La domanda che quasi tutti si pongono quando si trovano di fronte al termine idiosincrasia è che significa: si tratta, infatti, di un termine poco utilizzato nel linguaggio comune che viene privilegiato da parlanti di cultura medio-alta, che hanno una buona o ottima padronanza lessicale.
Proprio per questo è opportuno chiarire quando si dice idiosincrasia: per fare ciò, però, occorre partire dall’etimologia del termine, comprendere, quindi, il suo significato originario per poter, poi, afferrare meglio gli ulteriori significati che il termine idiosincrasia ha assunto in differenti ambiti.
Ma andiamo con ordine e chiariamo subito che idiosincrasia è un sostantivo femminile di origine greca, il cui aggettivo di relazione è “idiosincratico” e il cui significato è insofferenza e avversione per qualcuno o per qualcosa; il termine viene comunemente usato non solo nel parlato comune ma anche nel gergo medico dove indica, un’avversione, un’intolleranza patologica dell’organismo a specifiche sostanze o a specifiche tipologie di medicinali, quali, ad esempio, gli antibiotici.
Che significa idiosincrasia: l’etimologia della parola
Il termine italiano idiosincrasia deriva dal greco ἰδιοσυγκρασία che significa «particolare temperamento», questa parola è, a sua volta, composta dai termini ἴδιος (idio-) «particolare» e σύγκρασις (sincrasi) «mescolanza».
Come è facile comprendere, nella sua accezione originaria il termine idiosincrasia non aveva alcuna connotazione negativa: se parliamo di particolare temperamento o di carattere proprio, facciamo, infatti, riferimento a una caratteristica specifica, ad un aspetto peculiare del carattere di un individuo, senza considerarne necessariamente le avversioni, le ostilità o le repulsioni.
Quella di repulsione è soltanto una sfumatura, emersa in tempi più recenti (grosso modo dal XVII secolo in poi), che ha prevalso all’interno di un campo semantico più ampio: se l’idiosincrasia è, o era, essenzialmente il proprio carattere, il proprio temperamento, l’incompatibilità con alcune persone, con alcuni oggetti, con specifiche situazioni, non era che un aspetto secondario mentre ora è diventato il significato prevalente.
Prima di considerare che cosa significa idiosincrasia in altri, specifici, campi semantici è opportuno notare una conseguenza dello slittamento semantico descritto sopra: il passaggio da una denotazione neutrale a una che considera solo un particolare aspetto, quello sgradevole e conflittuale, ci fa comprendere che, in ogni caso, l’idiosincrasia, comunque essa sia intesa, è una condizione interna all’individuo, una peculiarità che nasce e finisce al suo interno e che dipende soprattutto dal carattere proprio piuttosto che da quello altrui. Per questo un’idiosincrasia può, almeno in alcuni casi, essere modulata e mitigata, attraverso la conoscenza, il dialogo e il confronto.
Quando si dice idiosincrasia: i differenti significati del termine
Per conoscere i differenti significati del termine idiosincrasia e quando si dice è opportuno richiamare la sintetica definizione che ne fornisce il dizionario Sabatini-Coletti:
“Avversione, insofferenza per qlcu. o qlco. SIN fobia: i. per i rumori Med. Intolleranza patologica dell’organismo verso particolari sostanze: i. per gli antibiotici”.
Il primo significato che la definizione ci offre è quello già richiamato sopra: ci troviamo di fronte a un termine ricercato, che può essere utilizzato solo in particolari contesti, con parlanti di cultura abbastanza elevata, per indicare un particolare sentimento o una particolare predisposizione d’animo. Si tratta di una incompatibilità di fondo, di un’avversione, di una ripugnanza persone, situazioni od oggetti, per lo più astratti ma, talvolta, anche concreti.
Il secondo campo semantico richiamato dalla definizione è quello medico: in questo caso idiosincrasia indica una condizione di ipersensibilità o una reattività abnorme reattività a sostanze alimentari, a medicinali, a cosmetici o anche a sostanze inquinanti verso le quali l’organismo si mostra intollerante. Tale intolleranza può essere manifestata attraverso quadri clinici differenti: si tratta, nella gran parte dei casi di problemi gastrointestinali o di disturbi respiratori che si configurano in soggetti costituzionalmente predisposti.
Il termine idiosincrasia è utilizzato, poi, anche in linguistica per indicare il fenomeno consistente nella creazione di parole il cui utilizzo rimane confinato in un ambito ristretto o individuale, da parte di singoli parlanti o di gruppi ristretti di parlanti. Si tratta di invenzioni di parole di singoli parlanti o di gruppi ristretti di persone (ad esempio i rapper) che danno vita a neologismi o a strutture sintattiche inedite in base alla propria fantasia e alla propria struttura cognitiva.
In ambito economico l’aggettivo idiosincratico può essere riferito a un investimento che, essendo accessibile a un solo attore in un mercato, è inutilizzabile per altri.
In una seconda accezione l’aggettivo idiosincratico viene utilizzato anche, nei modelli econometrici a livelli multipli (che rappresentano simultaneamente comportamenti individuali eterogenei e fenomeni aggregati omogenei), per indicare un fattore esogeno che influenza una particolare variabile e nessun’altra e può, così determinare uno shock idiosincratico, di natura differente da uno shock comune. Se, ad esempio, il modello descrive la spesa di un singolo nucleo familiare in funzione del reddito e dei prezzi, potrà essere considerato come shock idiosincratico un evento (collegato, ad esempio, a un cambiamento repentino del gusto o dei bisogni) indipendente dal reddito e dai prezzi che causa variazioni di spesa di una singola famiglia (e di nessun’altra) e , per questo differisce dallo shock comune che colpisce più famiglie contemporaneamente ed è collegato a un evento macroeconomico (ad esempio una crisi o una moda).
In ambito finanziario, in particolare nell’Arbitrage Pricing Theory (APT), si parla di rischio idiosincratico per indicare il rischio derivante da fattori idiosincratici ovvero da fattori, non comuni, inerenti a una specifica attività finanziaria e non ad altre. In ambito finanziario i rischi godono di particolare attenzione perché il rendimento atteso da un investimento è generalmente espresso come una funzione di una serie di fattori di rischio e i rischi idiosincratici sono quelli che generalmente danno luogo alle deviazioni tra rendimento effettivamente realizzato e rendimento atteso, calcolato attraverso un modello e una funzione.
Idiosincrasia: sinonimi e contrari
Per quanto riguarda la prima accezione del termine idiosincrasia è opportuno notare fin da subito che questa parola non può essere considerato un sinonimo di odio o di antipatia non c’è, infatti, nel nostro caso, una presa di posizione netta e volontaria contro qualcuno o qualcosa. Come emerge, invece, dalla definizione fornita sopra un sinonimo, di certo meno ricercato e comune, di idiosincrasia è fobia, sebbene in questo secondo caso possano configurarsi anche reazioni più scomposte e incontrollate da parte del soggetto che vive questa condizione.
Altri sinonimi del termine idiosincrasia, come già notato sopra, possono essere considerati termini come: incompatibilità, avversione, ripugnanza.
In ambito medico il sinonimo migliore di idiosincrasia è senz’altro intolleranza mentre occorre specificare che l’idiosincrasia non è una allergia. Mentre, infatti, l’allergia è da considerarsi come una reazione del sistema immunitario ad agenti che, in alcuni soggetti, sono riconosciuti come estranei e che, quindi, vengono attaccati, l’idiosincrasia, intesa come reazione intensa, violenta, talvolta eccessiva, che un soggetto manifesta quando entra in contatto con talune sostanze (siano esse solide, liquide o gassose, e anche non necessariamente nocive) è da imputare alla mancanza nell’organismo, di particolari enzimi, come ad esempio il G6PD o il glutatione, che ostacolano l’assimilazione della sostanza o, al contatto con essa, danno luogo ad una reazione avversa.
Come si utilizza il termine idiosincrasia: qualche esempio
Dopo aver compreso cosa significa idiosincrasia, ecco qualche esempio per comprendere meglio quando si dice:
- avere un’idiosincrasia per i funghi;
- soffrire di idiosincrasie;
- avere una spiccata idiosincrasia per i numeri, per le date o per la matematica;
Altre idiosincrasie comuni sono quelle per i rumori, per le spiagge affollate o, nel caso di soggetti di età avanzata, per i computer.
Il piccolo schermo e le serie TV ci forniscono, infine, un esempio perfetto dell’individuo idiosincratico: il dottor House, affetto da una sferzante intolleranza per tutto il genere umano.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Idiosincrasia: che significa e quando si dice?
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