Il manoscritto di Missolungi
- Autore: Frederic Prokosch
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
“Una sera di aprile di quattro anni fa, a un cocktail in via Sistina, mi trovai seduto su un divano accanto alla marchesa del Rosso. Era americana, nata Whitaker, e abitava in piazza Navona. Durante la conversazione accennò alle memorie scritte da Byron a Missolungi. Stupito, le confessai d’ignorarne completamente l’esistenza, aggiungendo con discrezione che la mia tesi di dottorato all’Università del Kansas aveva avuto come tema appunto Byron. La marchesa inarcò le sopracciglia, abbassò la voce e m’informò che queste memorie, per un caso fortunato, erano in suo possesso e si trovavano al sicuro in un baule nella soffitta di casa sua.“
Inizia così Il manoscritto di Missolungi, una vera impresa per Frederic Prokosch: scrivere l’autobiografia di Byron. Il Manoscritto fu pubblicato la prima volta nel 1968 e fu subito bollato come un romanzo fantasioso. Era noto ai tanti letterati che Byron tenesse sempre con sé taccuini, ove riportava annotazioni giornaliere come fossero diari. Ed è pur vero che scrisse le sue memorie ma sfortunatamente alla sua morte i suoi fidati amici bruciarono gli scritti. Nessuno si è mai lasciato andare all’idea di creare un falso nella letteratura e soprattutto le memorie di un celebre e famoso poeta come Byron. Per quanto difficile sia ammetterlo, il Manoscritto di Prokosch sembra proprio esser stato scritto da Lord Byron in persona. L’autore narra gli ultimi mesi di vita del poeta, ormai provato e stanco ma del tutto determinato a rimanere in Grecia e a sostenerne l’insurrezione per l’indipendenza dagli Ottomani.
“Sono venuto in Grecia spinto da un grande desiderio di rinnovarmi e dimenticarmi. Mi ero impegnato a compiere un atto di valore definitivo, che obliterasse tutto il passato. Volevo buttare il mio corpo nella battaglia e nella carneficina: ma anche qui mi ingannavo. Ciò che mi spingeva non era l’eroismo, non era un impulso di dedizione, ne un disinteressato idealismo. Era il bisogno di spogliarmi, come un serpente in muta, del mio passato brutale ed egoista.“
La finestra del suo studio si apre sulla baia di Missolungi e Byron è un uomo ormai indebolito e deluso. Annota le sue giornate rievocando anche quelle del passato in una sorta di biografia della sua vita, da quando era un ragazzo in erba, a quando frequentava il Trinity College di Cambridge insieme ai suoi amici Hobhouse e Matthews, il tarchiato Long e il cadaverico Davies, amici semplici, sornioni e platonici. Rammenta i suoi viaggi all’estero, il soggiorno in Italia, dopo lo scandalo che lo costrinse a lasciare l’Inghilterra visitando prima il Belgio e la Svizzera. I suoi amori fugaci e disperati, le amicizie di Wordsworth e Shelley, ma anche le sue disillusioni e i suoi dolori, come la morte della sua piccola ed infelice Allegra.
“Che cos’è la verità? Che cos’è la poesia? Un tempo mi sentivo Mefistofele. Ora mi sento un povero vecchio Empedocle accovacciato sull’Etna. Qual è la nostra malattia in questa età di entusiasmo febbrili e di struggente malinconia? E’ il distacco delle nostre menti dal mondo dei sensi e del visibile, il distacco delle nostre intime convinzioni dalla monotona realtà quotidiana. In breve, ciò che è accaduto a molti di noi, a Wordsworth, a Shelley e anche a me, è il distacco della nostra esistenza intima da quella esteriore. Questo non accadde mai a Pope, mai a Shakespeare, né a Dante, né a Rembrandt. Fingendo di tuffarci nella realtà, noi ci siamo tuffati in un mondo di fantasmi intellettuali che abbiamo deciso di chiamare realtà. La poesia è verità, ma la verità vista in una luce più ricca e luminosa.“
Un romanzo che raffigura Lord Byron nella sua completezza: un eroe romantico in costante conflitto poiché tormentato dalla impossibile ricerca di una libertà morale senza confini. Frederic Prokosch è riuscito a scrivere pagine di un’intensa inquietudine e malinconia come nell’autentico spirito irrequieto byroniano, rievocando gli amori e rivisitando i luoghi cari al poeta. Un romanzo eccellente, intenso e di piacevole lettura. Frederic Prokosch, scrittore americano di famiglia austriaca, conseguì la sua prima laurea all’età di diciotto anni all’Haverford College nel 1926. Fin da giovane fu un grande appassionato della letteratura europea. Durante la II Guerra Mondiale divenne diplomatico presso l’American Legation in Portogallo e in Svezia, e dopo la guerra fu per qualche anno anche all’Università di Roma. Proficua è stata la sua carriera di scrittore. Quando il suo successo pareva esser terminato dette alle stampe il suo libro di memorie Voci nel quale raccontava i suoi incontri con i grandi autori del Novecento. E’ morto nel 1989 a Pian de Grass nelle Alpi Marittime Francesi, dove viveva da diversi anni.
Il manoscritto di Missolungi
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