Il libro dei vulcani d’Islanda
- Autore: Leonardo Piccione
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Iperborea
- Anno di pubblicazione: 2019
Montagne e ghiacciai. Eccedendo in fantasia si può pensare che in Islanda ci siano più montagne e ghiacciai che abitanti. Quattrocentomila (ad arrivarci) abitanti e ghiaccio e vulcani a non finire. Non per fare poesia, ma si può anche dire che i vulcani rappresentano il vero dna dell’Isola: si trovano dappertutto, morfologia del terreno, storia e leggende comprese. Vulcani attivi. L’Islanda è un delle isole vulcaniche più attive del pianeta. Questo è il fatto e il sottotitolo del bel libro che Leonardo Piccione dedica all’argomento (“Il libro dei vulcani d’Islanda”, Iperborea 2019) ne estende la portata simbolica: “Storie di uomini, fuoco e caducità”, dice. E non c’è tra questi un solo richiamo che non sia veritiero. Stratificati nelle 380 pagine del volume ci sono gli uomini, c’è il fuoco (zampilli e colate di lava) e c’è il senso del caduco che, a guardare bene, in Islanda incombe su ogni cosa. Forse perché al cospetto di una natura a tal punto immanente, ogni altro elemento può apparire (appare) come sospeso e appeso a un filo. Esile. Transitorio. Fragile. Della materia dei sogni e al tempo stesso annichilente.
Oltre a Eldfell e Hekla, in Islanda ci sono altri 30 sistemi vulcanici attivi, di tutte le tipologie conosciute: l’isola è una specie di tacchino ripieno di nitroglicerina. Sono state documentate circa 150 eruzioni dall’arrivo dei vichinghi, nel IX secolo, a oggi, ma la vivace reputazione dell’Islanda precede di molto l’epoca della colonizzazione.
Si legge a pagina 15 e lo scrittore Hallgrimur Helgason, che insiste sul tema e scherza col fuoco (ma non troppo):
Qui da noi ogni dieci anni in media compare una nuova montagna o un nuovo campo di lava a cui tocca trovare un nome. È il paese stesso a renderci creativi.
Come si evince da nome e cognome, Leonardo Piccione non è islandese. Col senso narrativo degli islandesi si misura semmai attraversando random 47 storie-paradigma, intersecate in qualche modo a storie di vulcani. Storie di uomini e ardimenti – il mistero della spedizione di Von Knebel, lo schiavo caraibico divenuto il primo islandese di colore della storia, persino i leggendari Bobby Fischer e Boris Spassky che si sfidano a scacchi nella Reykjavik del 1972 -. Saghe e leggende (quelle norrene, in primo luogo) ai confini del mondo e della realtà. La scienza e la cronaca: passate - le missioni NASA nei canyon "lunari" degli altipiani interni dell’Islanda – e presenti – lo studio dei tunnel di lava che potrebbero indicarci la “strada” verso Marte e gli studi vulcanologici per prevedere le eruzioni -. Il tutto costantemente sorvegliato dai vulcani. Un destino ineluttabile per l’Islanda. Metafisica e ontologia in forma di fuoco e lava. A ricordarci la natura relativa delle cose - del terreno sul quale ci spostiamo, della Terra sulla quale viviamo - e al tempo stesso possibile apertura verso l’enigma di una creazione che prevede il conflitto tra gli elementi come origine della vita. Alla luce di tutto ciò, “Il libro dei vulcani d’Islanda” si offre alla lettura come un libro magmatico (è il caso di scriverlo), aperto ad assunzioni trasversali. Un libro con dentro il fascino delle storie d’avventura e il nitore del saggio scientifico. L’inquadratura in campo lunghissimo di un’isola-emblema del destino. In divenire come il destino del genere umano.
Il libro dei vulcani d'Islanda. Storie di uomini, fuoco e caducità
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