infinita di momenti che rubano sorrisi e strappano lacrime amare, colme di malinconia. Fotogrammi “rubati” ad una città distrutta dalla guerra e a cui il dopoguerra ha dato “il colpo di grazia”. E continua, in una lettura travolgente, fino a quelle ultime parole, a quella pace ritrovata, a quella scelta di percorrere la strada in senso contrario, verso una luce che riporta alla vita, perché non è mai troppo tardi per ricominciare, perché non è mai troppo tardi per restare insieme “…tutto il tempo che vorremo. Tutto il tempo che vorremo”.
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