Il cielo in una stalla di Erri De Luca

Non è che faccia impazzire i lettori, Erri De Luca. Credo che giochino a suo favore lo studio intensivo dei maggiori testi biblici e lo studio dell’Ebraismo. Ma a suo sfavore c’è un atteggiamento ombroso, tanto che non sappiamo molto di lui, nonostante la quantità dei testi pubblicati, sempre con Feltrinelli. Tra cui c’è anche questo testo, dal titolo Il cielo in una stalla (Feltrinelli Editore, 2014).

Le storie di Erri De Luca sono sempre semplici, leggibili e piene di virgole e punti. Il testo inizia con un bombardamento nel 1943, che sventra la casa a Napoli del sottotenente alpino Aldo De Luca. Ma in qualche modo, per un colpo di fortuna, il sottotenente tolse il vestito militare per rimettere i panni civili e dormire da amici, prima di partire per il sud, mentre Badoglio firmava le carte dell’armistizio, lasciando in Italia americani e tedeschi a fare i loro affari; affari che consistevano principalmente nell’odio dei tedeschi per noi italiani, già schierati con gli Stati Uniti.
Quando una specie di guerra tornò dopo il 1943, Aldo e gli altri ragazzi vivevano in fattoria, soprattutto nelle stalle dove stavano i bovini. Erano luoghi che sembravano un rifugio sicuro, ma in realtà furono troppi ottimisti, perché i tedeschi sparavano ai bovini per avere carne fresca per loro.
A scrivere questo resoconto è il figlio di De Luca, e forse il padre non ricordava tutti i particolari; si sa che i ricordi, soprattutto quelli di guerra, non sono stati sempre eroici. Chi scrive poi ribadisce ancora e ancora che la letteratura è sempre finzione o non è letteratura.
E in ogni caso, l’isola di Capri era libera dai tedeschi, che divennero di una ferocia inaudita perché avevano perso anche questo di conflitto e meno male, capeggiati com’erano da un pazzo totale, pieno di risentimento e frustrazioni, un cognome indimenticabile nell’orrore assoluto, Hitler. Dovremmo ricordarci più spesso di questo folle, che ha firmato provvedimenti mostruosi. Ma purtroppo le cose terribili tendiamo a dimenticarle. Ora Berlino riunita è un posto ambito, piena di turisti e di occasioni lavorative.
Il padre del narratore ricorda anche l’affetto tra soldati e gli scherzi, quando avevano perlopiù sui venti anni. Questa dimensione poetica senza eroi è proprio nel DNA di Erri De Luca.