Sulla base dei dati presentati da Federcultura alla Camera dei deputati e pubblicati su “Il sole24ore” del 20 gennaio 2014 è ancora in calo l’amore degli italiani per la cultura. I dati purtroppo parlano chiaro: 39 italiani su cento (pari al 3.7% in più rispetto al 2012) non sono grandi amanti della cultura non avendo partecipato ad alcuna iniziativa culturale nel corso dell’anno precedente. Più nello specifico, il 57% degli italiani non legge nemmeno un libro. Emerge con chiarezza una tendenza già nota sulla base di precedenti statistiche e relazioni sull’argomento.
Sempre meno inoltre sono gli italiani che vanno a teatro, cinema, visitano un museo o una mostra. Sale dal 36.2% del 2012 al 38.9% del 2013 la percentuale di italiani sopra i 6 anni che non hanno partecipato ad un intrattenimento di tipo culturale. Forse in questo tempo di crisi economica si reputa uno spreco spendere per tali iniziative ma non è così perché è proprio da qui che dobbiamo ricominciare per dare una svolta e per riprendere una crescita del paese sotto tutti i punti di vista.
Assistiamo con evidenza ad una contraddizione: da un lato questi dati agghiaccianti, dall’altro le numerose azioni di promozione della lettura, festival, concorsi letterari, le iniziative per far emergere gli scrittori esordienti. Non è semplice spiegare questo fenomeno, ammesso che si riesca a farlo.
E’ il recupero delle emozioni e dei sentimenti, dei valori che emergono da qualunque forma di arte che bisogna incentivare, come punto di partenza per la ripresa della nostra società sempre più allo sbando. La lettura come formazione, come riflessione su noi stessi e sugli altri, come sviluppo della capacità di elaborazione del pensiero: come può tutto questo non appassionare? Forse viviamo in una società che sta diventando sempre più arida; la difficoltà ad aumentare la percentuale di lettori e a suscitare il loro interesse non si può attribuire solo alla crisi, è un fatto sociale che va risolto con politiche pubbliche e scolastiche di maggior incentivazione alla lettura.
Tutto questo non può che lasciare l’amaro in bocca. In un contesto sociale dove regna l’individualismo, dove tutti siamo concentrati su noi stessi, su quello che facciamo e abbiamo e la vita frenetica ci allontana dalle piccole cose, ci rimane ancora un nostro spazio cui non possiamo rinunciare, un amico che ci parla, ci distrae e, bisogna dirlo, ci fa ancora sognare: il libro!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il 57% degli italiani non legge nemmeno un libro
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