Il caso Battisti
- Autore: Giuliano Turone
- Genere: Politica ed economia
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2011
Un terrorista omicida o un perseguitato politico?
Fantasmi degli anni di piombo. Incubi da notte della Repubblica, che non passano mai. Cronistorie di esistenze armate, qualcuna spesa in bilico tra “politica” e “malavita”, “ideologia” e “delinquenza”. A prescindere da ciò che dicono/scrivono certi innocentisti a oltranza, gran parte dell’ontologia di Cesare Battisti - banditucolo dapprima, quindi membro dei Proletari armati per il comunismo - è collocabile in questa sorta di humus borderline. Una zona franca che, dietro la copertura della militanza eversiva, assembla ribellismo, delirio di onnipotenza, spinta a delinquere fine a se stessa. La lapidarietà di giudizio mi viene dalla sfuggevolezza del personaggio, dalla deroga assoluta delle proprie responsabilità, anche contro ogni evidenza, che lo rende “traditore” della causa rivoluzionaria più ancora dei tanti pentiti che lo hanno chiamato a correo, e che lui depreca tanto.
La vicenda Battisti non è solo cronaca dei giorni nostri: è uno dei casi giudiziari più controversi della storia italiana. Una vicenda luci/ombre, che accende dibattiti e divide le coscienze, anche all’estero: per alcuni vittima della legislazione speciale e delle delazioni degli ex compagni di banda armata, per altri un criminale condannato a diversi ergastoli per quattro omicidi. Per venire al libro: “Il caso Battisti” (Garzanti, 2011) non è, per sua e nostra fortuna, un istant book, piuttosto la ricostruzione meticolosa che il magistrato Giuliano Turone compie della storia, muovendo dall’esame dei 53 faldoni contenenti gli atti processuali contro i Proletari armati per il comunismo. Con encomiabile onestà intellettuale - e anche con l’intento non sottaciuto di chiudere i conti con la lunghissima stagione degli anni di piombo - l’autore ne rilegge le indagini, le azioni giudiziarie, discute le sentenze (sulla base della legislazione vigente all’epoca e su quella attuale), riportando tanto le dichiarazioni dei pentiti, quanto quelle di saggisti e intellettuali che si sono spesi sul caso. Ne viene fuori un’analisi puntuale, non partigiana, sotto alcuni aspetti anche conciliante, e che pur tuttavia non lascia spazio a equivoci: Battisti è colpevole dei crimini per i quali è stato condannato in contumacia.
Un excursus cronistico-giudiziario che evoca tra le righe anche il clima rovente di un passato remoto che continua a incombere sull’attualità come un macigno. Pagine di storia italiana di cui, in molti casi, ci è sfuggita e ci sfugge la percezione autentica. Come ha sottolineato il Presidente Giorgio Napolitano:
“E’ mancato qualcosa alla nostra cultura e alla nostra politica per trasmettere e far capire davvero, il senso di ciò che accadde in quegli anni tormentosi del terrorismo. Non siamo riusciti a far comprendere anche a Paesi amici vicini e lontani che cosa hanno significato”.
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