Il giardino degli Dei
- Autore: Nadia Meriggio
Nadia Meriggio, collaboratrice di SoloLibri.net, è scrittrice per passione. Ha già pubblicato tre libri e oggi ci presenta il suo primo romanzo Il giardino degli Dei. Scritto all’età di vent’anni, è un lavoro a cui tiene particolarmente e oggi lo ripropone con orgoglio. Da poco è presente con una nuova copertina, sia in versione cartacea che ebook, sui principali bookstore di commercio online.
- Nadia, ci racconti come è nata l’idea di scrivere “Il giardino degli Dei”?
Era il 2001 e avevo vent’anni. Sentivo il bisogno di esprimere la mia creatività attraverso la scrittura. La fantasia non mi è mai mancata e, pian pianino, nella mia testa si è formata l’idea di un mondo parallelo e delle situazioni da viverci all’interno. Il giardino degli Dei è quindi un romanzo fantasy basato sulla scoperta di un tunnel che porta in un posto sconosciuto. E’ anche un viaggio alla scoperta di sé stessi, un percorso di crescita individuale che si sviluppa nel corso dei vari capitoli.
- Chi sono i protagonisti del romanzo?
La storia è raccontata in prima persona da Agata che, diplomatasi da poco, trascorre tranquillamente le vacanze estive in attesa di frequentare l’esclusiva Scuola Moderna di Comunicazione. Ma la quiete viene interrotta dalla sua amica Emma che le propone di far parte di una spedizione per capire dove sbuca la misteriosa galleria…
Il gruppo è piuttosto omogeneo e, oltre a Emma e Agata, comprende altri due loro coetanei, Azzurro ed Ercole. Ci sono poi quattro professori, due della scuola in cui i ragazzi si sono appena diplomati e due dell’università che presto frequenteranno. Ragazzi e adulti si confrontano sulle tematiche che emergono nel corso della storia. Hanno modi diversi di vedere e valutare le situazioni e questo emergerà chiaramente nel momento in cui bisognerà prendere una decisione molto importante per il futuro.
- Ci puoi parlare di Magicland, il mondo parallelo che si trova oltre il tunnel?
A prima vista è identico a Osmond, il nostro mondo. Analizzandolo più a fondo si scopre che la tecnologia è ferma al Medioevo ma esistono tracce di qualcosa di magico che con la sola forza della mente permette, ad esempio, di accendere la luce elettrica in una stanza o di far volare tappeti e scope. Si tratta della fantasia ed è il cuore dello sviluppo acquisito dalla civiltà magiclandese.
Agata e gli altri, però, approdano a Magicland in un momento molto delicato. Infatti il regno è governato da un sovrano cattivo che non solo vuole sottomettere tutti alla sua volontà ma vuole anche conquistare Osmond.
- Ci puoi descrivere i magiclandesi?
I magiclandesi fisicamente sono uguali a noi e lo sviluppo della loro civiltà è stato parallelo alla nostra. C’è stato un periodo in cui Magicland e Osmond erano comunicanti ma i magiclandesi furono considerati una delle tante popolazioni barbariche che in quegli anni arrivavano dall’Europa settentrionale. Più tardi scoppiò un conflitto tra i due regni ma fu confuso con la guerra di successione spagnola. Per questi motivi a Osmond non si conserva traccia di Magicland.
Agata e i suoi compagni di viaggio incontrano molti personaggi: dal dotto Casimiro Dolphin al bandito Raffaele Carota passando per l’ingegnoso Michele e l’appassionato erborista Leonardo. Ognuno di loro porta con sé il proprio bagaglio di esperienze che ci fa riflettere sulle conseguenze dell’evoluzione scientifica e sociale.
- Da lettrice quale pagina preferisci?
Confesso che ogni volta che rileggo il libro provo emozioni diverse. Stento a riconoscere la ragazzina che si affacciava al mondo della scrittura e noto con piacere che aveva delle intuizioni brillanti. La parte che mi piace di più è quella del delirio di Agata, scritta mentre avevo la febbre ma in quel momento ero davvero ispirata.
- Cosa ci dici dello pseudonimo J. Livingstone?
All’epoca in cui ho pubblicato per la prima volta Il giardino degli Dei, nascondermi dietro questo nome, mi faceva sentire libera di sognare, di volare verso altri lidi, seppur solo con la fantasia, alla ricerca di un mondo migliore, un mondo in cui rifugiarmi quando quello reale non soddisfava le mie aspettative. Un po’ per timidezza ho preferito usare lo pseudonimo J. Livingstone in omaggio al gabbiano Jonathan Livingstone, che tra l’altro è stato uno dei libri più emozionanti che ho letto.
Nella nuova edizione ho tolto la maschera e in copertina compare il mio nome ma il mio vecchio “nome da battaglia” J. Livingstone viene ricordato nel frontespizio della prima pagina.
Ringrazio la redazione e i lettori di Sololibri.net, ricordando che Il giardino degli Dei si può trovare, sia cartaceo che ebook, nei principali bookstore online.
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