Gli sterminati campi della normalità
- Autore: Nick Burd
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Playground
- Anno di pubblicazione: 2011
Cedarville è una città della provincia americana, la cui vita ha i suoi ritmi pacati e apparentemente tradizionali. I suoi abitanti appaiono noiosi e senza prospettive vitali, ma tanta letteratura ci ha raccontato l’esatto contrario. Sotto un’apparente monotonia si nascondono personaggi eccentrici e un mondo giovanile vivace.
Di questa latente turbolenta vita, Nick Burd ci racconta un suo frammento giovanile ne Gli sterminati campi della normalità (Playground, 2011), nella benemerita collana della High School, dove il mondo americano è descritto con gli occhi di adolescenti studenti. Una realtà dove crescere è molto difficile, dove gli adulti sono spesso dei nemici, dove plasmare una propria personalità richiede sempre sacrifici e tanto dolore.
Dade è un ragazzo della High School. La sua è una famiglia borghese con una bella casa, in un quartiere elegante ma sull’orlo della disfatta. La sua vita sentimentale è un disastro. Ama Pablo, il classico atleta circondato da fama e da tanto successo. Da lui riceve soltanto atteggiamenti di superiorità al limite dello sfruttamento umano.
La scuola è finita, dopo i mesi dell’estate, è pronto alla partenza per l’università.
Il passaggio dall’adolescenza – la High School - alla maturità – l’università lontano di casa - è accidentato e penoso per Dade:
“Crescere non è sempre divertente.” (Pag. 86)
Il romanzo ci racconta gli ultimi mesi estivi.
Dade oltre le sue tensioni interiori sul crescere, deve affrontare anche una crisi familiare, con un padre borghese e una madre hippy.
Come maturare in questo mondo provinciale, pieno di insidie?
Primo con la musica. Il libro è un contenitore di canzoni e generi musicali, una vera colonna sonora: Hip hop, Grunge, Debbie Loser, Pop psichedelico, Disco, Hip hop francese, Pop, Speed metal.
Ogni momento del libro è accompagnato da un genere o da una canzone.
Una situazione alla Nick Hornby, sebbene meno spumeggiante rispetto allo scrittore inglese.
A contribuire alla sopravvivenza agli irrequieti ragazzi c’è tanta droga e alcool.
Queste sostanze sono utilizzate per alleviare il sogno di ognuno: quello di andarsene.
Ma la fuga non è mai una soluzione: “Può anche cambiare la scenografia, ma nel profondo resti la stessa persona. La merda te la porti sempre con te.” (Pag. 230), bisogna purificarsi prima di qualsiasi viaggio.
E Dade si libererà di tutti, caccerà tutti dalla sua vita, grazie all’aiuto dei fantasmi. Saranno loro a strapparlo dall’adolescenza per gettarlo nella maturità. Ora è grande, solo, all’università, ma si potrà mai liberare dal suo passato?
Scritto con frasi brevi, leggero, a volta la scrittura s’impasta in disquisizioni sentimentali.
La storia s’ingarbuglia, si confonde; a volte l’attesa è impaziente, altre diventa solo tempo perso. Una bella sforbiciata di un centinaio di pagine avrebbe consentito una maggiore essenzialità allo sviluppo delle vicende e soprattutto a quelle dei personaggi.
Nick Burd si diverte con i fantasmi e gli spiriti. Aggiunge un elemento parallelo che contribuisce a dettare un ritmo invisibile della storia. Jenny Moore è una ragazza autistica, ed è sparita dalla città.
Tutti la cercano, nessuno riesce a trovarla, eppure molti la vedono, oppure credono di averla vista.
La sua sparizione improvvisa spaventa la città. I racconti sono tanti, ma nessuno riesce a raggiungerla. Perché?
Questo filo sottile è una metafora dell’adolescenza e delle sue difficoltà.
Come Jenny vaga inconsapevole del pericolo nella città; e i ragazzi sono persi dentro Cedarville perché smarriti, confusi, disorientati. I loro punti di riferimento sono stati travolti, come la famiglia, l’amore, la convivenza civile.
Quando sarà ritrovata la ragazza, l’adolescenza di Dade finirà.
Il suo ritrovamento coinciderà con un’altra scomparsa.
La sua conclusione sarà tragica, dolorosa. Ora Dade è pronto a partire per università.
Si libererà dei suoi infantili genitori e si sgancerà da una storia d’amore senza speranze.
“Penso alla lezione di Scienze e a come i cicloni si formino quando aria calda e fredda si scontrano e come questo stesso principio alimenti lo spettro delle emozioni che sto provando.” (Pag. 139)
Le passioni giovanili veleggiano sempre al limite della tempesta e della bonaccia, scaricando le tensioni sulla nave.
La vita di Dade è una nave che fa acqua, le paure e l’angoscia del presente e del futuro assillano il suo immaturo desiderio di crescere: “Non so se sto piangendo perché sono triste o felice.” (Pag. 193),
Il romanzo piacevole da leggere è solo appesantito da tante attese e da un’indecisione linguistica. Gli spiriti e la ragazza scomparsa aiutano a creare tensione e stress al racconto.
Gli sterminati campi della normalità
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Gli sterminati campi della normalità
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