La storica dell’arte californiana Katy Hays, esordisce nella narrativa con I chiostri di New York (Rizzoli, 2023, trad. Paola Moretti), un romanzo interessante, molto coinvolgente, colto, pieno di citazioni che dimostrano un’ampia conoscenza del Rinascimento italiano, centrato soprattutto sulla Ferrara degli Estensi e su Venezia, ma anche della letteratura italiana, Umberto Eco fra tutti.
Tra tarocchi e divinazione, un gioco mortale
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La voce narrante è la giovane Ann Stilwell, una studentessa del college Whitman nello stato di Washington, situato presso la città piccola e provinciale di Walla Walla. Modesta ma ambiziosa, dopo la tragica morte del padre in un incidente, a cui era legatissima e con cui condivideva la passione per le lingue straniere e la grande competenza nella traduzione di testi rari, giunge al Metropolitan Museum di New York dove le è stato assegnato un incarico estivo.
Purtroppo, per uno strano equivoco, il posto non è più disponibile, e dunque per un’altra fortunata coincidenza viene assegnata al Cloister, il celebre museo che a nord di Manhattan ricostruisce un antico monastero europeo, rimontato tale e quale, che raccoglie preziosi cimeli, manufatti, quadri, volumi, documenti, statue che ispirano l’interesse di numerosissimi visitatori. Patrick Roland, un accademico fascinoso e ricco, e la sua assistente Rachel Mondray, reduce da Yale dove si è affermata come ricercatrice, la prendono in squadra. Stanno lavorando a una mostra, che si terrà alla prestigiosa Morgan Library, sull’occulto, la divinazione, la possibilità di prevedere il futuro attraverso la lettura dei tarocchi.
Viene ritrovata nella biblioteca del Cloister una serie di preziose antiche carte che rappresentano le figure tipiche di questi manufatti, di gran moda nelle corti italiane: anche Isabella d’Este pare fosse attratta dall’astrologia, e dalla ricerca di certezze sul futuro destino che l’attendeva. I tre si mettono a lavorare ma ben presto la ricerca diventa ossessione; a loro si aggiunge anche il giardiniere Leo, un giovane uomo da cui Ann si sente subito attratta. Lui coltiva piante officinali con grande competenza, tra le quali ce ne sono numerose velenose, oltre a semi che curano i nervi, l’insonnia, di cui Leo è esperto coltivatore e raccoglitore.
Nello strano ambiente medioevale, l’unico a Manhattan, si svolge in parallelo la frequentazione quotidiana dei visitatori di un grande museo, e la ricerca affannosa e segreta dei preziosi tarocchi che devono completare il mazzo: l’Appeso, la Regina di Spade, gli Amanti, la Papessa, la Ruota della Fortuna, passano nelle mani dei tre accademici, mentre fra di loro si sviluppa un rapporto assai ambiguo: Patrick e Rachel hanno una storia? Rachel è gelosa di Ann? Leo e Ann sono legati? Perché Rachel è attratta da Ann, le presta i vestiti, la vuole sempre vicina, condivide con lei i suoi enormi privilegi, dovuti all’eredità dei genitori, annegati durante una tempesta nella barca dove anche Rachel era presente?
Un thriller appassionante, complicato, ricco di spunti culturali e di un mondo accademico roso dall’invidia, che privilegia i ricchi e che spinge verso una competizione che semina morti. Si legge con curiosità per i tanti diversi aspetti che la città di New-York sa proporre ai suoi cittadini: la provinciale Ann, che non può tornare alla sua città d’origine, è il ritratto perfetto di una persona ambiziosa fino all’estremo, come si scoprirà leggendo questo romanzo inquietante, fino alle ultime pagine rivelatrici.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “I chiostri di New York” di Kathy Hays: un thriller da leggere in estate
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