

Il gatto inverno è una celebre filastrocca per bambini scritta da Gianni Rodari in cui il maestro, poeta e scrittore piemontese gioca sul fantasioso accostamento fra la stagione più fredda e il gatto.
Così l’inverno, da inanimato qual è, prende vita e si muove, si arruffa, si insinua fra case e stradine proprio come se fosse il nostro adorato amico a quattro zampe.
Intorno a questa singolare similitudine, l’artista costruisce un piccolo capolavoro, un dolce e simpatico bozzetto che si chiude lodando l’immaginazione e il desiderio di libertà dei più piccoli.
Del resto chi di noi alle scuole elementari non si è mai lasciato distrarre da ciò che vedeva fuori dalla finestra non prestando attenzione alle parole della maestra?
Rileggiamo e analizziamo il testo della filastrocca e torniamo tutti un po’ bambini come il simpatico alunno che ne è protagonista.
“Il gatto inverno” di Gianni Rodari: testo
Ai vetri della scuola stamattina
l’inverno strofina
la sua schiena nuvolosa
come un vecchio gatto grigio:
con la nebbia fa i giochi di prestigio,
le case fa sparire e ricomparire;
con le zampe di neve imbianca il suolo
e per coda ha un ghiacciuolo...Sì, signora maestra, mi sono un po’ distratto:
ma per forza, con quel gatto, con l’inverno alla finestra
che mi ruba i pensieri
e se li porta in slitta
per allegri sentieri.Invano io li richiamo:
si saranno impigliati
in qualche ramo spoglio;
o per dolce imbroglio, chiotti, chiotti,
fingon d’essere merli e passerotti.
“Il gatto inverno”: parafrasi
Ai vetri della finestra della scuola stamattina
l’inverno appoggia
la sua schiena nuvolosa
come se fosse un vecchio gatto grigio:
con la nebbia sembra fare i giochi di prestigio,
facendo sparire e poi ricomparire le case;
con le zampe di neve ricopre di bianco il suolo
e per coda ha un ghiacciolo...
Sì, signora maestra,
mi sono un po’ distratto:
ma per forza, con quel gatto,
con l’inverno alla finestra
che ruba i miei pensieri
e se li porta via in slitta
lungo allegri sentieri.
Inutilmente io li richiamo:
forse sono rimasti impigliati
in mezzo a qualche ramo spoglio;
o per ingannarmi dolcemente, quatti, quatti,
fanno finta di essere merli e passerotti.
“Il gatto inverno”: analisi e significato della filastrocca di Gianni Rodari
Questa filastrocca di Rodari ha due protagonisti: l’inverno che si trasforma in un bel gattone grigio e un bambino a scuola.
Nella prima parte, incentrata sulla similitudine che le dà il titolo, la stagione più fredda magicamente si anima e assume le sembianze di un vecchio gatto.
Il vento che batte contro i vetri, la neve che imbianca il paesaggio, i nuvoloni grigi che coprono l’azzurro del cielo e la nebbia che sembra divertirsi a far sparire e poi ricomparire ogni cosa, hanno la stessa vivacità dell’animale a noi tanto caro.
Rodari ci presenta dunque un quadretto idilliaco dominato dalla fantasia e dalla tenerezza, una rarità in poesia, dove l’inverno, gelido e grigio, è quasi sempre sinonimo di malinconia e tristezza.
Ma il maestro di Omegna, come è noto, è famoso soprattutto per i messaggi di positività e di speranza che trasmette attraverso le sue opere, che vogliono insegnare, fra l’altro, a vedere e saper cogliere il lato piacevole di ogni situazione, comprese, anzi soprattutto, quelle apparentemente più negative.
Ecco perché ne Il gatto inverno ci mostra un’immagine invernale positiva e allegra, ricca di elementi gioiosi come la slitta, associata al gioco e alla spensieratezza dei bimbi.
La natura è tutt’altro che addormentata, ma vivace al punto tale da rapire i pensieri di un alunno mentre è a scuola.
Nella seconda parte della filastrocca, un bambino a scuola non riesce a seguire la lezione della maestra perché distratto da ciò che sta fuori dalla finestra.
A dispetto di chi dubita delle attrattive dell’inverno, l’allievo si lascia rapire dalla bellezza di quanto vede, dalle case ora avvolte nella nebbia ora no, come dal bianco accecante della neve.
Al richiamo dell’insegnante egli ammette che sì, non riesce a stare attento, ma come non lasciarsi distrarre dalle meraviglie fuori dall’aula?
Proprio non sa distogliere lo sguardo dalla finestra e concentrarsi, poiché è come se l’inverno, che sembra un gatto, gli rubasse i pensieri e li portasse in slitta per allegri sentieri.
Non è difficile intuire che si tratta di una lode alla fantasia dei bambini, che non può, né si deve, imprigionare entro schemi rigidi e preconcetti.
L’attitudine a immaginare, inventare e sognare è tipica dell’infanzia e attraverso di essa si impara e si cresce.
Stimolare e usare l’immaginazione è importante almeno quanto seguire le lezioni a scuola e studiare sui libri.
E se lo dice il maestro più bravo e amato d’Italia dall’alto della sua esperienza e sensibilità, non possiamo non credergli.
Il gatto inverno ci invita a riscoprire la nostra parte più fanciullesca e ci ricorda quanto la fantasia sia una meravigliosa risorsa di cui non dovremmo fare a meno neanche da adulti.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Il gatto inverno”: la filastrocca di Gianni Rodari lode alla fantasia dei bambini
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