Flusso di coscienza o stream of consciousness: lo stile narrativo che ha dato una svolta al mondo del romanzo.
E un giorno Daniel Defoe scrive un romanzo. Decide di parlare di una personaggio irreale, ma usando la prima persona. Defoe però ha un difetto: pur seguendo un relativo ordine cronologico, è tuttavia confuso e non divide il romanzo in capitoli che definiscano dei singoli momenti della narrazione.
A "inventare" la divisione in capitoli ci penserà qualche anno dopo Henry Fielding con il suo "Tom Jones", mentre è Charles Dickens il più autorevole, la guida che con i suoi commenti spiega ai lettori da che parte stare.
Questi tre romanzieri influenzano per molti anni a venire il modo di scrivere. E poi arriva un certo William James, filosofo, fratello dello scrittore Henry: fu lui a parlare della libera rappresentazione dei pensieri di una persona così come compaiono nella mente, prima di essere riorganizzati logicamente in frasi.
Le prime ad adottare il monologo interiore nei loro romanzi furono Dorothy Richardson e May Sinclair, autrice di una sorta di versione al femminile di Dedalus, "Mary Olivier". Le due scrittrici, purtroppo, sono poco note in Italia malgrado abbiano scritto pregevoli lavori. Il flusso di coscienza casualmente trova terreno fertile in molte scrittrici e infatti Virginia Woolf è considerata non a caso una tra le autrici più rappresentative (vedi: Virginia Woolf e il flusso di coscienza).
Un intero articolo andrebbe dedicato a James Joyce, che approccia questo stile narrativo nelle sue opere, come Dedalus, Gente di Dublino o Finnegans Wake.
Il romanzo subisce così uno scossone: ordine cronologico e narrazione onnisciente vengono abbandonati. I personaggi sono lasciati a loro stessi, liberi di esprimere i propri sentimenti, i propri ricordi senza essere imbrigliati. Sicuramente è un modo di intendere la narrazione più autonomo che può incontrare disapprovazione in un lettore meno avvezzo, ma al contrario attrae chi è più curioso anche se consapevole di doversi approcciare a una lettura più complessa e meno immediata.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il flusso di coscienza nel romanzo
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