Il bambino e la montagna di Torbjørn Ekelund

Torbjørn Ekelund, scrittore e giornalista norvegese, ci accompagna nella sua terra, in Norvegia, e ci fa compiere con questo bel romanzo due viaggi: il primo è in compagnia di suo figlio August, sette anni, con il quale decide di avventurarsi sui monti per una vacanza in tenda, il secondo è quello di Hans, sei anni, scomparso tra gli stessi monti nell’estate del 1894.
Il bambino e la montagna (edito da Ponte alle Grazie e Club Alpino Italiano nel 2019, traduzione di Margherita Podestà Heir) è un viaggio doppio, una doppia avventura, e questo senso del doppio diventa un tutt’uno nelle emozioni così somiglianti dei due bambini e nel paesaggio tanto incantevole quanto selvaggio e ostico della montagna norvegese.
Si sperimenta così

“cosa significa immergersi nella Natura, confrontarsi con i suoi pericoli, le sue insidie, la sua bellezza ma temerla e amarla allo stesso tempo”

come recita la sinossi.

Lungo ogni passo, il padre cerca di trasmettere la sua forte passione per la montagna e per la Natura al figlio, con racconti e aneddoti curiosi, proprio come ogni genitore appassionato di alpinismo.

“Non c’è quasi niente di meglio che studiare una cartina, sognare di essere lontani, trovare i percorsi, progettare. La apri e fissi le curve di livello e i colori, giallo, marrone, verde, blu, individui il punto a una certa distanza da dove ti trovi e ti chiedi che aspetto abbia quel luogo. Che posa potresti aspettarti di incontrare lungo il tragitto e come sarà il paesaggio? È la tappa di una piccola spedizione, una distanza che si copre nel tempo e nello spazio, attraverso un paesaggio che proprio in quel momento si svela in modo preciso”.

Empatia, rispetto, ammirazione, ma anche sorpresa, silenzio e timore: questi i grandi temi affrontati nel racconto di viaggio di Ekelund dal doppio finale, moderno e antico.