Gianni Rodari: autore per bambini tra i più amati e famosi di sempre, scrittore e pedagogista. Le sue filastrocche hanno accompagnato generazioni e generazioni di bambini e bambine che le hanno imparate tra i banchi di scuola.
Il 23 ottobre di 101 anni fa nasceva a Omegna lo scrittore tanto amato da grandi e piccini, che viene oggi ricordato per il grande apporto che ha dato alla letteratura per l’infanzia.
Ma Gianni Rodari non è solo uno scrittore per bambini perché le sue filastrocche riescono a suscitare il sentimento della meraviglia anche in molti adulti, che grazie alle sue parole spesso riscopriamo la bellezza dell’essere piccini.
Oggi ricorre l’anniversario della sua nascita e per ricordare questo grande autore vi proponiamo alcune delle filastrocche più belle di Rodari, quelle che hanno fatto fantasticare generazioni di bambini.
Filastrocca di Gianni Rodari per Pasqua
Il pulcino marzianoHo visto, a Pasqua, sbarcaredall’uovo di cioccolatoun pulcino marziano.Di certo il comandantedi quell’uovo volantedi zucchero e cacaocon la zampa ha fatto ciao.E il gatto, per la sorpresa,non ha detto neanche: “Miao”.
Filastrocche di Gianni Rodari sui mestieri
Capelli bianchiQuanti capelli bianchiha il vecchio muratore?Uno per ogni casabagnata dal suo sudore.Ed il vecchio maestroquanti capelli ha bianchi?Uno per ogni scolarocresciuto nei suoi banchi.Quanti capelli bianchistanno in testa al nonnino?Uno per ogni fiabache incanta il nipotino.Gli odori dei mestieriIo so gli odori dei mestieri:di noce moscata sanno i droghieri;sa d’olio la tuta dell’operaio;di farina il fornaio;sanno di terra i contadini;di vernice gli imbianchini;sul camice bianco del dottoredi medicine c’è un buon odore.I fannulloni, strano però,non sanno di nulla e puzzano un po’.A voce bassaFilastrocca a voce bassa,chi è di notte che passa e ripassa?È il principe Fine e non può dormireperché ha sentito una foglia stormire?O forse é l’omino dei sogni che portai numeri del lotto di porta in porta?È un signore col mal di dentiin compagnia di mille tormenti?L’ho visto: é il vigile notturnoche fa la ronda taciturno:i ladri scantonano per la paura,la città dorme sicura.
Filastrocche di Gianni Rodari sulla scuola
La tribù degli indiani CucùConosci la tribù degli indiani Cucù?C’è l’indiano Cuore che raccoglie le more;c’è Cuoio un indianone che fa lo stregone;c’è Scuola l’indiana che fila la lana;c’è l’indiano Cuoco che accende un bel fuoco.Conosci la tribù degli indiani Cucù?Se li scrivi con la Q ride tutta la tribù!La tragedia di un DieciFuggiva un giorno un Diecipieno di trepidazione,inseguito da un nemico mortale:la Sottrazione!Il poverino è raggiunto,crudelmente mutilato:ben due unità ha perduto,un Otto è diventato.Dalla padella cascandonella brace,ecco qua,incappa nella Divisioneche lo taglia a metà.Ora è un misero Quattro,mal visto dagli scolari.“Consolati” gli dicono“sei sempre un numero pari…”“C’è poco da consolarsila mia sorte è ben dura.O incontro un’Addizioneo sarà… la bocciatura”.Sospiri“Vorrei, direi, farei…”Che maniere raffinateha il condizionale.Mai che usi parole sguaiate,non alza la voce per niente,e seduto in poltronasospira gentilmente:“Me ne andrei nell’Arizona,che ve ne pare?O fore potreifermarmi a Lisbona…”.“Vorrei, vorrei…Volerei sulla Lunain cerca di fortuna.E voi ci verreste?Sarebbe carino,dondolarsi sulla falcefacendo uno spuntino…”.“Vorrei, vorrei…Sapete che farei?Ascolterei un disco.No, meglio, suonereiil pianoforte a coda.Dite che è giù di moda?Pazienza,ne farò senza.Del resto non so suonare…”.“Suonerei se sapessi.Volerei se potessi.Mangerei dei pasticcinise ne avessi.C’è sempre un se:chissà perchèquesta sciocca congiunzionece l’ha tanto con me”.La scuola dei grandiAnche i grandi a scuola vannotutti i giorni di tutto l’anno.Una scuola senza banchi,senza grembiuli nè fiocchi bianchi.E che problemi, quei poveretti,a risolvere sono costretti:“In questo stipendio fateci starevitto, alloggio e un po’ di mare”.La lezione è un vero guaio:“Studiare il conto del calzolaio”.Che mal di testa il compito in classe:“C’è l’esattore delle tasse”!B.P.Tutte le lettere dell’alfabetohanno un suono vivace e lietotranne l’Acca che, come si sa,un suono proprio non ce l’ha.Ci sono lettere importanti:l’A che a tutte sta davanti,del suo primato è molto orgogliosae porta sempre la Maglia rosa;la Zeta, con cui si scrive “zero”,è più temuta dell’Uomo Nero.Ci sono lettere buone e carecome la G del verbo giocare.Certe lettere vanno in coppia,e la T spesso si raddoppia…Ma la coppia più speciale,famosa su scala internazionale,è quella che vedete qui:una B. con una P.B.P… Che vuol dire? Pensateci un po’:forse Buon Pranzo… forse Buon Pro…Oppure… Buona Passeggiata?Trovate da soli la … Bella Pensata.Distrazione interplanetariaChissà se a quest’ora su Marte,su Mercurio o Nettuno,qualcunoin un banco di scuolasta cercando la parolache gli mancaper cominciare il temasulla pagina bianca.E certo nel cielo di Orione,dei Gemelli, del Leone,un altro dimenticanel calamaioi segni d’interpunzione …come faccio io.Quasi Io sentolo scricchioliodi un penninoin fondo al firmamento:in un minuscolo puntinonella Via Latteaun minuscolo scolarettosul suo libro di storiadisegna un pupazzetto.Lo sa che non sta bene,e anch’io lo so:ma rideremo insiemequando lo incontrerò.Accento sulla A“O fattorino in biciclettadove corri con tanta fretta?”“Corro a portare una lettera espressoarrivata proprio adesso”.“O fattorino, corri diritto,nell’espresso cosa c’è scritto?”“C’è scritto – Mamma non stare in penase non rientro per cena,in prigione mi hanno messoperché sui muri ho scritto col gesso.Con un pezzetto di gesso in manoho scritto sui muri della città“Vogliamo pace e libertà”.Ma di una cosa mi rammento,che sull’a non ho messo l’accento.Perciò ti prego per favore,va’ tu a correggere quell’errore,e un’altra volta, mammina mia,studierò meglio l’ortografia”.Il caso di una parentesi
C’era una voltauna parentesi apertae uno scolarosi scordò di chiuderla.Per colpa di quel somarola poveretta buscò un raffreddore,e faceva uno sternutoal minuto.Passato il malorefece scrivere da un pittoreil seguente cartello:“Chi mi apre, mi chiuda, per favore”.Il maestro giustoC’era una volta un caneche non sapeva abbaiare.andò da un lupo a farselo spiegare,ma il lupo gli risposecon un tale ululatoche lo fece scappare spaventato.Andò da un gatto, andò da un cavallo,e – mi vergogno a dirlo –perfino da un pappagallo.Imparò dalle rane a gracidare,dal bove a muggire,dall’asino a ragliare,dal topo a squittire,dalla pecora a fare « bè bè »,dalle galline a fare coccodè.Imparò tante cose,però non era affatto soddisfattoe sempre si domandava(magari con un « qua qua »…):– Che cos’è che non va?Qualcuno gli risponda, se lo sa.Forse era matto?O forse non sapevascegliere il maestro adatto?L’avventura dello zeroC’era una voltaun povero Zerotondo come un o,tanto buono ma peròcontava proprio zero enessunolo voleva in compagnia.Una volta per casotrovò il numero Unodi cattivo umore perchénon riusciva a contarefino a tre.Vedendolo così neroil piccolo Zero,si fece coraggio,sulla sua macchinagli offerse un passaggio;schiacciò l’acceleratore,fiero assai dell’onoredi avere a bordoun simile personaggio.D’un tratto chi si vedefermo sul marciapiede?Il signor Treche si leva il cappelloe fa un inchinofino al tombino…e poi, per Gioveil Sette, l’Otto, il Noveche fanno lo stesso.Ma cosa era successo?Che l’Uno e lo Zeroseduti vicini,uno qua l’altro làformavano un gran Dieci:nientemeno, un’autorità!Da quel giorno lo Zerofu molto rispettato,anzi da tutti i numeriricercato e corteggiato:gli cedevano la destracon zelo e premura(di tenerlo a sinistraavevano paura),gli pagavano il cinema,per il piccolo Zerofu la felicità.La famiglia Punto e virgolaC’era una volta un puntoe c’era anche una virgola:erano tanto amici,si sposarono e furono felici.Di notte e di giornoandavano intornosempre a braccetto:“Che coppia modello”la gente diceva“che vera meravigliala famiglia Punto-e-virgola”.Al loro passaggioin segno di omaggioperfino le maiuscolediventavano minuscole:e se qualcuna, poi,a inchinarsi non è lestala matita del maestrole taglia la testa.
Filastrocche Gianni Rodari
Le favole a rovescioC’era una voltaun povero lupacchiotto,che portava alla nonnala cena in un fagotto.E in mezzo al boscodov’è più foscoincappò nel terribileCappuccetto Rosso,armato di trombonecome il brigante Gasparone...,Quel che successe poi,indovinatelo voi.Qualche volta le favolesuccedono all’incontrarioe allora è un disastro:Biancaneve bastona sulla testai nani della foresta,la Bella Addormentata non si addormenta,il Principe sposauna brutta sorellastra,la matrigna tutta contenta,e la povera Cenerentolaresta zitella e fala guardia alla pentola.Il calamaioChe belle parolese si potesse scriverecon un raggio di sole.Che parole d’argentose si potesse scriverecon un filo di vento.Ma in fondo al calamaioc’è un tesoro nascostoe chi lo pescascriverà parole d’orocol più nero inchiostro.
Quali filastrocche conoscete o ricordate di Gianni Rodari? Scrivetele nei commenti a questo articolo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Gianni Rodari: le filastrocche più belle e famose per ricordarlo
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La glleria è una notte per gioco
è corta corta e dura poco
Che piccola notte scura scura!
Non si fa neanche in tempo
ad avere paura.
Gianni Rodari
Cerco la filastrocca del compleanno di rodari che ho letto tanti anni fa... Qualcuno puo dirmi per favore dove trovarla?