Gli incubi di Hazel
- Autore: Leander Deeny
- Genere: Libri per bambini
- Casa editrice: Newton Compton
La piccola Hazel è una bambina come tante, figlia unica; i suoi genitori progettano una vacanza in Egitto e per non "rischiare di mettere in pericolo la vita della loro bella bambina in un posto così pericoloso" decidono, senza consultarla, che Hazel (il cui nome significa nocciola) debba passare le 3 settimane sotto le cure non troppo "amorevoli" di sua zia Eugenia, al secolo Lady Pequierde, sorella di sua madre. Ma Hazel non è affatto d’accordo: sua zia Eugenia è la personificazione dello sgarbo, della cattiveria, dell’acidità e non è che tratti poi così bene Hazel, il più delle volte chiamata Anacardo, o Noce di cocco, anzichè Hazel (nocciola, come già detto). Ma nonostante le proteste, Hazel è costretta a passare tre settimane nella casa (se così si può definire) di sua zia Eugenia, e condividere almeno le ore dei pasti con l’arcigna zia e suo figlio Isambard, un bambino timido, taciturno, chino sui suoi libri anche a tavola, succube della cattiveria e severità di sua madre. Oltre a loro anche i 3 domestici di casa (se così si può definire una casa con ragnatele, polvere dappertutto in piena indecente decadenza): Pequierde una cuoca smemorata, un giardiniere e un maggiordomo. Tutto ciò che riguarda la casa è strano e bizzarro, a cominciare dal cane con la testa di cartone e gli occhi disegnati, o le anatre nicotinomani che per affrontare lo stress si accendono di continuo delle sigarette. Hazel non sembra credere ai propri occhi, quando una sera, in fuga dalle angherie di sua zia Eugenia e dalle sue punizioni, incontra e conosce tre strani individui che sembrano mostrarle la via per vendicarsi dell’odiata zia.
Si potrebbe definire a pieno titolo un romanzo per bambini, ma anche gli adulti potrebbero trovare qualche punto a favore se decidessero di vederlo per quello che è, appunto, un libro per bambini. Forti sono alcuni richiami "Shelleyani", anche se rivisitati in chiave leggermente diversa su "creature" differenti. E’ qui che notiamo la curiosa fantasia dell’autore che, a mio avviso, sfrutta poco l’idea e ne trae un romanzo che in certi punti è addirittura superficiale nelle descrizioni e tralascia di approfondire punti salienti e fondamentali della vendetta di Hazel. Una favola che lascia una morale per i bambini e una riflessione sulla debolezza e caduca cattiveria della natura umana per noi adulti. Niente di eccezionale, una favola da leggere tra un romanzo impegnativo e un altro, senza troppe pretese.
Gli incubi di Hazel
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