Angelo Poliziano è un’ottima compagnia per celebrare maggio, il mese della rosa: regina dei fiori, emblema di giovinezza e bellezza con una nota di malinconia.
Sapete perché Angelo Ambrogini, detto Poliziano (1454-1494), è la figura più importante del Quattrocento?
La sua attività di poeta e umanista cortigiano gravita al servizio dei Medici: è precettore di Piero e segretario di Lorenzo il Magnifico.
Poliziano padroneggia latino e greco, scrive in latino e in volgare e insieme a Marsilio Ficino è il maggiore umanista di Firenze. Soprattutto, Poliziano ha una visione laica dell’individuo, la cui attività letteraria è concepita come massima manifestazione della sua nobiltà spirituale. A ciò si aggiunge una scrupolosa attività filologica e critica.
Perché si chiama Poliziano? Da mons Politianus, nome latino di Montepulciano dove nacque.
I’ mi trovai, fanciulle, un bel mattino, nota anche come La ballata delle rose, fa parte delle Rime, poesie scritte entro il 1480 che celebrano: bellezza, amore, giovinezza, gloria, virtù minacciate dal tempo che scorre inesorabile e dalla morte. Scopriamone insieme testo e analisi della ballata, ambientata proprio in una mattina del mese di maggio.
I’ mi trovai fanciulle un bel mattino: testo
I’ mi trovai, fanciulle, un bel mattino
di mezzo maggio in un verde giardino.Eran d’intorno violette e gigli
fra l’erba verde, e vaghi fior novelli
azzurri, gialli, candidi e vermigli:
ond’io porsi la mano a côr di quelli
per adornar e mie’ biondi capelli
e cinger di grillanda el vago crino.I’mi trovai, fanciulle, un bel mattino.
Ma poi ch’i’ ebbi pien di fiori un lembo,
vidi le rose e non pur d’un colore:
io colsi allor per empier tutto el grembo,
perch’era sì soave il loro odore
che tutto mi sentì’ destar el core
di dolce voglia e d’un piacer divino.I’ mi trovai, fanciulle, un bel mattino.
I’ posi mente: quelle rose allora
mai non vi potre’ dir quant’eran belle:
quale scoppiava della boccia ancora;
qual’eron un po’ passe e qual’novelle.
Amor mi disse allor: - «Va’, cô’ di quelle
che più vedi fiorire in sullo spino» -.I’ mi trovai, fanciulle, un bel mattino.
Quando la rosa ogni suo’ foglia spande,
quando è più bella, quando è più gradita,
allora è buona a mettere in grillande,
prima che sua bellezza sia fuggita:
sicché fanciulle, mentre è più fiorita,
cogliàn la bella rosa del giardino.I’ mi trovai, fanciulle, un bel mattino
di mezzo maggio in un verde giardino.
Significato della ballata di Poliziano
L’io lirico è una puella, che descrive ad alcune coetanee un giardino impreziosito da rose, in vari stadi della fioritura.
Una mattina di metà maggio, racconta, mi sono casualmente imbattuta in un giardino lussureggiante. Violette, gigli, bei fiori appena sbocciati di vari colori. Ne raccolsi un po’ per intessere una ghirlanda per i miei capelli biondi. Ma dopo averli riposti dentro un lembo del vestito, ripiegato verso l’interno a mo’ di sacca, vidi rose di vari colori. Ne raccolsi in abbondanza, ammaliata dalla loro bellezza e profumo. Mi accorsi che le rose si trovavano in stadi diversi di fioritura. Dietro suggerimento di Amore, raccolsi solo quelle pienamente sbocciate, più adatte per una ghirlanda.
Nell’ultima strofa l’io lirico ribadisce la necessità di raccogliere le rose mature.
In merito all’io lirico del componimento si possono trovare però diverse interpretazioni. Chi parla nella poesia? Il poeta? Una ragazza indeterminata? Una ragazza che riporta un sogno?
Preciso che, riportando il contenuto del testo, ho condiviso l’autorevolezza della Treccani, identificando il protagonista con una figura femminile. Altri, invece, pensano che sia il poeta stesso a magnificare i tesori di un simbolico giardino. Altri ancora introducono una variante: il locus amoenus sarebbe il sogno di una ragazza, da intendersi in senso lato come auspicio per il domani. Una sorta di vagheggiamento.
Schema metrico e analisi della Ballata delle rose
I’ mi trovai fanciulle un bel mattino è una canzone a ballo o ballata formata da 6 strofe. Quella incipitaria è composta da due endecasillabi a rima baciata XX. Le altre, di sei endecasillabi, seguono lo schema ABABBX. Ballata destinata alla musica, base di danze.
La Ballata delle rose ha un’impostazione descrittiva e statica. Ruota intorno al topos già ovidiano della fanciulla intenta nella raccolta di fiori, cui si somma il topos del locus amoenus, rivisitato in chiave rinascimentale come luogo di calma e perfezione estetica. La consonanza con la natura primaverile delle tele di Botticelli e di numerosi testi petrarcheschi e petrarcheggianti mi sembra innegabile.
Amore personificato è invece un retaggio dello Stilnovismo.
Il parallelo rosa/donna è un altro topos della letteratura medievale. A sua volta la rosa implica il tema della caducità di bellezza e giovinezza.
Il biondo dei capelli risponde ai canoni estetici medievali.
I tre stadi della rosa sono gli omologhi di età e bellezza. La rosa in boccio è l’adolescenza, quella sbocciata equivale alla giovinezza e quella appassita alla maturità. Che ai tempi di Poliziano si attesta intorno ai 35-40 anni.
L’invito a cogliere solo le rose in piena fioritura, in realtà, suggerisce di non sprecare il momento magico di giovinezza e bellezza. Un equivalente del carpe diem oraziano, osserva il Bigi nel Dizionario critico della letteratura italiana, UTET, Torino 1986.
La ballata, pertanto, non sottolinea malinconica la fugacità di bellezza e giovinezza, di cui la rosa è emblema. A differenza di Petrarca, che per primo introduce il motivo dell’invecchiamento muliebre; e a differenza di Prévost, nella sequenza dedicata al seppellimento di Manon, la cui bellezza è la grazia, il portamento, una calcolata civetteria, tanto che l’aggettivo "bella" non compare mai nel suo romanzo. Perché il seppellimento marca la natura effimera della bellezza con un dolore che sfiora il macabro.
A ben vedere, però, la caducità della giovinezza emerge in filigrana dalla ripetizione del primo verso che dà circolarità e ritmo alla ballata. Quale tempo verbale viene ripetuto? Il passato remoto di "mi trovai". Il tempo che la grammatica sceglie per circoscrivere un fatto nel passato.
La ballata, infatti, esorta propositiva a non sprecare giovinezza e bellezza, prima che sfioriscano.
Il messaggio edonistico del testo coincide con l’invito a godere dei piaceri dell’amore, sullo sfondo di una natura addomesticata secondo ordine, bellezza, armonia. La donna non è sublimata come per Siciliani e Stilnovisti. E nemmeno troppo terrena come in un certo Boccaccio.
Il simbolismo erotico della rosa: ricordate Cielo D’Alcamo? La "rosa fresca aulentissima" è metafora della femminilità e dell’amore fisico. Non è difficile immaginare il perché. Il fiore, contenendo gli organi riproduttivi della pianta, indica la donna con una metonimia sessuale.
Maggio: da dove deriva il nome del mese?
màggio2 s. m. [lat. Maius (mensis), nome d’incerta origine, variamente connesso con Maia, divinità italica, madre di Mercurio].
La definizione riportata è della Treccani. In sostanza, essendo Maia la divinità della terra e della fertilità, maggio rappresenta l’apoteosi del rigoglio della natura, coincidente con l’ultimo mese di primavera.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I’ mi trovai fanciulle un bel mattino: testo e analisi della Ballata delle rose di Poliziano
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