Il cervello infinito. Alle frontiere della neuroscienza: storie di persone che hanno cambiato il proprio cervello di Norman Doidge

Prendete il nitore espositivo di Oliver Sacks, declinatelo al coraggio di taglio e ottica divergenti, metteteci ancora decenni di esperienza maturati sul campo della ricerca neuropsichiatrica, e avrete un’idea più che esaustiva di questo “Il cervello infinito” (Ponte alle Grazie, 2007) e del suo autore “cinque stelle” Norman Doidge.

Tutto quello che c’è da sapere sull’organo pilota del nostro corpo potrete trovarlo nelle oltre 400 pagine di storia e contro-storia neuroscientifica intrecciata a vicende piccole e grandi di persone “che hanno cambiato il loro cervello”. In altre parole: un libro-guida per l’accesso ai meandri reconditi della mente (e delle malattie mentali) con il passo poderoso che si deve alla trattazione scientifica e la forza dirompente delle rivelazioni inedite.

Quello che non vi era mai stato detto sulle capacità del cervello, o vi era stato detto male: come, ad esempio, il luogo comune sulle capacità plastiche cerebrali riferenti solo alla prima infanzia (dopo di che sarebbe bene rassegnarsi alla progressiva rigidità neuronale). Macchè, le decine e decine di “casi” illustrati da Norman Doidge in questo libro lo dimostrano: il cervello può “rimodellarsi”, alla faccia dell’età e delle possibili disfunzioni (ictus, amputazioni, disturbo ossessivo compulsivo, dipendenza sessuale o dal gioco). Continuate a leggere qui di seguito:

“Il cervello umano è in grado di modificare se stesso: è questa la scoperta rivoluzionaria di cui tratta questo libro. Una tesi avvalorata dalle testimonianze di scienziati, medici e pazienti che insieme sono riusciti a produrre queste straordinarie trasformazioni: senza ricorrere a trattamenti chirurgici o farmacologici, si sono semplicemente affidati alla capacità, finora sconosciuta, del cervello di modificarsi (…) Per quattrocento anni una simile impresa è stata considerata inconcepibile: la medicina ufficiale e la scienza sostenevano la convinzione che l’anatomia del cervello fosse immutabile” (pag. 7).

La scoperta della neoplasticità cerebrale autorizza, insomma, alla speranza, anche se il saggio (com’è giusto che sia) non millanta miracoli, venendo incontro - soprattutto - a moltissime curiosità sul cervello (sulla sua salute e sulla sua malattia) rimaste sin qui inevase. La trattazione è bilanciata e lineare - un occhio alle neuroscienze uno alla psicoanalisi - e accessibile anche a lettori non adusi alla materia. Un saggio scientifico di un’utilità apodittica: stimola, intriga, inchioda alla pagina. Ottimo davvero.