I provinciali
- Autore: David Manzoni
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
È uscito in una nuova edizione I provinciali di David Manzoni (Divergenze edizioni, 2024, curatela di Massimo Rovati e postfazione di Silvia Longo). Si tratta della versione originale di un libro di cui tutti si erano dimenticati. Silvia Longo e il direttore di Divergenze lo hanno trattato come un romanzo e non come l’ennesima opera letteraria non più disponibile.
L’incipit non aiuta, nemmeno le prime cinque pagine. Non accade nulla di adrenalinico, forte, tonitruante. Il narratore scrive che la signora Dani entra ogni giorno in chiesa, alle sei e trenta del mattino, per andare via dopo pochi minuti. C’è un gatto acciambellato e la signora Dani chiede al parroco come si comporta Ricky, che aiuta il sagrestano non più giovane. Tutto è ovattato, nessuno strepita, non ci sono i semafori in quel pezzo di mondo, mentre si va a dormire e New York si sveglia, un altro mondo. Ci sono atmosfere che ricordano Renato Olivieri e Andrea Vitali, ma in realtà lo leggi e lo immagini in bianco e nero, come I basilischi, film di Lina Wertmüller degli anni Sessanta. È uno di quei romanzi in cui si aspetta qualcuno o qualcuna della città per farli sentire meno "provinciali". E questa attesa viene scandita dal cellulare e i messaggi, mentre a chi scrive dire che questo è un libro attuale toglie un po’ di tenerezza a questa "novella nera" senza tempo.
In questo romanzo si aspetta dopo tanti anni il ritorno di Lilia, che viene dal Nord, e Ricky l’accompagna a casa. La signora Dani voleva invitare anche Ricky, ma lui deve chiedere al parroco e quindi sarà sicuramente un sì. La cena di per sé è riuscita, per la gioia della signora Dani, ma a tenere banco è Lilia che sta studiando lettere con indirizzo archeologico e che finalmente riesce a dire tutta la verità a sua madre. Ma è tutto rallentato fino al colpo di scena; questo libro sembra sempre sul punto di esplodere (ma non succede) e prevede una conoscenza approfondita dei libri e dei film di una volta.
Chi scrive ha lasciato fuori I vitelloni di Federico Fellini, perché potrebbero benissimo essere alcune scene di David Manzoni, ma qui nessuno parte. Arrivano solamente, come Lilia, per partire dopo una settimana. E veniamo a sapere che l’ex moroso è morto per un brutto incidente con la motocicletta. Ne parla con l’amica Roberta, poi si accorge che qualcuno la guarda. Chi sarà mai? Giulio e Ricky sono scagionati subito, perché potrebbero stare con le due ragazze, entrambi aiutano il parroco che mangia di brutto, beve vino, fuma sigarette e guarda le gambe delle ragazze. Spesso i dialoghi sono come quelli di Eugéne Ionesco e il "teatro dell’assurdo". Si ripetono le cose del giorno prima con la medesima esattezza. Lilia rompe questo tran tran con la sua bellezza, la spontaneità e forse, per la prima volta, si rende conto di essere ricca rispetto agli amici che sono rimasti in provincia.
Ma la provincia non perdona e Lilia non è solo guardata da un folle che la pedina, i cosiddetti "normali" le tirano i sassi per terra. È fortuna che non sia stata sfregiata. Se solo ci fosse qualcuno che voglia partire con Lilia. Forse è proprio lei che ha difficoltà a partire, magari è mezza innamorata?
Libro molto bello, scritto benissimo, ti pare di aver perduto sempre il filo delle pagine inizialmente complicato e poi è tutta una discesa.
I provinciali
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