Elliot nella sua Collana “Raggi” riedita Gli innamorati di Sylvia (2024, titolo originale Sylvia’s Lovers, Prefazione, traduzione e cura di Massimo Ferraris, pp. 595, 22,00 euro) di Elizabeth Cleghorn Gaskell (Londra, 29 settembre 1810 - Alton, 12 novembre 1865), considerata tra le maggiori scrittrici vittoriane, amica e biografa di Charlotte Brontë, pubblicato per la prima volta nel 1863 in tre volumi presso l’editore londinese Smith, Elder & Co.
Sulla costa nord-orientale dell’Inghilterra si trova una città chiamata Monkshaven, che conta attualmente circa quindicimila abitanti.
La genesi del primo romanzo storico della prolifica autrice, tra le cui opere ricordiamo La casa nella brughiera (1850), Cranford. Il paese delle nobili signore (1851/1853), Ruth (1853), Nord e sud (1855), La cugina Phillis (1864) e Mogli e figlie (1866), la cui vita fu travolta da lutti e difficoltà economiche, nacque da una vacanza.
“Gli innamorati di Sylvia” di Elizabeth Gaskell: la genesi del libro
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Nel novembre del 1859 Elizabeth Gaskell trascorse una quindicina di giorni nella piccola città portuale di Whitby, sulla costa orientale dello Yorkshire. Sovrastata dalle rovine di un’abbazia del VII Secolo, uno dei porti di partenza delle navi baleniere dirette in Groenlandia, nonché suggestiva località, che aveva attirato l’attenzione di artisti, pittori e scrittori. Un mese dopo propose al suo editore George Smith un progetto di romanzo ambientato nella città portuale, che nel romanzo prende il nome Monkshaven, ovvero “Porto dei monaci”, riferito all’abbazia.
Dedicato “Al mio caro marito, da colei che più di tutti conosce il suo valore”, gli avvenimenti narrati nel romanzo si svolgono nell’ultimo decennio del XVIII Secolo, durante la guerra contro la Francia rivoluzionaria. Ed è a Monkshaven, paese di pescatori, resi coriacei dalla salsedine e dalle asprezze dell’esistenza, che ha luogo la storia di un triangolo amoroso con al centro la bella e fascinosa Sylvia Robson, figlia unica di un contadino, che gestisce una fattoria nei dintorni, divisa tra il ramponiere Charley Kinraid, ardimentoso e virile, e dal commesso, il cugino Philip Hepburn, serio e misurato. Monkshaven villaggio stretto tra terraferma e mare rappresenta le due opposte personalità dei pretendenti. Il marinaio Kinraid, sprezzante del pericolo e ribelle, che spesso si trova ad agire al di fuori della legalità e Philip, uomo di terra, venditore di stoffe, che il mare lo osserva al riparo del negozio nel quale lavora.
“Gli innamorati di Sylvia” di Elizabeth Gaskell: trama e temi
Si ricrederà chi ritiene che questo coinvolgente romanzo parli solo d’amore.
Al contrario, la bravura dell’autrice, figlia di un pastore unitariano e moglie del reverendo William Gaskell, intellettuale e progressista, la quale nella sua produzione letteraria si occupò spesso di problemi sociali e politici, sta anche nel fatto che qui pone l’accento su un episodio odioso.
Stiamo parlando della coscrizione obbligatoria. Infatti nell’Inghilterra tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX Secolo animata da un forte spirito antifrancese venne istituita la coscrizione obbligatoria, che in tutto il Regno arruolava forze civili da affiancare ai militari nello svolgimento del loro dovere.
Le squadre di reclutamento della Corona inglese piombavano con metodi violenti soprattutto tra le popolazioni del Nord-Est, dove gli uomini erano attirati dalle possibilità di profitto offerte dalla caccia alle balene e dai commerci con la Groenlandia.
Un romanzo quindi “forte”, “potente”, durante il quale il lettore nota il cambiamento del carattere della protagonista, non più giovane viziata ma donna consapevole, piegata dai ripetuti colpi dell’avverso destino, ma sempre legata alla vita all’aria aperta, negli ampi spazi della brughiera battuta dai venti, che si specchia nella vastità di un mare cangiante.
“L’autunno riportò indietro le navi baleniere”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Gli innamorati di Sylvia” di Elizabeth Gaskell torna in libreria in una nuova edizione
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