

I bastardi dovranno morire
- Autore: Emmanuel Grand
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2017
Wollaing è una piccola città nel Nord della Francia, minata dalla disoccupazione e dall’alcolismo. Qui, i bambini sognano di diventare calciatori o star della canzone e i genitori, schiacciati dalla miseria, si vedono costretti a chiedere denaro in prestito a loschi usurai; a tassi che uccidono... Inoltre, quando Pauline, una giovane tossicodipendente, viene trovata assassinata in un campo abbandonato, i responsabili dell’omicidio, secondo tutti gli abitanti della cittadina francese, non possono che essere Frédéric Wallet, detto Freddie, e il suo scagnozzo Gérard Waterlos, detto Gigi, due grandi bastardi. Dietro questo omicidio, però, il comandante di polizia Erik Buchmeyer, un vecchio spocchioso, fumatore e bevitore accanito, sa per esperienza che c’è molto di più.
Accolto come il miglior thriller francese dell’anno “I bastardi dovranno morire” di Emmanuel Grand, per la traduzione italiana di Alberto Folin, si svela ai lettori attraverso una sorprendente spirale di suspense, finezza e intelligenza. Romanzo sociale a volte travagliato, talvolta thriller mozzafiato, “I bastardi dovranno morire” è una machiavellica storia di vendetta. Emmanuel Grand anche in questo romanzo ha confermato la sua capacità di narrare in maniera forte e di elaborare scenari diabolicamente efficaci. L’autore francese descrive Wollaing, metafora di tutte le città francesi del Nord, trent’anni prima che la storia ne facesse una zona industrializzata che, invece, adesso si trascina in un lungo percorso di deindustrializzazione, di scioperi, di piani sociali inefficaci che l’hanno gettata in un livello di disoccupazione e povertà indescrivibile.
È in questo contesto che si inserisce il caso di Pauline, ragazza trovata morta dopo aver preso in prestito 50.000 euro che non è più in grado di restituire. Infine, quello che pensano tutti in città, tranne il comandante Buchmeyer, complica la vicenda. Per lui, dietro questo omicidio, ci sono vecchie faccende, antichi rancori che perseguitano i sopravvissuti di un’epoca che chiedono solo di essere dimenticati. Buchmeyer indaga sul caso aiutato da una giovane donna araba, appena arrivata in città, Saliha Bouazem, muovendosi soprattutto tra i tossicodipendenti. La faccenda, apparentemente semplice, si rivela però più complicata di quello che sembra e, ben presto, ogni indizio porterà verso un insospettabile epilogo. A Wollaing la tensione cresce, i sospetti aumentano, l’atmosfera diventa pesante, la violenza prevale.
Un romanzo forte, inquietante, che coinvolge due generi letterari, il giallo e il thriller psicologico, che ci piacciono molto.

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“I BASTARDI DOVRANNO MORIRE” di EMMANUEL GRAND (ed NERI POZZA)
Ed ecco che l’ uscita dell’edizione italiana ci permette di fare la conoscenza di un autore, con il suo
primo romanzo, Emmanuel Grand che va di fatto ad ingrossare le fila, già numerosa, di quanti in
Francia si annoverano tra gli scrittori noir.
Un romanzo molto interessante che si svolge in una cittadina del nord della Francia, Wollaing.
È attorno ad essa che ruota la trama del romanzo. Ma per essere più precisi sarebbe giusto parlare di
città-fabbrica visto che il romanzo prende sì spunto dalla cittadina ma è la fabbrica, la Berga con i
suoi circuiti di laminazione, che ne è lo spunto, nella sua attività produttiva come nel suo epilogo
trasformandosi in una fabbrica dismessa, in una cattedrale nel deserto.. Un noir che parla di come
l’industrializzazione che portava ricchezza, benessere e dove “ gli uomini perdevano la salute”
quando non ci lasciavano la vita,sia stata soppiantata, grazie alla crisi ed alle scelte degli affaristi di
turno, dalla disoccupazione coi i suoi effetti collaterali come l’alcolismo, la tossicodipendenza, il
non riuscire ad arrivare a fine mese o il non pagare il mutuo e.... ricorrere agli strozzini. Una
descrizione attenta e precisa di cosa significhi la centralità della fabbrica e dell’esplosione della
contraddizione capitale/lavoro, la classe operaia come motore dello sviluppo economico.
Ma ci troviamo di fronte anche con il passato con il quale non tutti i conti sono stati fatti. Infatti
troviamo un filo che lega in modo indissolubile l’essere responsabile del personale, oggi si direbbe
delle risorse umane, all’aver partecipato, e spesso diretto, agli eccidi, ed ai crimini in Viet-Nam
prima, in Algria dopo. A tutti gli effetti può essere considerata una storia operaia.
Contro le popolazioni colonizzate che lottano per la propria libertà, come contro gli operai che
lottano per l’affermazione dei propri diritti. Se in Algeria gli occupanti francesi cercano una rivincita
per la sconfitta subita in Viet-Nam; in fabbrica la rivincita è verso quel vento sociale che soffia in
Francia e non solo. Viethmin, FLN o CGT , nemico esterno o nemico interno l’approccio non
cambia. Certo vista l’ambientazione francese, in parte anche belga, non potevano mancare i
riferimenti all’immigrazione, di prima generazione ma anche di seconda. I riferimenti all’ascesa del
FN che gioca sulla guerra tra poveri sono esposti in più occasioni; ma è la tenente di polizia che
suscita difficoltà ed imbarazzo, quando non ostilità in quanto di origine algerina “ ...un’algerina che
portava le insegne della repubblica ...decisamente l’ordine delle cose era finito gambe all’aria....”.
Ma c’è un ma, e cioè nel leggere queste pagine si è portati a schierarsi, però sarebbe un errore farlo
visto che è in agguato il tradimento, che caratterizzerà anche i “ buoni “.
Interessante anche la pagina dedicata ai ringraziamenti nella quale si dice che ora “al lettore...questa
storia ti appartiene..”. La descrizione di un conflitto sociale che divide, che rompe una comunità
coesa ed unita, prima e che “...nessun torto resta impunito per sempre...”
Vista questa prima uscita, a mio avviso positiva, suppo